Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
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1981
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Antonello Biagini
Che il prestito fosse ormai una esigenza inderogabile era confermato dal ministro d'Italia a Cetinje, Lazzaro Negrotto Cambiaso, il quale riferiva che in un pressante colloquio con il ministro degli Esteri di quel governo questi aveva posto come condizione indifferibile, per la stessa pace generale, la concessione del detto prestito.,2)
In effetti re Nicola era ben deciso a risparmiare al proprio paese una nuova prova bellica: il Montenegro era ancora provato dalle recenti guerre balcaniche e per l'aiuto dato agli insorti albanesi, ma non v'era dubbio che un diffuso sentimento popolare anti-austriaco operasse in senso inverso e spingesse verso la guerra proprio all'indomani della crisi austro-serba apertasi con l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando.
Su sollecitazione della diplomazia austro-ungarica, alla quale l'Italia era legata in virtù e per effetto degli accordi internazionali stipulati con l'adesione alla Triplice e per i ben noti rapporti dinastici e commerciali con il Montenegro, il ministro degli Esteri italiano sollecitò Negrotto Cambiaso a farsi interprete presso re Nicola affinché, anche in caso di un acutizzarsi della crisi austro-serba, il Montenegro si mantenesse neutrale. Ed in realtà questo era già avvenuto. Il Principato aveva mantenuto, infatti, un comportamento equidistante, ma di fronte alla pressione austro-ungarica nei confronti della vicina Serbia alla quale il Montenegro era legato da profondi vincoli, era impossibile mantenersi indifferente e se la crisi diplomatica fosse sfociata in un conflitto il paese sarebbe intervenuto a fianco dei serbi. B>
Il 26 luglio, per guadagnare tempo, fu ordinata dal governo montenegrino la concentrazione delle forze per la protezione di frontiera rinforzata ed il 28, per ribadire il totale e incondizionato allineamento sulle posizioni serbe, la mobilitazione generale. '*) Era questo del resto anche un modo per rispondere a quelle che venivano considerate come delle vere e proprie provocazioni da parte austriaca, come l'espulsione in massa dei montenegrini dal territorio dell'Impero.
La speranza di far rimanere il Montenegro neutrale, era del resto sorprendentemente diffusa. Albricci, addetto militare a Vienna, aveva ricavato da un colloquio con Conrad la convinzione che re Nicola fosse per il mantenimento della pace con l'Àustria-Ungheria.16) Similmente riferiva Carlotti da Pietroburgo dichiarandosi, però, scettico. In quella capitale era diffusa addirittura la convinzione che tra Austria e Montenegro si stesse recitando una specie di farsa dove il Montenegro minacciava la guerra, ma ne veniva impedito dalle manovre
12) Negrotto Cambiaso, ministro a Cetinje, a di San Giuliano, Cetinje, 21 luglio 1914, T. 6495/119, ivi, p. 250; di San Giuliano a Imperiali, ambasciatore a Londra, Avarna, ambasciatore a Vienna, Bollati, ambasciatore a Berlino, Carlotti, ambasciatore a Pietroburgo, Negrotto Cambiaso, ministro a Cetinje, Ruspoli, incaricato d'Affari a Parigi, Roma, 11 loglio 1914, T. 4044; Io., Roma, 22 luglio 1914, T. 4260, ti, pp. 267-268.
U) Negrotto Cambiaso a di San Giuliano, Cetinje, 21 luglio 1914, T. Cab. 761/6; Io., Cetinje, 24 luglio 1914, T. Gab. 779/10, fo, pp. 297-298.
t<) Negrotto Cambialo a di San Giuliano, Cetinje, 24 luglio 1914, T. Gab. 817/11, ivi, p. 305; Io., Cetinje, 25 luglio 1914, T. 6672/12, ivi, p. 321; In, Cetinje, 28 luglio 1914, T. Gab. 848/15, ivi, pp. 395-396.
15> Negrotto Cambiaso a di San Giuliano, Cetinje, 27 luglio 1914, T. 6735, ivi, p. 367.
tt) Avarna a di San Giuliano, Vienna, 30 luglio 1914, T. 6894, ivi, p. 457.