Rassegna storica del Risorgimento
PAPA CARLO
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1981
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432
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Enzo Sipione
Persone * ignote * potevano essere candidati forestieri del gruppo f abriziano, di note alla cittadinanza potevano essercene del gruppo Rizzone o di quello de Leva.
La minuta di una lettera del Papa, senza data, ma certamente relativa ad una delle sue vicende elettorali è assai chiara al riguardo:
Amico gentilissimo, a momenti vi ho telegrafato nella forinola da voi indicatami per l'affermativa, giacché intendo essere deputato e sarò con voi pria della fine del mese. Riguardo allo scandalo di che credevate avere paura non c'era nulla di positivo, dappoiché sul mio protocollo era scritto ciò che vi mando in buona forma, se può servire a qualche cosa, d'altronde non è mancato per taluni di raccogliere documenti all'uopo, ed han trovato tutto contrario alle loro vedute. Mia cura anzitutto fu di non seguire né coi Sindaci né coi maestri la mia corrispondenza con lettere di ufficio sin dal 1 aprile, ma con biglietti amichevoli, sicché ho mandato in aria tutte le piccole petizioni e tutte le richieste di dilucidazioni ed altro, che erano un agguato ridicolo per strapparmi una firma d'ispettore e servirsene al bisogno. Dal primo aprile sono adunque un dimissionario bello e fatto, in analogia anche alle mie scuse mandate al Ministero nel 25 settembre.
Avete letto la risposta del piccolo Scrofani arrabbiato per la perdita di 600 franchi, vergognoso attestato dei favori borbonici? Ecco i liberaloni ardenti, che si venderebbero all' anti-Cristo; e noi? ... noi siamo i pagnottisti, i malva, gli ambiziosi, i dottrinari.
Probabilmente è da riferire alla prima candidatura, di due anni avanti, ma il succo non cambia; l'agguato ridicolo, come dice, proveniva da quella parte; il piccolo Scrofani sarebbe Pietro (il * grande ' evidentemente Saverio), già guardasigilli nel governo prò dittatoriale, ormai pensionato e rientrato definitivamente da Palermo a Modica, cui si erano aggregati i Muccio, figli e nipoti di un altro alto magistrato; costoro, gli 'antipapisti' rappresentavano il partito di Modica bassa, della parrocchia di San Pietro, dalla quale Papa si era allontanato per domiciliarsi definitivamente a Modica alta, nell'ambito della parrocchia di San Giorgio. De Leva, Scrofani e Muccio non riuscivano però a trovare un punto di coagulo, che sarà rappresentato qualche anno dopo da Michele Rizzone Tedeschi e dal fratello Corrado, figli di quel Carlo citato nella lettera al figlio dal dottore don Raffaele Papa del 9 marzo 1849. Costoro rappresenteranno il partito della Sinistra storica, che batterà, a Modica, la destra con notevole anticipo sul resto del paese.
L'on. Papa andava ormai impratichendosi nell'esercizio del mandato parlamentare e nel corso della sua seconda legislatura, tutta completa per lui, a due questioni dedicherà la maggior parte della sua attività: l'ima, relativa al collegio, dove doveva essere al più presto completata la istituzione delle scuole superiori, l'altra di carattere nazionale, anzi sopranazionale, la soluzione cioè della intricatissima faccenda relativa a Roma e le garanzie relative alla libertà della Chiesa.
La vicenda delle scuole di Modica rimontava a tanto tempo innanzi, da quando precisamente era stato fondato in città il collegio gesuitico ed un cospicuo numero di lasciti era stato esplicitamente destinato al funzionamento delle scuole.67* Di istituire un pubblico liceo a Modica si era già discusso sin dagli
65> Minuta autografa, in mio possesso.
a) Cfr. E. SIMONE, Patronato di santi e controversie parrocchiali nella città di Modica, in Archivio storico per la Sicilia orientale, a. LXVI (1970), pp. 279-316.
67> Cfr. V. FRASCA S.J., I gesuiti a Modica dal 1630 ad oggi, Palermo, Scuola tip. salesiana, 1959 e F. FAILLA, Contributo alla storia della Pubblica Istruzione in Modica, Modica, tip. G. Maltese Abela, 1920, pp. 40-60.