Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
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1981
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Crispi e Mazzini
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non tireremo profitto. Assai esplicito, quasi lapidario è il giudizio espresso nella seconda: Persuaditi, amico mio, che meno nelle imprese di guerra, di lui non c'è che farne.
Nell'atmosfera solenne e impegnativa della Camera, nel luglio sempre del 1861, Crispi ha modo di delineare le linee polemiche e ideologiche della sua azione: Io non entrerò in osservazioni intorno al sedicente partito nazionale, che vuoisi nato cinque o sei anni addietro, e nel quale si sarebbero data la mano con politica antitesi i conservatori ed i rivoluzionari. Il partito dell'unità ha un'origine assai più remota. Per le idee sorse con Dante e Machiavelli; per l'apostolato e il generoso ardire venne dal solo uomo che oggi resta proscritto d'Italia. Aggiunge, poi, significativamente: non è più il tempo dei partiti, oggi che la nazione comincia ad esistere. Non è più il tempo dei partiti quando siede qui raccolto un Parlamento eletto da questa Nazione. E devesi alla Nazione, devesi al Re, devesi a Garibaldi, capitano del popolo, l'iniziativa dei grandi fatti, dei quali siamo stati testimoni ed attori .3
Intanto, in questa situazione davvero non idilliaca e non serena per la gravità naturale dei problemi sul tappeto, Crispi, e lo fa nel seguito di una lettera confidenziale, scrive, nel maggio del 1861, all'amico Rosario Bagnasco della prossima certa caduta di Cavour e si preoccupa di sottolineare la necessità di tenersi nella legalità , di evitare e di non promuovere tumulti e dimostra zioni. Noi abbiamo prosegue i mezzi legali per combattere il governo: la tribuna, la stampa, le petizioni; con questi mezzi potremo fare grandi cose. Ogni disordine non può esserci che fatale. Potrebbe mettere in pericolo le nostre libertà, e quel che è peggio l'unità del nuovo Stato italiano. Potrebbe anche, nelle condizioni in cui è l'Europa, far che un intervento straniero venga ad impedir per sempre il consolidamento dell'Unità Nazionale. Tranquillità dunque e prudenza massima: ecco quello ch'io vi consiglio .37)
In occasione della scomparsa di Cavour, l'organo di stampa Crispino, Il Precursore, assume una posizione, che al di là dei limiti dell'occasione, mostra una buona predisposizione all'operoso confronto: la destra e la sinistra parla mentari debbono agire come la destra e la sinistra dell'uomo e formula l'auspicio che il nuovo Ministero fosse l'espressione di questa concordia, il simbolo d'aspirazione di tutti i partiti . M*
L'undici di luglio, però, il giornale esalta F esule grande ed unico , rammenta le quarantamila firme raccolte per richiamarlo in patria e, dopo aver riconfermato l'intatta fede repubblicana, si chiede: si vorrà forse che un uomo il quale mette a disposizione della Monarchia le forze immense del suo partito, che manda i suoi proseliti ad innaffiare di sangue la Croce Sabauda, si vorrà ancora ch'egli vi sacrifichi le opinioni innocue? . Mazzini viene definito il maestro dell'Opposizione tutta, che oggi in Parlamento ha la sua potente rappresentanza .39* Di notevolissimo interesse è il fondo , apparso il 24 ottobre, in cui II Precursore, nel commentare il discorso pronunziato da Bertani
35) A.C.S., Carte Crispi, Archivio di Stato di Palermo, fase. 114/XLII.
Sui giudizi negativi di Crispi nei riguardi di Garibaldi, v. anche A. SCIROCCO, / democratici italiani da Sapri a Porta Pia, Napoli, 1969, p. 125.
36) F. Citi SPI, Discorsi parlamentari cit., voi. I, pp. 51-52.
37) p. CBISPI, Carteggi politici cit., pp. 34-35.
38) il Precursore, n. 137 di lunedi 10 giugno 1861. 3 Ivi, n. 164 di giovedì 11 luglio 1861.