Rassegna storica del Risorgimento

PAPA CARLO
anno <1981>   pagina <436>
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Enzo Sipione
stato fautore sincero, franava all'interno del paese e fuori da esso; 21 presidente Rattazzi, verso il quale aveva avuto simpatia ed espresso fiducia,75J era stato travolto da eventi dolorosi, fra i quali gravissimo, per il malumore suscitato dovunque, l'arresto di Garibaldi, per il quale Papa non aveva mancato, a suo tempo, di ammirazione.
Né le cose andavano meglio nella sua piccola Modica, dove l'aggiudicazione dei beni, già appartenuti alle congregazioni religiose, non si era affatto tradotta in un beneficio per i meno provveduti, come i più pensosi fra gli uomini politici si erano nobilmente lusingati che fosse accaduto. Per non dire cbe anche sul piano che Papa doveva giudicare più suo, quello cioè della cultura, cominciavano ad entrare in crisi le idee delle quali si era nutrito per tutta la sua vita. Allo spiritualismo veniva subentrando il positivismo e ciò che apparteneva alla tra­scendenza da più parti si respingeva, o rinnegava, come allotrio e contrario al progresso.
Tutto ciò fa tacere l'on. Papa, sia con la parola che con lo scritto, spegne il suo entusiasmo e lo respinge verso il privato. Non si sentiva la forza di con­trapporsi agli eventi (e sarebbe stata impresa oltremodo ardua) ma non riteneva opportuno farsene comunque complice e così, quando il 2 novembre 1870 la Camera venne di nuovo sciolta, anche lui si sentì sciolto da ogni obbligo politico, prendendo e mantenendo la decisione di non riproporre la propria candidatura.
Ma l'insorto del '48 non voleva dare a se stesso e agli altri l'impressione di una fuga, trovandosi perciò ad essere già sindaco della sua città (la quinta, per numero di popolazione, di tutta l'isola, oltre che capoluogo dell'omonimo circondario) ne conservò la carica, comunicandolo agli elettori in questi termini.
Rivolgo la parola a voi che essendo elettori politici formate nel tempo stesso la grande maggioranza dell'elettorato amministrativo.
Ponderando nell'animo mio se mi convenisse ripresentarmi vostro candidato nelle imminenti elezioni politiche dopo l'esercizio di tre successive legislature, ho dovuto con­vincermi che la poca opera mia possa tornarvi meno disutile occupandomi nella comunale amministrazione a cui mi chiamaste con quasi unanimità di suffragio.
Agli amici adunque che per parte di questo e di qualche altro Collegio mi hanno interpellato in proposito, credo opportuno dichiarare nettamente che io sono estraneo a qualunque candidatura. Né chiedo da' miei concittadini che ciò mi si ascriva ad atto di modestia e di abnegazione, perocché meglio che altri io conosco quanto le mie forze sieno state poco al livello dell'alta missione di deputato.
E se ancora per poco io resto a capo di questo municipio, non è per ambizione di poterne assicurare il completo riordinamento, al quale bisognano molti anni di assidua e coscienziosa assistenza; ma sarei ben contento se mi riuscisse di poter chiamare seriamente l'attenzione e l'azione de' cittadini più volenterosi e capaci sulla grande importanza della vita del libero Municipio, senza di cui non è vi può essere decentramento e sviluppo legittimo nella vita complessiva della Nazione.
Salutandovi cordialmente, credetemi come sempre vostro aff.mo Carlo Papa Sindaco di Modica. Modica 11 novembre 1870.7
L'enunciazione contenuta nell'ultimo periodo, assai lodevole, resterebbe allo stato di espressione di un buon proposito, se non avessimo, fortunatamente, trovato un suo discorso, pronunziato in Consiglio il 29 maggio 1871.
K) Se ne veda il * Necrologio' in L'illustrazione italiana, a. VII. n. 20 (16 maggio
1880).
76) Foglio volante, stampato nella tip. di Mario La Porta.