Rassegna storica del Risorgimento
ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
anno
<
1981
>
pagina
<
5
>
Il Viceré Ranieri e Maria Luigia H 5
Gli avvenimenti a Parma precipitano, e Ranieri viene informato da Maria Luigia attraverso il capitano Jellussig, della sua fuga da Parma.9> La notizia che la duchessa si è sottratta da sola ai rivoltosi, senza dover ricorrere all'aiuto austriaco, è appresa dal viceré con grande sollievo, anche se egli afferma tutto era stato preparato per un'azione diretta a liberarla, se ella non fosse riuscita ad allontanarsi da Parma.10) In un brevissimo spazio di giorni è completamente mutato, come si è già accennato, sia in conseguenza di quanto gli aveva scritto Maria Luigia, sia in seguito ai rapporti inviatigli da Piacenza, il giudizio di Ranieri su Werklein, che il viceré si augura non faccia più ritorno nei ducati. In implicita contrapposizione a Werklein l'arciduca loda invece il comportamento di alcuni esponenti della classe dirigente locale, e in particolare di Mistrali e Cornacchia.111 L'arciduca aggiunge, però, che, secondo il desiderio espresso da Maria Luigia, che dimostrava così di non fidarsi totalmente dei suoi consiglieri, li avrebbe fatti sorvegliare entrambi. In risposta ad un interrogativo rivoltogli da Maria Luigia il viceré la consiglia poi di rientrare da Casalmag-giore nel territorio del suo Stato, per reggere il governo da Piacenza,n) saldamente controllata dalle truppe austriache e da quelle ducali a lei fedeli, e di recarsi a Milano solo nel caso, ritenuto molto improbabile, di un assedio della città da parte delle forze rivoluzionarie. Il viceré ebbe quindi un peso importante nella decisione di Maria Luigia di non abbandonare il territorio del ducato e di assicurare da Piacenza una certa continuità di governo, per arginare l'espandersi della rivoluzione e infondere coraggio ai suoi sostenitori. È naturale quindi che, appresa attraverso Richer il futuro segretario di gabinetto della duchessa la notizia dell'arrivo di Maria Luigia a Piacenza, l'arciduca esprima
1831, in A.S.M., Presidenza di Governo Atti Riservati, b. 145. Werklein e anche Maria Luigia si erano espressi in termini molto ottimistici sullo stato del Ducato anche in lettere inviate a Vienna; cfr. SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 194-196. La grande sicurezza ostentata dalla sovrana e dal suo collaboratore alla vigilia dei moti è rilevata anche da GIOVANNI MABIOTTI, L'Università di Parma e i moti del 1831, in A.S.P.P., 1933, pp. 55-59. Werklein chiederà aiuto a Mettermeli nella lettera del 12 febbraio, pubblicata in SALATA, op. cit., p. 335.
9) L'invio di Jellussig a Milano dallo zio è menzionato anche nella lettera nella quale Maria Luigia descrive a Francesco I la sua fuga da Parma, scritta da Casalmaggiore il 16 febbraio, pubblicata in SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 303-305.
Sull'inizio dei moti e la partenza della duchessa si vedano EMILIO CASA, / moti rivoluzionari accaduti in Parma nel 1831, Parma, 1895, pp. 30-41; BEL PRATO, L'anno 1831, cit., pp. 28-51; OMERO MASNOVO, 1 moti del '31 a Parma, Torino-Milano-Genova-Parma-Catania, 1925, pp. 11-18; EUGENIA MONTANARI, Parma e i moti del 1831, I, in Archivio Storico Italiano, 1905, n. 237, pp. 29-41.
,0) Lettera del 16 febbraio 1831 (già citata alla nota 7). A questa missiva e ai consigli in essa chiesti a Ranieri, Maria Luigia accenna nella lettera della stessa data a Francesco I, pubblicata in SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 303-305.
u) Sul ruolo di Mistrali e Cornacchia in questo periodo v. TEODOSIO MARCHI, Il governo provvisorio parmense del 1831 (15 febbraio-I3 marzo), in A.S.P.P., 1931, p. 231. Nelle lettere di Ranieri non vi sono riferimenti al contrasto tra Mettermeli e il barone Mareschal da una parte e Maria Luigia dall'altra sulla valutazione della personalità di Cornacchia, che è sgradito al cancelliere e al suo inviato e difeso invece dalla duchessa. Cfr. PIETRO PEDROTTI, La missione del barone Marschall nei Ducati di Modena e di Parma nel 1831, Modena, 1933, pp. 33-34 e 43 (rapporti Mareschal del 4 e del 12 marzo); e SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 222-226 e 285-286, nn. 92 e 93.
ì2) Lettera del 19 febbraio 1831. (È la prima di due lettere scritte nello stesso giorno).