Rassegna storica del Risorgimento
ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
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1981
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Il Viceré Ranieri e Maria Luigia
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Intanto i tempi dell'intervento austriaco si stanno ormai avvicinando; Ranieri raccomanda a Maria Luigia di non svelare a nessuno questo segreto , ma le confida che è ormai vicino il momento nel quale la rivoluzione sarà schiacciata e ella potrà rientrare nel pieno possesso di tatti i suoi Stati175 Il viceré esprime alla nipote il suo consenso per le prime misure prese da Maria Luigia a Piacenza, e in particolare per la sua decisione di appoggiarsi sugli elementi leali locali, testimoniata dalla costituzione di un Consiglio di Stato formato da notabili piacentini. 18> Alle aperture verso i fedeli piacentini si deve accompagnare, secondo Ranieri, una intransigente fermezza nei confronti di emissari pamigiani che venissero eventualmente inviati in deputazione a Piacenza e, una volta occupata la capitale, verso tutti coloro che hanno tenuto un comportamento infido e sleale, Alle welche sich schlecht betragen haben . Nella capitale scrive l'arciduca con il ritorno del governo legittimo tatto deve cambiare: dann aber wird in Parma in Allem ein neuer Boden gelegt werden . (Questa affermazione va riferita anche a Werklein, contro il quale l'arciduca usa ancora violente espressioni di critica).
Il tema della imminente rioccupazione della capitale del ducato e dell'atteggiamento che Maria Luigia avrebbe dovuto assumere verso i sudditi ribelli diventa ormai di centrale importanza nelle lettere di Ranieri. Maria Luigia gli ha inviato la bozza di un proclama diretto ai parmigiani, per richiamarli al dovere di fedeltà al governo legittimo e alle conseguenze del loro atto di ribellione. Ranieri trova questo testo troppo poco dignitoso, troppo poco regale, e propone alla duchessa di sostituirlo con uno redatto da lui stesso testo che egli definisce più energico o almeno la invita ad apportare alcune modifiche, da lui indicate, al primitivo progetto di proclama steso a Piacenza.19)
Una ricerca compiuta presso l'Archivio di Stato di Parma ha consentito di ritrovare il testo del progetto di proclama di Maria Luigia, ? sul quale si appuntano le critiche di Ranieri. Il testo ha effettivamente toni troppo emotivi, per costituire un valido ammonimento di una sovrana ai sudditi ribelli. Maria Luigia scrìve di avere dato, in previsione di una sua assenza, ordine al Consiglio di Stato straordinario di amministrare la città in mezzo alle lacrime che scendevano e di avere passato ore di penosissima ansietà nella capitale in tumulto. Anche l'appello finale appare troppo improntato a sentimenti di pace e di riconciliazione, per avere una eco adeguata tra i sudditi ribelli e suscitare il loro allarme. È proprio sui punti ai quali si è ora accennato che sul manoscritto dell'archivio parmense figurano alcune correzioni, che penso si possano attribuire a Ranieri, dato che coincidono con le osservazioni che il viceré esprime nella sua lettera alla sovrana parmense. Il testo definitivo del proclama21* è, però, total-
17> Lettera del 23 febbraio 1831.
18) Su questa fase dell'attività legislativa della duchessa e su tutto il periodo da lei trascorso a Piacenza, v. EMILIO NASALLI ROCCA DI COHNELIANO, 11 soggiorno di Maria Luigia a Piacenza, in A.S.P.P., 1931, pp. 115-136.
W> Lettera del 25 febbraio 1831.
2) Archivio di Stato di Parma [A.SJP.], Segreterìa di Gabinetto, Atti Sovrani, b. 15.
2n II testo del proclama, emesso da Piacenza in data 26 febbraio 1831, è in Raccolta generale delle Leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla [Raccolta delle Leggi}, Anno 1831, Semestre I, Tomo unico, Parma, 1831, n. 31, pp. 75-77. In Gazzetta di Parma, 2 marzo 1831, è la replica del governo provvisorio, datata. 28 febbraio, nella quale si nega tra l'altro che Maria Luigia avesse dato prima della sua partenza disposizioni per la continuazione dell'attività di governo.
È interessante notare che dal diario di Angelo Pezzana (DEL PRATO, L'anno 1831,