Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1981>   pagina <50>
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Vincenzo G. Pacifici
alla cerimonia di fondazione della Società unitaria di Genova, è dell'avviso che dopo l'il maggio 1860 che i nostri amici sbarcarono a Marsala capitanati da Garibaldi, non è lecito a chicchesia di supporre negli uomini del partito d'azione prìncipii politici differenti da quelli professati in pubblico. Noi siamo gli antichi repubblicani d'Italia, né temiamo, come non ci vergogniamo, di aver creduto nel trionfo d'un sistema, che oggi siamo ben lungi dal voler attuato. La nostra fede nella repubblica aveva la sua ragione d'essere, né oggi siamo in contraddi­zione con noi stessi nell'aver accettato la monarchia . Si giustificano e sintetiz­zano, poi, le scelte politiche, che hanno comportato la rinunzia alla tradizione ideologica. I repubblicani trionfanti sul nemico, lo vollero essere anche su loro stessi . Essi, compresi d'una grande verità, cioè che proclamando la repub­blica, avrebber creato in Italia un dualismo, e forse anche attirato nuovi inter­venti stranieri, eglino che volevano l'unità e l'integrità della patria dalle Alpi ai tre mari, accettarono francamente e lealmente il principato, e così resero facile la costituzione d'un regno di 22 milioni d'abitanti, alla quale avevano lavorato. In nessuna contrada del mondo fu vista tanta abnegazione e tanta po­tenza di sagrifizio! . Rinunziare non significa tradire, perché la monarchia è stata accettata per avere l'Italia una ed indivisa . 4)
Il quotidiano moderato, La Perseveranza, nel numero del 30 giugno, forni un ritratto, pur nell'indubbia diversità, lusinghiero di Crispi. È un uomo ar­dito riconosce il giornale come tutti sanno, ma che conosce anche gli affari e sa all'uopo far dell'opposizione laddove e come si deve. Il Crispi è infa­ticabile atleta: nissuno che gli stia dinanzi per l'energia e l'intrepidezza delle convinzioni. La natura meridionale lo infiamma e trasporta qualche volta oltre misura, ma anche nelle sue tempeste ci mantiene sempre una certa apparenza di calma. Il Crispi porta nell'anima infatti alcuni ricordi amari di persecuzioni patite nel Piemonte: gli ultimi eventi di Sicilia hanno inacerbata la sua irrita­zione. Il Crispi è quindi tra gli avversari più implacabili, e se volete conclude cavallerescamente più leali, della nostra politica .41)
Il 1862 si apre con una decisa presa di posizione di Crispi, contrario alle dimissioni in massa dei deputati della Sinistra. Dopo aver avvertito che il gesto sarebbe una violenza morale sulla Corona, che sola ha il diritto di sciogliere l'assemblea legislativa , precisa che se vogliamo esser liberi, bisogna non invadere l'altrui autorità, ma lasciare ai grandi poteri della nazione tutta l'indi­pendenza nell'esercizio delle loro funzioni . Assai attento si mostra, infine, nel-l'indicare i compiti della Sinistra, che dev'essere la vigile sentinella della Costituzione, la severa custode delle leggi, il pubblico ministero della rappre­sentanza nazionale.42) L'atteggiamento distensivo dette esca a pettegolezzi, tanto che 11 Diritto si incaricherà di definire corbelleria da un lato e di rot­tura dall'altro verso le frange dell'Estrema la voce, raccolta e qualificata dal Tri­buno e delle Nationalités mostruosa alleanza , di un accordo tra Ricasoli, Crispi e Mordini.43J
40) Ivi, n. 254 di giovedì 24 ottobre 1861.
Per la circolare informativa della riunione dei democratici nel capoluogo ligure, v. B.. COMPOSTO, 1 democratici dall'unità ad Aspromonte, Firenze, 1967, pp. 157-159.
41) JJI Perseveranza del 30 giugno 1861.
42) F. CRISPI, Carteggi politici cit., p. 70 - Lettera ad ignoti amici del 29 gennaio
1862.
) Ji Diritto, a. IX, n. 53 di sabato 22 febbraio 1862.