Rassegna storica del Risorgimento
PAPA CARLO
anno
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1981
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pagina
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Enzo Sipione
fondo quanto sterile sdegno contro la monarchia, avevano offerto ora a Papa, il modo di esprimere, con nn discorso pacato, lo sviluppo del suo pensiero, che lo portava all'approdo del liberalismo della destra storica.
H partito unitario infatti usufrultuando l'esperienza dei passati disastri, si facea da quel di più potente nella vera idea democratica della unificazione ed indipendenza della penisola, più compatta nel sacrificio delle quistioni di forma; e la propaganda monarchica nella fusione dei più ardenti monarchici e repubblicani operata dall'ex ministro Gioberti e dall'ex dittatore della Venezia Manin, dal pensiero passava all'azione con Garibaldi e Cavour... Se a Villafranca si salvava abilmente la rivoluzione dalla minaccia terribile d'un'ìmmensa lotta europea che avrebbe potuto schiacciarla e che avrebbe anticipatamente reciso il germe della riscossa greca e polacca; l'italico movimento riposato per poco ripigliava il suo impeto, vincendo col popolo a Calata fi mi, a Palermo, a Milazzo, a Reggio, a Napoli, a Capua, vincendo colla monarchia a Gaeta, a Messina, a Pesaro, a Casteliìdardo, ad Ancona. E fu veramente a Gaeta e Messina la vittoria dell'Italia meridionale, che in quelle fortezze vide agglomerato nel 1848 il centro della reazione che invadea quindi la Sicilia, Napoli, la Toscana, e annullava gli sforzi del liberalismo italiano.
L'analisi contìnua in questi termini:
Aspettando gli eventi di aver tutto intero il nostro confine, un Uomo, un sol uomo riusciva a compiere ciò che ai era mostrato problema inestricabile ai più fervorosi ed intelligenti patriotti; figlio del popolo, non dovea che rivolgersi al popolo e col lampo del genio fra le costituenti e il Suffragio diretto. liberatore e dittatore di popoli, Garibaldi sa trovar la parola d'universale concordia; riassumendo tutti i partiti del liberalismo italiano, rovesciando parecchie dinastie d'un solo colpo, comprende nel Plebiscito il presente e l'avvenire d'Italia; rinvigorendo un'antica monarchia, la vivifica e la trasforma, e non è già una corona che egli reca in dono a un Principe valoroso, ma sì gli addossa il dovere supremo e la tremenda responsabilità di completare custodire e reggere l'Italia già proclamata Una ed Indivisibile... cosi l'antico programma le nostre Alpi e il nostro Suffragio pronunziato pria da Mazzini, sviluppato da Garibaldi e Cavour, accettato dai popoli e dal Re, sanzionato dalla Rappresentanza nazionale, diveniva lo scopo costante di tutte le attività individuali e nazionali. La storia maraviglierà che una discordia abbia potuto esistere fra questi nomi benemeriti ugualmente del patrio rinnovamento, ma noi contemporanei dobbiamo rivelarne la causa.
Sarebbe cioè che accanto agli unitari-monarchici ed agli unitari repubblicani che strinsero il patto dell'unità nazionale, vi erano monarchici e repubblicani anti-unitari, che chiamerò individualisti monarchici, ed individualisti repubblicani . A coloro che amano la monarchia per se stessa, che hanno, si legge fra le righe, la vocazione dei lacchè, si contrappongono i repubblicani, i quali più che il bisogno dell'maVpenf/enza sentono vivo ed ardente il bisogno della libertà senza riflettere che senza la indipendenza di una patria solidamente e fortemente costituita non può esserci libertà. Erano, costoro, assorti nel cerchio delle loro convinzioni, decisi a non mai seriamente discuterle, rispondendo in modo dommatico o colla vivacità dello spirito ad ogni ragione politica e filosofica, anziché dominar dalla reggia, ambiscono dominare fra le moltitudini, ove ordinariamente la supremazia è devoluta ai più intraprendenti e più audaci.
Costoro aggiunge non tollererebbero la ingerenza dello Stato sugli enti locali, per cui la nazione sarebbe, al massimo, un aggregato di municipi autonomi; risulta dagli statuti di alcune associazioni ove predomina un tale elemento... un embrione di piccola dittatura, una organizzazione di poteri che ne mostrano la tendenza a tramutarsi in tanti governi locali .
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