Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON IL MONTENEGRO 1914-1918; MONTENEGRO RELAZI
anno <1981>   pagina <455>
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Italia e Montenegro 1914-1918 455
fondo era l'unica Importante questione nazionale della prima guerra mondiale. Ovviamente ve n'erano altre: quella polacca, ceca, ucraina, italiana e non a torto la prima guerra mondiale è stata indicata per l'Europa come l'ultima guerra combattuta in nome dell'idea di nazionalità.40) È, però, altrettanto vero che il principio di nazionalità divenne esplicitamente uno scopo di guerra per l'Intesa, ad eccezione di Italia e Russia, solo nel 1917 quando il presidente Wilson pose come condizione alla partecipazione statunitense alla guerra che gli scopi della stessa fossero esplicitamente dichiarati.4,)
Da parte dei sostenitori dell'unità jugoslava e particolarmente dei serbi si cominciò allora ad agire per una unità immediata già prima della fine della guerra. Nel gennaio 1917 Rado vie, sostenitore dell'apertura immediata delle trattative con la Serbia, aveva presentato le dimissioni e re Nicola le aveva accolte sostenendo l'inaccettabilità di quella richiesta non essendo possibile consultare il popolo e i governi alleati. In realtà la volontà era quella di man­tenere in vita il Montenegro e con la formazione del nuovo governo la ri escita del complotto organizzato dai serbi per spingere il Montenegro a suicidarsi prima della Conferenza della pace, con la tacita approvazione dei governi russo e francese finiva per divenire impossibile. Così commentava Romano Avez-zana, ministro italiano presso il re del Montenegro a Parigi, il quale conclu­deva il suo rapporto scrivendo : ... se la nostra politica è di restaurare il Montenegro, od almeno di non lasciare compromettere la questione fino ai negoziati di pace, sarebbe forse desiderabile da parte nostra una maggiore attività per sostenerlo *.42) E questo fu il maggior problema dei rapporti italo-montenegrini di quell'anno. Motivi di carattere economico-commerciale, di cui si è detto, motivi dinastici e soprattutto opposizione all'unità jugoslava, erano le motivazioni della politica italiana. Se i legami dinastici potevano essere facilmente superati così come quelli economici fin dall'inizio del conflitto Volpi e i suoi collaboratori avevano previsto la fine dell'esistenza del Princi­pato rimaneva, però, la questione politica del controllo dell'Adriatico e delle aspirazioni italiane in Dalmazia che si erano andate progressivamente am­pliando. È piuttosto complesso ripercorrere in questa sede tutti gli avvenimenti legati ai rapporti tra Italia e movimento jugoslavo, tra gli uomini di cultura italiani, quali ad esempio Gaetano Salvemini, con esponenti jugoslavi quali Trumbic, Pasic, ecc., rapporti per altro approfonditi da vari studi già citati.43' Preme qui sottolineare che seguendo la logica politica verso la quale il governo
*> A. TAM BORRA, Videa di nazionalità e la guerra 1914-1918, in Atti del XLl Con­gresso di Storia del Risorgimento, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1964, pp. 1-115 (estratto).
4lJ L. VALIANI, La politica delle nazionalità, in AA.W., Il trauma dell'intervento: 1914-1919, Firenze, 1968, pp. 235-270.
42) Romano Avezzana, ministro presso il re del Montenegro, a Sonnino, Parigi, 17 gennaio 1917, T. Gab. 141/2, DDI, quinta serie {(1914-1918), voi. VII, Roma, 1978,
Bp. 75; Io., Parigi, 18 gennaio 1917, R.r. 9/4, ivi, pp. 85-87. *5) Oltre agli studi del Tamborra già oit. efr. dello stesso L'Europa centro-orientale nei secoli X1X-XX (1800-1920), in Storia Universale diretta da E. PONTIERI, voi. VII, tomo IV, Milano, 1973; Io., Gli studi di storia dell'Europa Orientale in Italia nell'ultimo ventennio, in La storiografia italiana negli ultimi vent'anni, Milano, 1970; Io., L'Europa Orientale, in Bibliografia dell'età del Risorgimento in onore di Alberto M. Ghisalberti, "Firenze, 1974, voi. Ili, pp. 473-510. Utile dal punto di vista italiano L, Tosi, La propa­ganda italiana all'estero nella prima guerra mondiale. Rivendicazioni territoriali e politica delle nazionalità, Udine, 1977.