Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
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1981
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444 Antonello Biagini
ufficiali italiani proprio sulle possibilità di tali realizzazioni e sulle conseguenze militari e strategiche delle stesse.6'
Fra i primi imprenditori a rivolgersi alla penisola balcanica fu un gruppo con a capo Giuseppe Volpi.7* In particolare l'interesse era rivolto al Montenegro, paese la cui struttura ancora arcaica, il dominio di un ristretto gruppo di famiglie con a capo i Petrovic-NjegoS, non aveva permesso quel decollo economico* sociale che pure era presente in altri paesi della penisola. Il Montenegro aveva, però, al suo attivo alcuni fattori di rilevante importanza: l'indipendenza di antica data, l'attiva presenza nelle vicende balcaniche, il rifiuto a farsi assoggettare economicamente dall'Austria-Ungheria, la necessità insomma di colmare in qualche modo le sempre esauste casse dello Stato alle quali non era sufficiente il tradizionale aiuto della Russia zarista. Tutta questo spinse re Nicola a sollecitare ed accogliere l'interessamento di Volpi con estremo favore. Questi nel 1903 costituì a Venezia il Sindacato italo-montenegrino il quale, come prima iniziativa, istituì in Montenegro la Regìa Cointeressata dei Tabacchi. La formazione di un monopolio dei tabacchi era l'unico mezzo, perlomeno all'inizio, per dare un reddito sicuro e stabile alle finanze montenegrine. Tra i primi risultati concreti la costruzione a Podgorica di un tabacchifìcio con oltre 340 operai e campi sperimentali per la coltivazione del tabacco che interessarono circa settemila famiglie. Pur con qualche difficoltà i risultati positivi furono immediati. Gli aumenti di capitale tra il 1905 e il 1910 e la consolidata posizione economica dell'impresa indussero il Volpi a varare quella che diverrà una delle sue iniziative più importanti e che finirà nello stesso tempo per invischiarlo nelle vicende di politica internazionale. Considerazione del Volpi era fare del Montenegro una testa di ponte per la successiva penetrazione economica e commerciale nei Balcani. Per questo era necessario costituire un sistema di collegamenti che partendo da Venezia congiungesse Antivari (Bar) e da qui, con una ferrovia, sia pure a scartamento ridotto, raggiungere Vir Pazar e il Lago di Scutari. Ovviamente questo programma non aveva come solo fine il Montenegro, ma l'intera penisola balcanica compresa la Turchia che doveva essere avvicinata all'Adriatico attraverso una serie di vie di comunicazione funzionanti anche d'inverno. Si trattava, conseguentemente, di superare anche le immense difficoltà derivanti da una sorta di diritto di prelazione che l'Austria-Ungheria aveva proprio nella costruzione delle ferrovie balcaniche.
La creazione della Compagnia di Antivari il 5 dicembre 1905 fu l'atto concreto di questa presenza. La società era formalmente montenegrina, ma con capitale interamente italiano. Il 1 gennaio 1909 prese a funzionare la ferrovia tra Antivari e Vir Pazar e nell'ottobre dello stesso anno venne inaugurato il porto di Antivari. La creazione del porto franco, di una zona industriale e
6) Cfr. Slato Maggiore Esercito, Archivio Ufficio Storico (d'ora in avanti abbreviato SME-AUS), fondi Addetti militari. Studi particolari, Ministero della Guerra-Scacchiere orientale-Ufficio coloniale-Stati esteri, Stati balcanici, eco.
7) Studi recenti hanno messo a fuoco la figura di Giuseppe Volpi; tra questi cfr. S. ROMANO, Giuseppe Volpi, industria e finanza tra Giolitti e Mussolini, Milano, 1979, pp. 267 e R, SABTI, Giuseppe Volpi, in Uomini e volti dei fascismo, a cura di F. CORDOVA, Roma, 1980, pp. 579, pp. 521-546. Più in generale cfr. R. A. WEBSTEB, L'imperialismo industriale italiano, 1908*1915. Studio sul prefascismo, trad. ìt., Torino, 1974, pp. 616, in particolare Parte II, cap. IV, L'ultimo atto nei Balcani: 1913-1914, pp. 543-574.