Rassegna storica del Risorgimento

PAPA CARLO
anno <1981>   pagina <431>
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Carlo Papa
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fragio, ma per dar conto di quello che si è fatto, non vorrei che ci travagliasse il rimorso di avere troppo sollecitato gl'interessi municipali a scapito dei grandi interessi della nazione , in nome dei quali chiedeva la fusione dei ministeri dell'agricoltura e commercio e dei lavori pubblici in un unico da denominare della Pubblica Economia; suggeriva altresì accorgimenti per l'abolizione dei porti franchi ed in materia di tassa di registro e bollo. La finanza italiana concludeva non è in cattiva posizione per mancanza di forze; l'Italia non è consunta, essa ha invece moltissima vitalità. Ma siamo nell'obbligo di riparare a questa condizione di spossatezza, dobbiamo riparare al vuoto che ci minaccia, dobbiamo trovare gli espedienti perché non si prosegua in una via che potrebbe compromettere i destini della nazione .63)
Lui aveva svolto onestamente la sua parte, il discorso dimostra uno studio assai diligente dell'ardua quanto arida questione, molto buon senso e senso realistico, a distanza di un mese rappresentava un'ottima ammenda a quello un po' astruso ed astratto di impero e regioni (da letterato, potrebbe definirsi), mentre qua è stata messa a buon frutto la esperienza maturata recentemente di assessore già facente funzione di sindaco, di amministratore scolastico del cir­condario e, perché no? di giurista uscito da una scuola severa.
Il 7 settembre 1865 la ottava legislatura si era conclusa; vero è che Papa era stato eletto limitatamente alla seconda sessione, che aveva tenuto 262 sedute, ma aveva partecipato solo ad alcune, non assiduamente, ed infatti, in un mani festo del 21 ottobre, si legge, fra l'altro:
Il signor Carlo Papa, di cui se ne propugna la candidatura ebbe è vero, il grandissimo torto di non sedere alla Camera per quel periodo di tempo ebe i suoi elettori desideravano, e spesso ondeggiando fra opposti sistemi [cioè fra maggioranza e opposizione] non ha sin ora manifestato un programma netto e preciso di quell'ordine di idee necessarie ad ogni uomo politico, però ricco d'ingegno di cui Iddio lo largì a piene mani, inoltrato negli anni [aveva, ora, 40 anni e 8 mesi], col tesoro dell'esperienza e spoglio di quelle idee grette, di cui nei propri paesi anche i grandi ingegni son vittima, credete, o cittadini, che difficile riuscirebbe far accettare il programma che ha emesso una sezione di questi elet­tori al sig.r Papa? Nò le vostre idee oneste s'identificano con quelle di ogni cittadino, che vuole ristabilita l'armonia fra gl'interessi del Popolo e quelli dello Stato. Signori, coltivare ed apprezzare le patrie intelligenze con farne emendare al bisogno gli errori, che spesso son dei tempi, è dovere di tutti. Domandare al Sigj Papa un programma, in cui dichiari e svolga i principi, che gli saran di norma nel futuro parlamento sarebbe il vero patto fondamentale, che unisce gli eletti agli elettori; i quali aspirano al giusto principio di vedere ristabilito l'equilibrio nella finanza dello Stato senza novelli sacrifizi, inaugurando un sistema d'economia che incominci dal fuoco, che serve a riscaldare le Aule Parlamentari e dei vari Dicasteri, dalle spese segrete e di quelle di Cancelleria, che si leggono in cifra assai elevata nei resoconto ministeriale... Che si propugni il diritto e la giustizia, che si facessero i Programmi Governativi nella Pubblica Istruzione confidando l'insegnamento a persone che stessero all'altezza della più sublime missione sociale, è nelle questioni locali che si difendono strenuamente gl'interessi del paese.
Un postscriptum significativo concludeva l'appello:
Se sulla scelta del nostro Rappresentante in persona del signor Carlo Papa non po­tremo accordarci, numerosi accorrete all'urna eligendo sempre un vostro Concittadino e non persone a Voi ignote...M)
63) Il discorso, pronunziato nella tornata del 13 aprile 1865 fu stampato dalla tip. Arnaldi.
M) Foglio volante, stampato a Ragusa dalla tipografìa di Rosario Nicotra.