Rassegna storica del Risorgimento
PAPA CARLO
anno
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1981
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Carlo Papa
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Intanto sta facendosi l'Italia e gl'italiani si sarebbero mostrati magnanimi ai volghi e a* re', ma un'altra considerazione scaturisce dal liberalismo di cui Papa continua a far professione: i trascorsi guai sono serviti a scontare l'ignobile forza e l'infamia ed i danni * che dal vasto imperio di Roma l'umanità ebbe a soffrire ed è assai interessante questo ripudio della romanità classica alla vigilia del 1860, che però, purtroppo, non sarebbe rimasto perennemente accettato con le tragiche conseguenze da tutti risapute.
Chi dieci anni avanti aveva proclamato la unione dei popoli alla condizione che i re fossero caduti, vede ora, * pari a tremendi arcangeli ' Vittorio e Bonaparte. La similitudine ci fa sorridere e l'immagine ci diverte, ma tale accoppiata non fece per nulla sorridere e tanto meno divertire le cancellerie europee dell'epoca: le idee hanno bisogno di incarnarsi negli uomini che le rappresentino e Vittorio rappresentava una garanzia costituzionale, mentre Napoleone Bonaparte era una delle tante facce della vicina nazione, che avrebbe fatto esclamare al poeta ufficiale del nostro Risorgimento noi che t'amammo, o Francia ,
Per quanto in via di moderazione il combattente del '48 non sa frenare la rampogna contro i * men che re, vilissimi sgherri a cui vaticina (facile profezia) lo scherno, affinché i 'vincitori esultino sull'infamato avel ' e Roma finalmente (tutta maiuscola) scioglierà la scomunica della schiavitù, che fa scomparire dall'uomo lo spirito divino, quell'anima, insomma, che è una costante frequente nella poesia di Papa.
Un anno dopo, nell'agosto del '60 premettendo un'avvertenza a questo scriveva povero canto... i voti e la speranza ci bruciavano il cuore e che appena ardivamo confessare a noi stessi, ora si mostrano come splendidi fatti compiuti e in parte alla vigilia di compiersi... Le future generazioni invidie-ranno a noi la fortuna sovrumana di assistere a questa sublime riscossa [Oh dolente per sempre colui / che da lunge, dal labbro d'altrui, come un uomo straniero, le udrà!] dei popoli, che non si arresterà solamente alla ricostituzione d'Italia, ma farà il giro del mondo. È l'Occidente che si organizza e si ricompone per visitare l'Oriente! . E concludeva: Avanzi del vecchio materialismo politico, sgombrate innanzi all'iDEA! le tenebre si dissipano, quando il regno della luce è apparso nell'universo .
Qual'era questa idea, che condivideva con Roma la grafia in tutte maiuscole? Ed il materialismo politico erano la realpolitik o le convinzioni immanentistiche? Lo sapremo in prosieguo di tempo, certo è, per ora, il fatto che a nome di tale generica idea gli opposti si conciliavano: democratici illuministi, mazziniani e azionisti di Fabrizi, radicali e liberali, moderati e rivoluzionari si ritrovavano non più contrapposti e se questo accadeva, seppur con qualche difficoltà, a livello di élites, fra i meno provveduti la confusione era ancora più caotica e finivano con confondersi Manzoni e Guerrazzi, Prati e Victor Hugo, Tommaseo e Mazzini e quella protensione da occidente verso oriente non era forse la palma, immaginata da Balbo, una cui fronda si bagnava nel mar Ligure e l'altra avrebbe dovuto bagnarsi nell'Adriatico?4
America, dotta pace di Weslfalia fino ai giorni nostri, prima versione italiana di COSTANTINO AHLIA, Napoli, Marghieri, 1859. Cr. altresì Garibaldi a Caprera, in La Campana, a. I, n. 31 del 30 novembre 1860.
46) In Liriche, cit., pp. 201-202.
47) C. BALBO, Le speranze d'Italia.