Rassegna storica del Risorgimento

PAPA CARLO
anno <1981>   pagina <414>
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414 Enzo Sipione
cari ozi campestri; per me se trovo opportunità di ritornare senza rischio in famiglia, disporrò la mia stanza di studio in guisa che vi facciano grande apparenza i più grossi dottori da Eineccio e Cujacio sino ai dì nostri; terrò sul tavolino un volume impolverato del Digesto o delle Pandette; mi collocherò gli occhiali sul naso! ... Per carità non ridere delle mie parole; anche a me in questo momento viene sulle labbra un sorriso, ma è così amaro che nulla più... Di fuori non penetra nulla, perché lo stato d'assedio dura e chi sa fino a quando l'avremo. Però le buone notizie sono difficili; è l'epoca in cui la rivoluzione cade da per tutto e con essa tutti i partiti politici che con la loro divisione ne hanno provocato i disastri. Rossetti ed altri poeti han paragonato la condizione politica dell'Italia coi vari suoi principati all'Idra di Lerna a sette teste... il mostro è sempre mostro! Ed eccomi così arrivato alla mitologia, e mi dimenticava a dirti il meglio: procura che col solito mezzo io possa avere qui prontamente qualche centinaio di scudi, ed è affare cosi urgente che sarei costretto in caso d'indugio a mandare per primo il mio oriuolo a contar Tore nel taschino di qualche usuraio! ... Addio, tuo afF.mo C. P..3?)
Per alcuni mesi egli resta lontano dai familiari, nascosto a Palermo o nelle sue vicinanze. Compreso fra gli amnistiati ritorna finalmente a Modica e notizie su di Ini ricompaiono in una lettera del prozio a suo padre del 12 ottobre 1850. Tatto compreso dalla nuova necessità di ' dissimularsi ' aveva scritto al vecchio Consigliere, ormai andato in pensione, per comunicargli di avere l'intenzione di concorrere ad un posto di Relatore della Consulta del Regno . Vero è, scriveva il vecchio a suo padre, che in altri tempi io gli avea suggerito un tale concorso, ma fatta più riflessione, atteso il numero de' concorrenti fra i quali molti figli di Impiegati che meritano de' particolari riguardi, mi astenni di scri­vergli più oltre... e continua Un tuo amico, che sta per portarsi costà per i suoi interessi è informato di tutto, ed ha senno sufficiente per giudicare lo che conviene... Oh, quanto si pentirà della sua repugnanza alla Awocheria! .
Non è difficile leggere fra le righe che se si fosse presentato a Palermo non solo non sarebbe stato ammesso al concorso, ma avrebbe invece corso il rischio di essere arrestato.
Le teste calde amnistiate da Satriano lo erano state alla condizione di andare a vivere in una specie di domicilio coatto, o in campagna o nei piccoli centri, dove l'ambiente angusto li avrebbe indotti a rigar dritto o a riunirsi, al massimo, alla maniera degli antichi carbonari. Ma Papa, con una certa sfida ed in omaggio, comunque, a più remoti suggerimenti del prozio sembra, dopo sedici mesi, stufo della clandestinità modicana, lontano da ogni attività politica. Non è da esclu­dersi che don Carlo Rizzone gli ricordasse di tanto in tanto i fischi e la indigna­zione di Perez.
Che può fare: leggere? ma libri e giornali che non fossero addomesticati difficilmente ne giungevano fin là e di pandette e codici doveva averne fin sui capelli; scrivere? questo sì, e nel dicembre 1852 scrive infatti l'inno In morte di Vincenzo Gioberti,39) il cui decesso si era verificato nell'esilio di Parigi il 6 ottobre.
Egli spirò! Dell'esule funereo l'abbandona,
sino all'estremo passo e forse allor perdona
veglia la vita un tacito alle deserti ceneri
fiero destin, che al sasso i moti alti, del cor.
37) Ivi, pp. 255-262.
38) A proposito di questo ufficio cr. Consulta di Sicilia. Raccolta di pareri e voti particolari dal 17 agosto 1850 al 25 luglio 1857, Palermo, s.a. [1857].
39) In Liriche, cit., pp. 22-32.