Rassegna storica del Risorgimento
PAPA CARLO
anno
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1981
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pagina
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434
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434
Enzo Sipione
Nella prima decade del giugno 1866 la Camera aveva discusso il disegno di legge relativo alle Corporazioni religiose, che il 28 vennero soppresse, per cui nei primissimi giorni dell'anno successivo, appena conclusa la guerra, i deputati furono chiamati a discutere sui rapporti fra la Chiesa e lo Stato.
Su questo argomento Papa aveva pubblicato un opuscolo, intitolato II catto' licesimo e Vltalia, considerazioni dirette ad un parroco, stampato dai successori Le Mounier.7*) In un'agile sintesi, suffragata dalla relativa letteratura francese, da Montalemhert a Felix, a Laurent, l'autore schizzava la linea della tra* dizione cattolica europea, come si era sviluppata lungo i secoli, quale perenne disfida contro ogni specie di tirannia in cui si trasforma quell'anomalo istinto, che si fa il materialismo nell'individuo, il panteismo nella scienza, il fariseismo nel sacerdozio, la superstizione nel culto, l'anarchia o il dispotismo nella vita politica, e dappertutto è la negazione più o meno dissimulata dello spirito umano (p. 8). Dal Cristo come scriveva storico ed eucaristico, compimento divino del Cristo simbolico deriva che nazionalità e cattolicesimo non sono elementi discordanti o contrari; sono invece due positivi che non si possono scambievolmente combattere senza danno reciproco, e che procedendo d'accordo acquistano l'un per l'altro più esplicazione e più luce (p. 9). Tutti i rapporti umani, riassumendo, possono rappresentarsi come una piramide al di cui vertice è Dio e alla base l'umanità . L'Italia, rimasta sempre cattolica, quali che fossero le istituzioni o gli stranieri che la dominavano nel papato e nel cattolicesimo non vede le azioni degl'individui, ma la stabilità della istituzione e la santità del principio . E gli italiani assentendo unanimi a una parola d'affetto che loro volgeva il Pontefice, mostrarono come la scienza di Galluppi e Rosmini, di Ventura e Gioberti, sorta a combattere la riforma filosofica e religiosa, ch'ebbe sempre i suoi più ardenti focolari in Germania, non fosse la ipocrisia di un partito, ma l'espressione viva e sincera del sentimento cattolico di tutte le popolazioni (p. 40). È tempo, alfine, che il sacerdozio italico, dal più modesto pievano al principe che regge la Chiesa universa... risponda una dignitosa parola all'insulto di una frivola ciurma di vanitosi stranieri, che malgrado l'ostentata pietà de' pietosi pellegrinaggi, affollandosi sulle vie e intorno a' monumenti dell'eterna Città, ripetono comicamente il motto superbo di quei loro feroci progenitori, che in nome della barbarie gridarono: 'siamo padroni di Roma ' (p. 42).
Tutto il saggio, di cui si sono riportati i fondamentali caposaldi è un dignitoso ragionamento, senza enfasi e senza forzature, nei limiti di una argomentazione storicistica, che rivendica al cattolicesimo la razionalizzazione dei sentimenti religiosi, per cui, opportunamente, si ricordano alcuni precetti di Clemente XTV (1769-1774) alle pp. 17-18.
Un amabile vicino di casa, trovato nella nuova residenza di Modica alta, uomo di notevole prestigio intellettuale oltre che familiare, Vincenzo Ciaceri (1812-1907), rimasto sempre giobertiano di stretta osservanza, che alle elezioni amministrative del 1860 era risultato eletto consigliere comunale col più alto numero di suffragi, studioso e versato nello scrivere (dal 1870 avrebbe fondato e diretto un periodico cattolico-liberale II Buonsenso), ritenne opportuno inviargli, quasi a risposta, una lettera aperta.74)
73) Firenze 1866, pp. 54: il parroco cui era diretto era il rev. Francesco Consigli di Napoli; a guisa di prefazione una lettera dell'aw. Angelo Muratori di Firenze.
74) Lettera al Barone Carlo Papa, deputato al Parlamento italiano, Modica, Stamperìa di M. La Porta, 1866, pp. 16.