Rassegna storica del Risorgimento

PAPA CARLO
anno <1981>   pagina <417>
immagine non disponibile

Carlo Papa 417
cospicuo numero di rendite censuali ed alcuni immobili, compreso il castello, dall'ultimo titolare della Contea di Modica.
L' avvocheria > come soleva definirla il prozio magistrato era la vita per diventare giurisdicente e nessuna meraviglia che il predecessore indicasse al successore la carriera percorsa da lui meedsimo. Ma il discendente ha lottato e si è battuto contro il sistema di cui il vecchio parente era una rotellina ed usa la professione forense per altre ragioni, quella, soprattutto, di forgiare le sue capacità al fine di * conciliarsi la fiducia delle masse con una condotta irrepren­sibile e beneficente'. Oltre che da Satriano i moti siciliani del '48 erano stati sconfitti anche dalla gazzarra e dalla scarsa capacità dimostrata dai capi nel* l'incanalare e dirigere senza devianze le forze popolari. E lui, che aveva già preso la parola nel Parlamento palermitano di San Domenico, viene di tanto in tanto prendendo la parola nelle aule giudiziarie di Modica, acquistando presto fama di pronto e provetto parlatore. I clienti Gnocco, residenti nelle capitali, a Napoli o a Roma, e villeggianti in Liguria, loro patria di origine, rimasti affe­zionati fino alla fine al loro procuratore di Modica, gli aprono uno spiraglio verso orizzonti più larghi. Malgrado ciò l'isolamento paesano, le frustrazioni immancabili dopo la sconfitta, l'atmosfera culturale dell'epoca accrescono le sue propensioni romantiche ed il suo pensiero si aggira sovente intorno alle que­stioni supreme della esistenza e della morte; ce n'è traccia vistosa in una com­posizione, intitolata l'estremo saluto a Giovannino Sampolo,41> una conoscenza del suo soggiorno palermitano:
Nello spazio ove tutto si muta tutto in calma per te resterà
rivela un certo tumulto dei suoi sentimenti, dei quali è specchio la 3a stanza
Come un ampio confuso orizzonte in quell'ora a noi sorge da fronte
che si annera da nembi agitato, la durata del misero esiglio
lunge lunge per poco solcato con gli a/Tanni che pinge sul ciglio
da una luce che tremola e va, co* sorrisi che troppi non dà!
L'umore è nero, anzi nerissimo, non si può non dar ragione allo zio, che del paese e della sua gente aveva dato la definizione che aveva dato.
Nel mese di luglio del 1856 suo padre muore, a sessantun'anni, lasciando tanti orfani; degli altri maschi Gioacchino ha tredici anni, Nicola undici, Car­melo nove e Giuseppe appena sette. Carlo, che di anni ne ha trentuno, ricorderà il padre, tredici anni dopo, con queste parole:
una vita purissima la di cui bontà fu superiore a tutte le invidie, si spense come d'improv­viso; e non vi fu cuore che non battesse alla morte di lui col profondo rammarico di chi perde l'amico, il benefattore, H padre, il fratello.42)
40) Le ditte Emanuele Gnecco di Napoli, Angelo Gnecco di Genova e Felice Gnecco di Roma si trovavano creditori del conte di Modica per affari conclusi tra il 1824 e il 1832 della somma di onze 39.611, come risulta dalla Sentenza n. 3497 della Gran Corte Civile di Palermo, registrata il 1 febbraio 1833 e pubblicata insieme al Piano di aggiudica-none fatta ai creditori del Sig. Conte di Modica, sX, s.a.
41) In Uriche, cit., pp. 134-139.
42) CABLO PAPA, Ricordi funerali, cit., pp. 3-4.
27