Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1981>   pagina <44>
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44 Vincenzo G. Pacifici
segno degli ideali democratici e dell'insegnamento mazziniano, si insiste sol legame tra questione siciliana e questione nazionale e si caldeggia una soluzione federale. *
È vero che nel momento più intenso della polemica ed anche più tardi nega qualsiasi suo debito ideologico verso alcuno,6) ma è pur vero che il vincolo è assai stretto almeno dal 1850 al 1859 e che il primo sintomo di distacco è indubbiamente rappresentato dall'incontro, avvenuto a Natale del 1859, tra Crispi e La Farina, incontro che segna e consente una svolta nella preparazione dell'impresa dei Mille.8)
La statura ed il prestigio dei personaggi sono tali che gli studiosi hanno potuto, e non paradossalmente, sostenere le tesi più antitetiche riguardo il peso del loro rapporto. Infatti, se da un lato Jemolo ha rilevato che la figliolanza spirituale non poteva mai avere avuto radici oltremodo profonde ,9) Sergio Romano, tra i più recenti esegeti della figura dello statista siciliano, ha ritenuto che dal gennaio del 1855 alla fine del 1859 Crispi fu uomo di Mazzini e ne subì il fascino e ha scorto nell'asprezza del litigio la prova dell'intimità e della cordialità esistenti.10) Il Cavour, con il suo inarrivabile intuito, consi­derò nel 1860 il giovane Crispi, l'uomo decisivo per il successo dell'impresa dei Mille, ancora legato agli ideali mazziniani ma non logorato da trent'anni di cospirazioni e non vincolato alle pregiudiziali morali dell'altro, che era certamente l'avversario di maggiore spessore e proprio nel timore di uno scos­sone democratico-unitario-repubblicano da lui impresso alla situazione an­cora fragile, volle che l'annessione fosse proclamata attraverso la votazione di­retta del plebiscito e non già con l'assemblea, richiesta dagli insorti.In
Credo, comunque, non si possa comprendere la posizione di Mazzini nei confronti di Crispi, se almeno sommariamente non si leggano i primi giudizi formulati dal ligure.
In una lettera del 29 agosto 1855 a Gaetano Valeri, durante la permanenza di Crispi a Londra, Mazzini lo definisce italiano di Sicilia, uno dei migliori ch'io mi conosca tra i nostri, amicissimo d'amici miei e di me . Alcuni mesi più tardi (4 novembre), ripete a Nicola Fabrizi un giudizio sostanzialmente analogo.n)
Non si discostano nella loro positività gli apprezzamenti contenuti nelle
5) A. GALANTE GARRONE - F. DELLA PERUTA, op. cit., p. 460.
*) F. CRISPI, Discorsi parlamentari, cit., voi. I, p. 680.
7) La conoscenza personale rìsale al gennaio 1855, mentre quella epistolare inizia nel 1850, quando svanito il bel sogno dì libertà e d'indipendenza col ritorno delle passate tirannie, i più intrepidi patrioti avevano ripreso a cospirare (F. CRISPI, / Mille (da docu­menti dell'archivio Crispi), Milano, 1911, p. 54).
La prima lettera di Mazzini a Crispi risale all'I 1 aprile 1850 (Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini (d'ora in avanti, S.E.I.), voi. XLII, Imola, 1906-1943, pp. 210-214).
*) E. MORELLI, La rivoluzione siciliana del 1860, in Archivio storico per la Sicilia orientale, LVI (1960), p. 14.
*> A. CJBMOLO, Crispi, Firenze, ed. 1972, p. 22.
,0> S. ROMANO, Crispi. Progetto per una dittatura, Milano, 1973, p. 24.
") E. MORELLI, Mazzini, in Correnti ideali e politiche della Sinistra italiana dal 1849 al 1861. Atti del XXI Convegno storico toscano (Castelvecchio Pascoli, 26*29 maggio 1975), Firenze, 1978, p. 44.
u) S.E.I., voi. LIV, p. 288 e p. 330.