Rassegna storica del Risorgimento

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Enzo Sipione
L'impastava come cera, li mandava alla galera. Oh che delizia!
Ora un prete spiritato [Pio EX] me li ha tutti ribellato, poveri sudditi!
Quel Pontefice briccone me li manda in perdizione, e in bocca al diavolo.
Non avràn più continenza: perderanno l'astinenza anche in quaresima.
Scorderanno gl'imprudenti che il digiuno e i patimenti purgano l'anima.
Code sempre mi dicea che il Signor benedicea su tutto i poveri.
Ed ho tutti impoveriti, perché fossero graditi a Dio e alla Vergine.
Li ho gravato di gabelle: ci cavarano la pelle Ferri e Santangelo,
che in quest'opera cristiana, han mostrato più che umana forza di spirito.
Li ho sottratto dal progresso, eh'è cagione d'ogni eccesso, Dio ama i semplici!
Per tirarlo a buon sentiero, ai peccati di pensiero posi l'ergastolo.
E la stampa l'ho cacciata nell'inferno, ond'è sbucata peste sacrilega!
Li ho depresso e li ho deriso, per aprirci il paradiso; Dio ama gli umili!
Li educai nelle segrete con la fame e con la sete, fin coi patiboli.
E per provvida misura misi in voga la tortura. Dio ama i martiri!
Or cotanto beneficio mi ritorna in maleficio, popoli barbari!
Presi a un matto fanatismo, han trascorso al vandalismo di dirsi liberi.
Hanno ucciso i miei soldati, benché al corso esercitati colla ginnastica.
Fin si giunse a rimandarmi i miei teneri gendarmi senza una sciabola.
Disperato Delcarretto, per quest'atto maledetto, partì per l'estero.
Mamma miai fu troppo amaro per me il dodeci gennaro. Che brutta pillola!
Per me ex principe sovrano meglio è ornai da sacristano cantare il requiem.
D'una tonaca ricinto,
penso almeno a Carlo quinto
che accendea moccoli.
E per mia consolazione, m'assomiglio a Napoleone stretto in Sant'EIena.
Popolaccio saraceno, senza legge e senza freno, io ti ripudio.
Basta a me quel che m'avanza d'una lucida speranza per la mia Napoli.
Forse i bravi lazzaroni, con un po' di maccheroni si faran docili.
Per condurli a voglia mia farà assai la polizia, e un buon carnefice.