Rassegna storica del Risorgimento

PAPA CARLO
anno <1981>   pagina <418>
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Enzo Sipione
A lui toccava perciò prendere in mano gii affari della famiglia, ammini­strarne i beni, aiutare la madre nelle congiuntore domestiche. Ma con la 'signora marna' cui in giovinezza era stato 'causa di dispiaceri' i rapporti non sembra che fossero ottimi; certo è che alquanto affrettatamente sposa la signorina Maria Rosa Schifino, ottima ragazza di buona e doviziosa famiglia, ma di disarmante semplicità ed ignoranza, con la quale si stabiliranno e perdo* reranno rapporti di consuetudine ma giammai di affetto e tanto meno di amore, ed un temperamento romantico doveva sentirne la mancanza e farsene peso.43)
Dimostrando frattanto sagaci capacità di buon amministratore con la quota monetaria della eredità paterna, toccata a lui, fa costruire, limitrofa a quella gentilizia, un'altra casa più rifinita ed ornata, in uno stile neoclassico paesano, che denota comunque maggiore sensibilità e buongusto rispetto ai conterranei che intorno a quegli anni costruissero case o palazzi a Modica.44*
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Così il Papa tra affari, famiglia, matrimonio e murifabbri non trova tempo di scrivere, almeno di quelle cose destinate alle stampe, ma segue con la mas­sima attenzione quel che va accadendo in Europa e nel mondo e nell'estate del 1859 scioglie finalmente il Canto, che doveva gorgogliargli dentro da un pezzo. Come poesia vale quel che vale, ma dimostra chiaramente a quale livello ed in quale direzione aveano progredito i suoi convincimenti.
Si badi alla data: settembre 1859, re Ferdinando è morto da quattro mesi; a Napoli, con gran ritardo, si tenta di salvare il salvabile, ma a Modica, cioè nella punta estrema della prossima nazione unificata, Papa esclama già ' ed oggi è Italia ', malgrado l'armistizio del 6 loglio ed i preliminari della pace di Villa-franca dell'I 1 successivo.
Intravede, non solo poeticamente, ma politicamente, questa nuova Italia, che potrà finalmente allevare uomini liberi; chi pensasse il contrario pronun­ciava un'empia ingiuria contro la divinità, che ' vigile, muta gli spazi e i tempi * cioè i territori ed i regimi e chiama le uno ve età a cancellare i mali antichi. Iddio stesso conserva quel che resta dei popoli, logorati dall'altrui dominio (i veneti, i lombardi, i toscani, i siciliani) affinché testimonino che sull'antico orrore brilla un'alba splendente (dopo una ventina di anni si sarebbe detto: il sol dell'avvenir), non solo, ma disponendo la successione dei secoli e degli eventi, che hanno il punto di partenza nel suo pensiero creatore, rende questi popoli vicendevolmente interpreti di se stessi, messaggeri e custodi dell'avvenire ed al vecchio addita il nuovo, ' il libero americano ' mondo.
Ecco pienamente recuperato il vecchio Carlo Botta, mediante la lettura di Manzoni saggista, dei moderati toscani, dei cattolici liberali e così alla rivoluzione francese può contrapporsi l'americana, e paragonore Garibaldi a Washington,45*
43) In una lettera di Carlo maior al nipote Raffaele del 24 luglio 1849 si accenna ad un amore palermitano del giovane Carlo: cfr. E. SlPlONE, Dissensi, cil., p. 75 (lettera 9). Un altro cenno si riscontra nella poesia A G. de Spuches quando sposava Giuseppina Tur-risi-Colonna, in Liriche, eit., stanza 6*, p. 157.
**) Una descrizione di questa casa nel mio art. cit. Casa Papa e altre case.
45} Per la conoscenza del ' libero americano mondo * P. si era anche avvalso di un libro di ENRICO WHEÀTON, Storia dei progressi del diritto delle genti in Europa e in