Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
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1981
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Crispi e Mazzini
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Il 25 febbraio si svolge alla Camera una discussione, scaturita da un'interpellanza di Boggio, con la quale si intendono conoscere gli eventuali rapporti intercorsi tra il Governo e i comitati di provvedimento e le intenzioni dell'esecutivo nei confronti di questa organizzazione, reputata dai moderati un quasi governo extra-legale . **)
Ricasoli pronunzia un discorso, definito da Carlo Tivaroni, come sempre dogmatico, ma ispirato alle dottrine liberali .45J L'intervento di Crispi, già politicamente significativo, è rivolto, con una lucida disquisizione giuridica, a mostrare la piena legittimità costituzionale dei comitati . L'argomentazione essenziale è fondata sull'articolo 32 dello Statuto, che fissava per il diritto di associazione il solo limite del rispetto delle leggi dello Stato
Nel silenzio della legge sostiene Crispi in tatto ciò che si riferisce ai grandi principi della libertà, ogni presunzione tendente a restringerne [il diritto di associazione] il godimento non è permessa . Conclude, esprimendo l'auspicio che il Governo non vorrà dimenticare il dovere (e il Parlamento associandosi a lui, lo compierà) di ordinare l'Italia potentemente, affinché ci trovassimo pronti in tutte le contingenze a propugnare l'unità nazionale. .
Un giudizio favorevole ai Comitati è espresso da Brofferio, il quale formula l'augurio di un aiuto dell'associazione al governo perché abbia vita l'Italia libera, una, potente con Vittorio Emanuele, da Macchi, per il quale la Camera è stata unanime nel riconoscere nei Comitati di provvedimento il diritto d'esistenza e da Depretis, il quale non scorge differenze tra il sodalizio democratico e la Società nazionale .47)
Il 9 marzo, circa 400 rappresentanti di vari gruppi unitari si riuniscono a Genova ed approvano lo Statuto delle associazioni liberali-democratiche italiane. I principali punti programmatici sono l'unità con Roma capitale, l'uguaglianza di tutte le classi, l'indipendenza e l'unità mediante il concorso delle armi cittadine ed il richiamo di Mazzini. Viene nominato un comitato composto da 30 consiglieri, che ha come membri effettivi Crispi, Nicotera, Campanella, Bertani, Sani, Cairoli, Mario e Miceli e tra i supplenti Mordini, Asproni, Montanelli, Fabrizi e Pianciani. Presiede con un esecutivo di 5 componenti Garibaldi.
Una impronta più specificamente mazziniana ha l' Associazione emancipatrice italiana , sorta nello stesso periodo con la guida di Garibaldi, coadiuvato da Campanella, Grilenzoni, Savi, Cadolini e Mosto.48>
Una lettera a Felice Di Maggio del 27 marzo 1862 serve a puntualizzare la posizione di Crispi nei confronti del re, posizione al momento condizionata dal sogno di una riconquista della città natale di Garibaldi. Noi siamo con luì precisa finché egli sarà con l'Italia e sarà fedele al plebiscito del 21 ottobre 1860. Ce ne distaccheremo il giorno ch'egli mancherà ai suoi obblighi. Non ci è a dargli a dritto e a torto del leale, dopo il distacco di Nizza dall'Italia e finché non saremo sicuri ch'egli si adoperi a ricuperarla ed a ricuperare con noi tutta la terra italiana occupata dallo straniero .49)
*> A.P. Camera, legisl Vili, set*. 1861, Diss., voi, HI, p. 1378. 45) C. TIVARONI, L'Italia degli Italiani, t. II, J859-1866, Torino, 1896, p. 413. A-P., Camera, legisl. Vili, sess. 1861, Dina., voi. Ili, pp. 1382-1383. ) Ivi, pp. 1384-1386. "> C. TIVARONI, op. cit., pp. 418-419.
49) F. CRISPI, Corteggi politici cit., p. 78 - Lettera a Felice Di Maggio del 27 mano 1862.