Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
anno <1981>   pagina <445>
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Italia e Montenegro 1914-1918 445
di una regolare linea di navigazione sol Lago di Scutari ne furono le logiche conseguenze. Ovviamente tutte queste intraprese non ebbero vita facile per la molteplicità dei problemi della penisola balcanica, per gli interessi austriaci massicciamente presenti, per l'instabilità politica e, infine, per lo scoppio delle guerre balcaniche. Primo obiettivo della aviazione e della marina austro-ungarica non appena il Montenegro dichiarò il suo appoggio alla Serbia nel 1914 furono gli impianti della Compagnia di Antivari e l'occupazione della ferrovia.8) La prima guerra mondiale, quindi, pose serie limitazioni a questo complesso di attività, pose il problema delle riparazioni e soprattutto quello di una situa­zione politica interamente sfuggita al controllo dei gruppi economici. Già nel settembre 1914 il console Edoardo Lanino aveva chiaramente delineato le future difficoltà economiche e politiche del Montenegro. Secondo Lanino il Principato non sarebbe sopravvissuto neppure ad una guerra vittoriosa per l'insipienza dei suoi uomini di governo, per la sua disorganizzazione e per i sentimenti panslavi della popolazione.
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Alla vigilia dei gravi avvenimenti che avrebbero prodotto la conflagra­zione mondiale e, quindi, per il primo semestre del 1914, i diplomatici ita* li ani, e coloro che a vario titolo erano vicini al mondo balcanico, si erano interessati vivamente al problema dell'unione politica tra la Serbia e il Mon­tenegro. Unione questa, che pure era nei fatti, alla quale spingevano e fattori interni quali la comune appartenenza razziale, ideali politici, la recente tradi­zione nei rapporti fra i due regni, e fattori esterni quali il sentimento antt-austriaco e quello filo-russo. I dispacci da Vienna come da Berlino, da Belgrado come da Cetinje, riecheggiavano tali problematiche. 9> Di fatto, però, l'ipotesi era alquanto remota anche se, sottolineava l'ncaricato d'affari a Cetinje Paterno, la politica austrìaca che in linea teorica si opponeva a tale unione, nei fatti finiva per favorirla. Le umiliazioni e le onerose condizioni poste da sempre al Montenegro da parte della monarchia asburgica finivano oggettivamente per spin­gere il Principato verso la Serbia.,0) Solo negli ultimi tempi l'incaricato d'af­fari austro-ungarico aveva dato segno di mutare atteggiamento nei confronti del Montenegro, e lo stesso governo di Vienna aveva patrocinato il prestito interna­zionale al Principato. Di fronte al rifiuto opposto dalla Germania, rifiuto deter­minato dal non aver voluto re Nicola concedere a quest'ultima il monopolio del petrolio montenegrino, 1'Austria-Ungheria aveva proposto allora di concedere al Principato altrettanti prestiti singoli da parte italiana, francese e inglese.u>
8) A. TÀMBORRÀ, The Rise..., cit.
9) Cfr. Avarna, ambasciatore a Vienna, e di San Giuliano, ministro degli Esteri, Vienna, 4 luglio 1914, R 1397-681, Documenti diplomatici italiani (d'ora in avanti abbre­viato ÒDI), quarta serie (1908-1914), voi. XII, p. 47; Bollati, ambasciatore a Berlino, a di San Giuliano, Berlino, 5 luglio 1914, T. Coni 5960/137, ivi, p. 54.
icu Paterno, incaricato d'affari a Cetinje, a di San Giuliano, Cetinje, 9 luglio 1914, IL 512/163, tot, p. 64.
IV) TSttoni, ambasciatore a Parigi, a di San Giuliano, Parigi, 17 luglio 1914, T. 6371/ 402, ivi, p. 208; Avarna a di San Giuliano, Vienna, 20 luglio 1914, T. 6471/989, ivi, p. 243.