Rassegna storica del Risorgimento

ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
anno <1981>   pagina <13>
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Il Viceré Ranieri e Maria Luigia 13
Mareschal e, più ancora quello del conte Inzaghi, appartenente al ramo stiriano di una nobile famiglia di origine lombarda, che aveva alle sue spalle una presti* giosa carriera trascorsa in diverse province della monarchia e che era destinato a diventare cancelliere supremo delle cancellerie riunite, dimostrano come del resto risulta esplicitamente da una lettera di Ranieri all'imperatore45* l'importanza che l'arciduca annetteva al problema della riorganizzazione della corte ducale parmense e quindi anche a quello della scelta della persona desti­nata a guidarla in questa fase.
Il lungo scambio epistolare di opinioni tra Ranieri e Maria Luigia viene intervallato da una rapida visita del viceré a Piacenza.46* La corrispondenza tra Milano e Piacenza si fa più rada, ora che gli avvenimenti più drammatici sono passati e che la situazione almeno per quanto riguarda il ducato è ormai sotto controllo, ma non per questo essa tocca temi di minor interesse. In questa fase di corrispondenza meno fìtta si situano anzi alcune lettere nelle quali Ra­nieri, che già in precedenza aveva espresso il suo parere sulle finanze, for­nisce i suoi suggerimenti in materia di amministrazione dello Stato e formula le sue osservazioni sul relativo progetto di decreto steso da Mi strali. La prima osservazione del viceré, ancora prima di avere preso una dettagliata visione del documento redatto dal consigliere di Maria Luigia, concerne la denomina­zione delle due presidenze.48) Egli suggerisce di sostituire i termini di presi­dente delle finanze e presidente dell'interno, con quelli di presidente della prima e presidente della seconda sezione dell'amministrazione dello Stato. Questa modifica appare a Ranieri necessaria anzitutto perché è difficile una precisa linea di divisione di competenze per materia tra i due uffici, e poi perché una denominazione non troppo rigida e vincolante consentirebbe una maggiore ela­sticità nella suddivisione degli affari pubblici tra le diverse sezioni. La sovrana sarebbe così libera nel futuro di provvedere eventualmente ad una diversa ripartizione secondo le necessità del momento. Su questo tema Ranieri ritorna anche dopo una lettura approfondita della bozza di programma redatta da Mi-
tembre (SALATA, ivi, pp. 322-323). L'idillio politico della duchessa con Mareschal era però destinato ben presto a spezzarsi.
45) L'arciduca Ranieri all'imperatore, Milano, 31 marzo 1831: La situazione della Duchessa di Parma, come Vostra Maestà sa, meglio di me, è per alcuni aspetti così delicata e d'altra parte ci sono tanti abusi da togliere, che non è piccola cosa assumere tale ufficio, per il quale occorre perciò una persona di non comune valore in ogni riguardo , in SA­LATA, Maria Luigia, cit., p. 283, n. 74 a. Del resto Maria Luigia stessa era ben conscia della delicatezza e dell'importanza del problema; v. la lettera del 28 marzo all'imperatore, citata alla n. 38.
46) Questa visita è annunziata nella lettera del 13 aprile 1831. Il resoconto del viag­gio del viceré compiuto il 15 aprile, è in Gazzetta Privilegiata di Milano, 19 aprile 1831.
47) È il progetto destinato a sfociare nel decreto sovrano del 9 giugno 1831.
Maria Luigia informa l'imperatore di avere chiesto consiglio a Ranieri nella lettera del 20 aprile 1831, citata alla nota 37. Un accenno al parere chiesto al viceré è pure nel rapporto n. 26 A del 29 aprile di Mareschal a Metternich del 29 aprile, citato alla nota 38. In esso rinviato del cancelliere definisce il decreto che si stava preparando non una vera riforma, ma un semplice adattamento delle strutture amministrative esistenti, che non era però privo, a suo parere, di aspetti positivi*
Sull'azione di Mistrali vedi soprattutto MANCOSO, Vincenzo Mistràli, cit., pp. 28-29.
48) Lettera del 19 maggio 1831. Il rilievo di Ranieri sui nomi delle presidenze verrà accolto nel decreto definitivo.