Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
anno <1981>   pagina <453>
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Italia e Montenegro 1914-1918
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zata con le concessioni che abbiamo pretese prima di entrare in azione... .31 Ed è sempre da questo momento che si stabilisce una sorta di doppio binario nei confronti del Montenegro come meglio si vedrà durante l'esilio in Francia di re Nicola e l'atteggiamento assunto dall'Italia nei confronti dell'idea jugo­slava.
Nell'autunno 1915 ripresero le operazioni militari vere e proprie con quella che è stata definita la seconda campagna serba i cui risultati, come noto, furono disastrosi per l'esercito serbo nonostante il valore profuso dai suoi nomini in attesa tra l'altro di quegli aiuti sempre promessi dall'Intesa. La cam­pagna si concluse con una drammatica ritirata, su di un terreno difficile e con condizioni atmosferiche avverse che decimarono gran parte dell'esercito serbo i cui resti (circa centocinquantamila uomini) furono poi raccolti da navi dell'In­tesa, in particolare italiane, e condotti a Corfù per riorganizzarsi. Incidentalmente si può ricordare come il mancato aiuto ai serbi avesse dato il via a numerose polemiche delle quali si trova traccia frequente nei rapporti e nei dispacci provenienti dalla Missione militare italiana presso il Gran quartiere generale russo.
La situazione del Montenegro che pure in queste vicende aveva tenuto (o cercato di tenere) un comportamento più defilato, aveva seguito inevitabilmente quello dell'alleata Serbia. A questo proposito l'addetto navale in missione a Cetinje, tenente di vascello Enrico Accame, pur confermando l'atteggiamento austrofilo del Montenegro e le voci di un possibile accordo di questo con l'Im­pero asburgico, faceva giustizia sostenendo come fosse ormai tempo che l'In­tesa, e in particolare l'Italia, abbandonassero, nei confronti del Principato, ogni atteggiamento di sospetto e concretamente inviassero aiuti e rifornimenti. La carestia, scriveva, era ormai un fatto accertato e sarebbe stato impossibile per i soldati montenegrini passare in quelle condizioni un altro inverno : E real­mente il lamento del soldato è giustificato, quando lo si vede così mal nutrito, non calzato e mal vestito, eppure ancora disposto a eseguire degli ordini mentre vede e osserva che questa guerra che lo spoglia è per le classi più agiate e per le clientele dei potenti una fonte di guadagni più che considerevoli e altret­tanto disonesti... La carestia è ora così prossima che occorre ripararvi d'urgenza e solo le buone disposizioni dell'Italia possono dare il sollecito riparo che è necessario, onde questo governo, che mal maschera l'antico si rivolge col più amabile sorriso e le migliori parole per averlo. Una volta ottenutolo e dimen­ticata nella momentanea abbondanza la carestia e la penosa resa dei conti che questa poteva rappresentare la politica di questo paese tornerà a mostrarsi quella che è, e poco benevola verso di noi . Non c'era, quindi, di che illu­dersi, ma un aiuto concreto andava portato per motivi di carattere generale e soprattutto di carattere militare, per evitare, cioè, il definitivo tracollo dell'eser­cito montenegrino.38'
37) Serra, addetto militare in Serbia, a Comando supremo Kragujevoz, 4 luglio 1915, prot. n. 66, oggetto; Circa le intenzioni operative dei serbi, SME-AUS, Addetto militare in Serbia, b, 1; lo., 6 luglio 1915, prot. n. 69, oggetto: Circa l'azione collettiva esercitata sul Comando serbo per indurlo ad intraprendere l'offensiva, ivi.
3*) Accame, addetto navale, a capo di Stato Maggiore della Marina, Cetinje, 19 settembre 1915, oggetto: Rapporto di missione, SME-AUS, Ministero della Guerra-Schac-chiere orientale-Ufficio coloniale-Stati esteri, b. 45, fascicolo 2, Informazioni detta Ma­rina.