Rassegna storica del Risorgimento

ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
anno <1981>   pagina <8>
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Marcella Pinckerle
mente diverso da quello predisposto a Piacenza; penso perciò che si possa ragio­nevolmente supporre che alla fine il proclama pubblicato da Maria Luigia, che si caratterizza proprio per quel tono di fermezza e di energia al quale il viceré aveva voluto improntare l'appello da lui preparato e inviato in visione alla ni­pote, sia nelle sue linee essenziali proprio quello redatto da Ranieri. La sovrana di Parma, quindi, scartando il proclama predisposto dal suoi consiglieri* sia nella versione originale, sia nella forma lievemente modificata a Milano, ha verosimilmente adottato nella sua interezza, il fermo appello ai suoi sudditi suggeritole da Ranieri.
Alla vigilia dell'intervento militare austriaco nel ducato l'influenza dello zio sulla nipote sembra farsi più forte: nella lettera del 25 febbraio Ranieri consiglia Maria Luigia di fare seguire al proclama ai sudditi ribelli un appello ai suoi soldati; pochi giorni dopo anche questo appello viene effettivamente pubblicato.23) L'arciduca non mancherà, forse per attenuare la portata dei suoi interventi, di approvare calorosamente gli atti compiuti dalla sovrana, in base ai suoi consigli, come se si fosse trattato di iniziative personali di Maria Luigia.24'
Lo scontro di Fiorenzuola e i conseguenti incidenti, con la traduzione a Parma di alcuni ostaggi,25* rendono ancora più necessario, secondo Ranieri, un atteggiamento di intransigente fermezza verso gli insorti. Se la città di Parma le avesse inviato una deputazione,27) egli consiglia Maria Luigia di risponderle secondo i principi del proclama del 26 febbraio, perdonando ai sedotti , ma preannunziando una punizione esemplare e implacabile a coloro che avessero perseverato nella disobbedienza e nella ribellione. Soprattutto il viceré racco­manda alla duchessa di non lasciarsi indurre a concessioni e promesse, ma di affermare la volontà di governare anche per il futuro il ducato senza nessun altro vincolo, che non fosse quello della sua coscienza e della ricerca del bene dei suoi sudditi. Una risposta del genere afferma l'arciduca sarebbe ma­terna e dignitosa, e nello stesso tempo non limiterebbe la sovrana nell'esercizio dei propri poteri. Ranieri informa anche la nipote che Werklein è finalmente arrivato a Vienna ed è quindi scomparso, anche se egli personalmente non ha rinunciato a sperare nella propria rivincita e in un ritorno a Parma, dall'oriz-
cit., p. 73) risulta che a Parma si diceva che il proclama, sebbene da lui sottoscritto, non era del presidente dell'In terno Cornacchia.
22) In A.SJ?., Segreteria di Gabinetto, Atti Sovrani, b. 15, vi è anche una seconda minuta del proclama, che si differenzia solo per lievi particolari del testo definitivo. Cfr. anche A.S.P., Presidenza dell'Interno, Atti Sovrani Originali, b. 601.
23) Vedi il testo di questo appello (Piacenza, 28 febbraio 1831), in Raccolta della leggi. Anno 1831, Semestre I, n. 34, pp. 78-79.
2*) Cfr. la successiva lettera del 1 marzo.
25) Su questi avvenimenti si vedano CELESTINO COPPELLOTTI, LO scontro di Fioren­zuola d'Arda, in A.S.P.P., 1933, pp. 137-166; CASA, / moti rivoluzionari, cit., pp. 58-59; DEL PHATO, L'anno 1831, cit., pp. 70-71; UMBERTO MANCDSO, Vincenzo Mistrali, Mini­stro e poeta parmigiano (1780-1846), Pisa, 1909, pp. 25-26; MONTANARI, Parma e i moti del 1831, I, cit., pp. 70-71; SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 217-218.
2*) Lettera del 1 marzo 1831 (citata alla nota 24).
27) Una deputazione parmigiana verrà, come è noto, inviata a Maria Luigia a Pia­cenza dopo l'ingresso delle truppe austriache in città. Costituita il 10 marzo (DEL PRATO, L'anno 1831, cit., p. 81), la deputazione sarà ricevuta dalla duchessa il 13 marzo 1831. Per Io svolgimento di questo incontro v. Gazzetta di Parma, 19 marzo 1831. Cfr. anche quanto scrìve Maria Luigia al padre nella lettera del 17 marzo 1831, pubblicata in SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 312-314.