Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1981>   pagina <59>
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Crispi e Mazzini
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patriottico, la morale da trarre è che la posizione di Crispi è ancora profonda­mente lontana da quella della maggioranza e ancora non molto discosta da quella tenuta dai democratici tradizionali, fedeli alla lezione mazziniana.
Crispi è ancora una volta estraneo alla manovra delle dimissioni parlamen­tari presentate, nel vano tentativo di scuotere il paese, da alcuni esponenti della Sinistra, quali Bertani, Guerrazzi, Campanella, Cairoli e Garibaldi, usciti con esiti alterni dalle elezioni suppletive del 1864. Questa posizione sostanzial­mente divergente non sottrae Crispi agli attacchi della stampa governativa, che nel pessimo esito della mossa vede invece principalmente una sconfitta di Crispi, neutralizzato nell'affermazione la maggioranza del Parlamento è mino­ranza del paese, e che questo non è più rappresentato da quella >.88)
Ancora La Perseveranza, nel gennaio, a convalida della persistente distanza fra i due schieramenti ma anche della posizione preminente di Crispi, svolge una lunga e dura requisitoria contro il deputato siciliano, rimproverato di accusare per togliere di dosso a sé medesimo le accuse che per avventura potessero essere mosse, insinuare l'accusa senza dirla apertamente, onde aver così a un tempo e modo a disdirsi, e maggior facilità a far accettare agli ignari le proprie insinuazioni, lasciar supporre di aver prove che poi, provocato a metterle in luce, non si danno mai . Crispi ha usato o meglio abusato di quest' arte , fino a raggiungere il triste culmine della seduta del 23 gen­naio, in cui si è discusso dell'attentato contro l'Imperatore francese.
Crispi, secondo il giornale, ha contortamente e confusamente insinuato che il complotto di Parigi era stato organizzato dal governo italiano per scredi­tare il partito d'azione ed era giunto con mille precauzioni e restrizioni e reti­cenze ad ammettere la dottrina del regicidio . L'idea di Crispi sarebbe stata quella di prevenire e turbare l'opinione , pur non essendoci il minimo fon­damento nell'accusa tornata solo e per intero a danno irreparabile di colui che ha tentato di lanciarla .89) Un altro quotidiano di destra definisce l'accusa di Crispi talmente incredibile che guizzò come una goccia d'acqua su di un ferro bollente .
Da parte sua Crispi si guarda comunque dal]'approfondire un solco antico e considerato ormai non insanabile anche dai settori della maggioranza politica­mente più lucidi e lungimiranti.
La Sinistra parlamentare, ma più esattamente la corrente crispina-mordi-niana, pubblica negli ultimi giorni del dicembre 1863 un impegnativo e per molti versi significativo indirizzo agli amici politici. In esso, ricordato l'im­pegno profuso nella recente discussione parlamentare sulla Sicilia, in difesa della ragione, del diritto e della verità , si rivendica la vittoria morale nel dibattito e si ripete l'interrogativo sulla necessità di un atto risoluto di tagli tra presente e avvenire; trasparente l'allusione al metodo delle dimissioni sostenuto da Bertani e dagli altri più intransigenti.
Infatti, è compiuta la rassegna dolorosa di tutti i mali morali e mate­riali che pesano sull'Italia e solo per carità di patria e per amore dell'unità
") A.C.S., Carte Crispi, Archivio di Stato di Palermo, fase. 114 /XLII - Lettera n. 50 del 23 dicembre 1863 ad Agostino Bertani. In un'altra lettera allo stesso Bertani del 3 gen­naio 1864 faceva presente la sua astensione (Ivi, n. 53).
88) La Perseveranza del 3 febbraio 1864.
89> Ivi, numero del 26 gennaio 1864.
9) La Discussione Piccolo Corriere d'Italia del 24 gennaio 1864.