Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
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1981
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Antonello Biagini
bramente dell'Albania in conseguenza dell'azione rnontenegrina avrebbe leso irrimediabilmente gli interessi italiani. A rigore l'estensione serbo-montenegrina in quei territori era contraria agli stessi interessi slavi che si sarebbero sovrapposti ad una nazionalità ben definita e che aveva perciò diritto ad un proprio Stato. L'Albania indipendente, concludeva, avrebbe dato buona prova di sé se non fosse stata distrutta da quella stessa forza che l'aveva creata: l'antagonismo italo-austriaco .
Al centro dei sospetti e delle polemiche il problema del non intervento italiano nel conflitto, e a questo proposito si levavano voci preoccupate rilevabili nelle analisi dei vari ambasciatori nelle principali capitali europee. Carlotta da Pietroburgo ricordava, nel settembre 1914, come ormai fossero diffusi i sospetti sulla condotta italiana e romena. L'Intesa temeva che le due nazioni, con i due eserciti intatti e unite da interessi paralleli, volessero conservare una forte Germania al centro d'Europa ed eventualmente intervenire, l'Italia contro l'Austria e la Romania contro la Russia, per rivendicare le proprie aspirazioni. Era, però, indubbio che se l'Italia avesse voluto mantenere e ampliare il proprio predominio in Adriatico avrebbe dovuto scendere in campo a fianco dell'Intesa. Francia, Inghilterra e Russia, secondo Carlo tri, non avendo interessi nel Mediterraneo avrebbero con facilità, una volta ottenuto la Serbia il raggiungimento delle sue frontiere etniche (Croazia e Slovenia), il Montenegro un sufficiente ingrandimento territoriale, concesso all'Italia Trieste, l'Istria, le isole damiate, alcuni centri della costa e il protettorato sullo Stato albanese musulmano. Di fatto l'Italia sarebbe divenuta padrona dell'Adriatico.27*
Si è molto discusso sulle richieste o pretese italiane aldilà dei legittimi interessi per portare a termine il processo di unità nazionale; è sicuro ormai che l'occupazione della Dalmazia interessasse maggiormente gli ambienti imprenditoriali italiani e la Marina mentre lo Stato maggiore dell'esercito si
26) Negrotto Cambiaso a di San Giuliano, Cetinje, 20 settembre 1914, T. 9353/175, ivi, pp. 445-446 (La voce, ampiamente diffusasi di una eventuale occupazione italiana dell'Albania aveva provocato vivaci reazioni in Montenegro. Avrebbe infatti alterato il principio di integrità più volte ribadito per l'Albania e avrebbe spinto il Montenegro ad occupare Scutari distogliendo forze, altrimenti necessarie, in Bosnia. La voce era, però, sostanzialmente infondata: l'Italia si era invece sempre opposta al ritiro del contingente internazionale da Scutari). Cfr. inoltre Borsarelli, sottosegretario agli Esteri, a Negrotto Cambiaso, Roma, 22 settembre 1914, T. 5506 e 5508; De Facendis, console italiano a Scutari, a di San Giuliano, Scutari, 7 ottobre 1914, T. 9925/409, ivi, p. 546.
27} Carlotli, ambasciatore a Pietroburgo, a di San Giuliano, Pietroburgo, 5 agosto 1914, T, Gab. ss.rr. 1086/45, DDI, quinta serie (1914-1918), voi. I, p. 37; Lo,, Pietroburgo, 16 settembre 1914, T. Gab. RR. 1314-83, ivi, p. 405; Io., Pietroburgo, 27 settembre 1914, T. Gab. R.S. 1379/88, ivi, pp. 486-488; Io,, Pietroburgo, 28 settembre 1914, T. Gab. RR-SS. 1386/89, pp. 490-491; Imperiali, ambasciatore a Londra, a di San Giuliano, Londra, 1 settembre 1914, T. Gab. 1244/329, ivi, pp. 301-302 (Steed, in un colloquio privato, aveva affermato che se l'Italia avesse lasciato alla Serbia e al Montenegro il ruolo di liberatori degli Slavi del Sud avrebbe poi incontrato serie difficoltà nella realizzazione delle proprie aspirazioni verso Trieste); lo., Londra, 17 settembre 1914, T. Gab. 1320/345, ivi, np. 418-419 (avvertiva della progressiva indifferenza britannica nei confronti degli interessi italiani); Ti noni a di San Giuliano, Bordeaux, 15 settembre 1914, T. Gab. P. Conf. 1361/88/23, ivi, pp. 402-404 (i (rendendo in esame i possibili sviluppi della guerra Ti!toni riteneva che l'Italia avrebbe dovuto, quanto prima, fare una precisa scelta di campo).