Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1981
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pagina
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Vincenzo G. Pacifici
mentore. I casi di agosto avverte con una buona dose di retorica compromisero runità e la libertà d'Italia. Fortunatamente la crisi è nel suo termine e nulla avvenne che possa farci temere dell'avvenire del nostro paese. Vede l'unità integra dopo un'esperienza che l'ha scossa. Le violenze, gli arbitri, le incostituzionalità del partito moderato sono stati un elemento di nuova forza per noi. Dopo gli errori delle Luogotenenze conclude ci voleva ancora quest'altra prova: il dispotismo provvisorio . Questo dispotismo provvisorio non può che provocare disordine e ingenerare odio >> nei confronti del potere centrale. Le ultime parole sono davvero un appello al sacrificio della pazienza; fissa infatti il compito proprio e dei suoi amici nell' incoraggiare i nostri ad aver fede nella stella d'Italia, tenendosi forti al plebiscito .
Decantato dall'emozione immediata e dalle ripercussioni più acute è il giudizio formulato sul fatto doloroso di Aspromonte nel maggio del 1864 da un Crispi ancora tanto discosto dai caldi momenti della polemica con Mazzini da sostenere l'atteggiamento sempre legalitario di Garibaldi sin dalla proclamazione del Regno. Questa tesi si fonda sull'interpretazione che vuole i fatti calabresi come un mistero , seguiti da una grande espiazione e dalla parte di coloro che ne furono causa, e dalla parte degli altri che li repressero .74*
La vicenda ha indubbiamente un effetto traumatizzante all'interno della Sinistra che vede accentuato il processo di disgregazione e di allontanamento, già latente per la grossa statura degli elementi di punta, insofferenti l'uno dell'altro.
Prova di questa situazione sono le parole, certamente forzate dalla polemica, di Alberto Mario, il quale, nell'aprile del 1863, divide il settore democratico in tre gruppi, un gruppo monarchico aspirante unicamente al potere, capeggiato da Mordini e da Crispi, il partito d'azione desideroso solamente di fare alle fucilate per fare alle fucilate e da ultimo la democrazia pura , impegnata a reclamare il suffragio universale, la lotta all'analfabetismo e la democratizzazione dell'esercito con la formula della Nazione armata e nella prospettiva della creazione di un sistema repubblicano-federale.75)
L'affermazione per quanto riguarda Crispi era, abbiamo or ora detto, forzata ma sicuramente il quadro globale della situazione della Sinistra non era infedele.
Il 15 dicembre del 1862, nel dichiarare il voto favorevole all'esercizio provvisorio finanziario, Crispi si era innanzitutto preoccupato di confutare Bertani, il quale aveva censurato a priori l'atteggiamento del siciliano, basato su un sofisma , quello del voto di natura amministrativa. Aveva quindi definito se stesso ed i colleghi guardiani della legge e della libertà , affidando alla Sinistra, debole numericamente per atterrare il Ministero il compito di sorvegliare l'azione governativa e di avvertire e censurare i responsabili degli errori. Aveva terminato, sottolineando il proprio realismo, che lo teneva lontano dalle posizioni estreme di Bertani e gli faceva comprendere il vero andamento dell'amministrazione del paese .76>
La stampa moderata trovò modo di lodare il contegno di Crispi e di Mor-
73> F. CRISPI, Carteggi, politici cit., pp. 170-171 - Lettera a Saverio Friscia dell'll ottobre 1862.
74) AJP., Camera, legial. Vili, sess. 1863-64, Dia*., voi. VI, p. 4179.
75> R. MORI, La questione romana (1861-1865), Firenze, 1963, p. 301.
7 AJP., Camera, legisl. Vili, sess. 1861-62, Diss., voi. Vili, pp. 4753-4754.