Rassegna storica del Risorgimento
ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
anno
<
1981
>
pagina
<
15
>
. Il Viceré Ranieri e Maria Luigia 15
blema della nuova organizzazione amministrativa dei ducali finisce quindi con il toccare indirettamente (non vi è nessun accenno esplicito in questo Benso) anche la questione dei rapporti tra gli nomini al vertice della burocrazia parmense, e cioè dei rapporti tra i due presidenti Mistrali e Caderini. È quella tra Mistrali e Caderini una convivenza difficile per la diversità di indole, di carattere e di comportamento tra i due personaggi, resa ancora più tesa e precaria dall'indubbia tentativo di Mistrali, la personalità più forte e ambiziosa, di foggiare a sua immagine il dicastero delle finanze e di assicurarsi cosi un peso predominante e egemonico nella conduzione della cosa pubblica. Il viceré sembra in questa lettera voler circoscrivere rispetto alle sue aspirazioni l'influenza di Mistrali,56) al quale pure riconosce talento, diligenza, zelo, esattezza di vedute, doti tutte che lo rendono, a suo parere, il più capace tra i collaboratori di Maria Luigia. Il problema delle persone e della ripartizione tra loro delle competenze non è, però, per Ranieri il problema centrale della vita politica parmense. Le questioni essenziali che Maria Luigia si trova a fronteggiare all'indomani della rivoluzione sono secondo l'arciduca la semplificazione delle pratiche in tutti i rami dell'amministrazione, il licenziamento degli impiegati e, soprattutto, una rigorosa politica di generale contenimento della spesa pubblica.
i soccorsi pubblici e l'amministrazione delle prigioni, delle Case di custodia, di forza e di correzione e del deposito per i mendicanti. Successivamente nel progetto vengono attribuiti alle finanze anche i numeri 5 e 8 dell'articolo 3 del regolamento, e cioè la tutela amministrativa dei comuni, di ospizi, di enti parrocchiali, ecclesiastici e di beneficenza e dei beni del clero e l'amministrazione delle acque e strade. (Una nota in margine al progetto di decreto aggiunge appunto i numeri 5 e 8 alle attribuzioni delle finanze. Questa aggiunta è completata da un'osservazione, forse di Ranieri, ce cioè la tutela dei communi e le acque e strade ). Mistrali propose poi probabilmente di riservare alle finanze anche le materie contenute nei numeri 3 e 4 dell'articolo 3, e cioè quelle relative al personale di commissari, podestà e sindaci e alla divisione territoriale. L'accenno contenuto nella lettera di Ranieri a materie estranee agli affari finanziari, che si vorrebbero assegnare alla presidenza delle finanze, va probabilmente riferito a questo ulteriore tentativo di Mistrali di estendere la sua sfera di influenza. In un'altra nota al progetto di decreto di A.S.P., Segreteria di Gabinetto, Atti Sovrani, b. 18, infatti si legge: NJB. I numeri 3 e 4 dell'articolo 3 come interamente estranei alla parte finanziaria sarebbero da lasciarsi far parte delle attribuzioni della Presidenza dell'Interno, ossia della seconda Sezione dell'amministrazione dello Stato .
K) V. ad es. quanto sul contrasto tra Mistrali e Caderini scrive Mareschal a Mettermeli (rapporto n. 39 B del 6 luglio 1831 in PEDROTTI, La missione del barone MarschaU, cit., pp. 129-130), e allo stesso Mistrali, già il 19 mazzo e poi di nuovo il 6 agosto 1831, lettere pubblicate in MANCUSO, Vincenzo Mistrali, cit., pp. 58-59 e 59. Interessanti, basate come sono sulle lettere di Giulio Pagani, sono le osservazioni di MAS NOVO, I moti del '31, cit., pp. 44-46. Caderini ritornerà poi alla per lui più congeniale funzione di magistrato, e il 12 agosto 1831 assumerà l'incarico di presidente del Tribunale Supremo di Revisione, sostituito alla presidenza dell'interno da Francesco Cocchi. Maria Luigia, che nelle lettere al padre ha taciuto il contrasto tra Mistrali e Cadérmi, informa l'imperatore delle dimissioni di quest'ultimo in una lettera del 12 agosto. SALATA, Maria Luigia, cit., pp. 320-321.
56) Questa interpretazione della lettera di Ranieri sembra confermata da quanto scrive Maria Luigia a Mistrali il 31 maggio: j'ai encore reluc la lettre de mon Onde et je croi qu'il tient cstrémement a ses obscrvations, pour certe raison il vaut mieuz je croia que nous le fassions de concert avec le Président Cadérmi s'il en est content mon Onde se rangera plus facilement a nos observations, je crains sana cela qu'il ne arie que j'ai eu tort de céder et que vous voulez empiéter sur les droits de votre collègue... . La lettera, già ricordata alla nota 49, è pubblicata in MANCUSO, Vincenzo Mistrali, cit., pp. 78-79.