Rassegna storica del Risorgimento

ASBURGO RANIERI GIUSEPPE (D'); MARIA LUIGIA D'ASBURGO-LORENA, I
anno <1981>   pagina <16>
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Marcella Pincherle
Una linea di strenge Oekonomie OT) sembra a Ranieri, che già aveva rivolto altri ammonimenti in questo senso a Maria Luigia, la condizione necessaria e indispensabile per risollevare lo Stato parmense dalla crisi in cui gli errori pas­sati e la rivoluzione l'avevano gettato.
Il problema concreto della suddivisione degli affari tra le due presidenze continua a dimostrarsi piuttosto complesso e viene nuovamente sottoposto all'at­tenzione di Ranieri. Al viceré viene presentato un secondo progetto, nel quale le competenze del dicastero delle finanze comprendono tutte le materia già attri­buite al direttore dell'interno dal vecchio regolamento sulle quali si era discusso in margine al primo progetto, tranne la divisione territoriale.58) Esisteva, però, probabilmente negli ambienti parmensi una tendenza che metteva in discus­sione la sfera di influenza, considerata troppo estesa, che Mistrali si era riser­vata. Infatti la lettera59) nella quale Ranieri torna ad affrontare il problema del­l'assetto di vertice della burocrazia del ducato dimostra che era ancora aperta una questione che il secondo progetto di decreto farebbe ritenere ormai chiusa, e cioè quella della competenza in materia di affari comunali. È interessante rile­vare che il viceré questa volta formula una proposta che, motivata come è dal suo giudizio sulle personalità di Caderini e Mistrali, sembra discostarsi da quanto egli aveva sostenuto in passato. Esistono scrive Ranieri due pos­sibili criteri da seguire nella suddivisione delle competenze tra gli uffici, uno fondato sulla natura e il carattere degli affari, l'altro basato sulla capacità di lavoro degli uomini preposti al funzionamento dei rami dell'amministrazione. L'arciduca ritiene ora che nel ducato l'adozione del primo criterio, date le minori capacità di Caderini rispetto a Mistrali, potrebbe avere come conseguenza un lento e difettoso funzionamento dell'amministrazione degli interni e quindi consigliare di estendere le attribuzioni del dicastero delle finanze. In partico­lare Ranieri ritiene che a Mistrali possano essere affidate, tra le materie riser­vate dal regolamento di gennaio al direttore dell'interno, oltre all'amministra­zione delle acque e strade, anche gli affari comunali.60* Mistrali aggiunge Ranieri è molto qualificato per seguire questa materia, dato che ha ricoperto per lunghi anni la carica di governatore di Parma. L'arciduca, però, invita Maria Luigia a non prendere una decisione definitiva prima di avere interpel­lato il barone Mareschal, che conosce meglio di lui sia la situazione locale sia le caratteristiche personali di Caderini e di Mistrali. La conclusione della let­tera di Ranieri tradisce quindi una certa esitazione e cautela, e del resto dalle missive del viceré dedicate all'esame del decreto sull'amministrazione emerge una oscillazione di giudizio tra le prime due lettere e la terza.
Il decreto sovrano assegna alle finanze la competenza in materia di acque e strade, ma lascia agli interni gli affari comunali. La soluzione adottata è prò-
Simile a quello di Ranieri è in questo punto l'atteggiamento di Mareschal. Cfr. in particolare SALATA, op. cit., pp. 222 e 230.
58) Anche questo secondo progetto, che si allontana dal testo finale solo in due punti riguardanti la ripartizione delle competenze tra le presidenze è in A.S.P., Segreteria di Gabinetto, Atti Sovrani, b. 18. In esso alle finanze sono attribuiti i numeri 3, 5, 6, 7 e 8 dell'articolo 3 del regolamento di gennaio. Quindi il precedente parere di Ranieri seguito per il numero 4 (lasciato agli interni) è disatteso per il numero 3.
5?) Lettera del 6 giugno 1831.
*) Si dava evidentemente per scontato che i soccorsi pubblici e l'amministrazione degli istituti menzionati nel numero 7 dell'articolo 3 del regolamento di gennaio passassero alle finanze.