Rassegna storica del Risorgimento

ERMINI GIUSEPPE
anno <1981>   pagina <459>
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AMICI SCOMPARSI
GIUSEPPE ERMINI
La morte di Giuseppe Ermini, avvenuta in Roma il 21 dello scorso mese di maggio, è arrivata per tutti inaspettata, lasciando un gran vuoto nel mondo degli studi e nel cuore di chi con lui aveva avuto occasione di più assidui contatti.
Era nato a Roma il 20 luglio del 1900 e a 17 anni conseguì il diploma di licenza presso il liceo Visconti : chiamato alle armi nella stretta della guerra, aveva ottenuto, in via eccezionale, di sostenere gli esami con un anno di anticipo. Fu, pertanto, fra quelli che seppero onorevolmente dividersi fra gli obblighi del servizio militare e l'impegno per gli studi, intrapresi e conclusi nell'Università di Roma, dove si laureò in giurisprudenza nel 1921. Gli era toccata la fortuna, e spesso lo ricordava con vivo compiacimento, di avere grandi maestri come Vittorio Scialoja, Pietro Bonfante, Francesco Brandileone, e furono questi ad istillargli per primi la passione per la ricerca storico-giuridica.
Trascorsi circa due anni nei gradi iniziali della carriera consolare e del­l'amministrazione coloniale, non tardò oltre a seguire la sua vocazione vera dedicandosi interamente all'insegnamento universitario. Grazie al favorevole apprezzamento dello Scialoja gli venne conferito l'incarico di Storia del diritto italiano nell'Università di Urbino, e ivi rimase fino al 1925 incaricato anche dell'insegnamento del Diritto canonico. Intanto era andato affinando la sua pre­parazione scientifica, fra l'altro specializzandosi alla scuola berlinese di Ulrich Stutz, e nello stesso anno 1925 conseguì la libera docenza. Con esito lusinghiero partecipò poco dopo al concorso bandito dall'Università di Camerino per la cattedra di Storia del diritto italiano, e venne chiamato a Cagliari, dove più. tardi diventò preside della Facoltà di giurisprudenza. À Cagliari rimase fino al 1932-33, quando fu trasferito per chiamata all'Università di Perugia, e qui tenne la cattedra fino al 1970. Per un periodo ancora più lungo, e cioè fino al 1976, vi continuò ad esercitare l'ufficio di Rettore: aveva cominciato nel 1944, quando dal Comando Alleato in Italia era stato nominato commissario e pro­rettore, e poi per oltre trent'anni aveva conservato la carica a seguito di suc­cessive rielezioni da parte del corpo accademico. Più qualificato riconoscimento non poteva riscuotere l'opera instancabile data allo sviluppo dell'Ateneo, da lui non solo accresciuto nel numero delle Facoltà e dotato di biblioteche, di labo­ratori e delle più moderne attrezzature, ma anche spiritualmente arricchito mercé la pubblicazione del grosso volume dedicato a illustrarne la storia e le fortune (Storia dell*Università di Perugia, Bologna, 1947, II ed., Firenze, 1971). Nell'immediato dopoguerra ebbe inizio anche la sua partecipazione alla vita pubblica, cui doveva dedicarsi con grande tensione ideale e con impegno non minore. Eletto nel 1946 all'Assemblea Costituente, fu poi deputato ininter­rottamente dalla I alla IV legislatura, reggendo più volte la presidenza della Commissione Istruzione e rivestendo due incarichi di governo, prima come Sottosegretario allo Spettacolo e al Turismo e poi (1954-55) come Ministro della Pubblica Istruzione. Senatore della Repubblica durante la VI legislatura, chiuse