Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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Libri e periodici
puro comune l'ostilità al baronaggio, e alla corruzione ecclesiastica. Un analogo atteggia* mento l'ha verso la borghesia: a i perturbatori della, comune quiete sono i gentiluomini (p. 91), che vorrebbe esclusi dall'amministrazione dei comuni. Propone come soluzioni novità tecniche in agricoltura, una selezione nei capi di bestiame, delle nomine di governatori fatte dal Re e non dai Baroni, la scelta dei vescovi fra i parroci diocesani. In conclusione, come tutti i riformatori moderati, si rifa all'intervento regio. Le notizie di Parigi, generando un clima di terrore nella corte di Napoli, provocarono sospetto e diffidenza verso tutto quello che sapeva di novità, e Longano dovette rinunciare all'indagine sulle provincie del Regno. Una impresa simile la porteranno a termine due decenni dopo le Società Economiche, nel quadro della cosiddetta Statistica Murattiana .
FLORIANO BOCCINI
FULVIO BRAMATO, Napoli massonica nel Settecento. Dalle origini al 1789 Ravenna, Longo Editore, 1980, in 8, pp. 123. L. 6.000.
Un ampio saggio d'una cinquantina scarsa di pagine (il resto del volume è occupato ds prefazione, cronologia, appendice documentaria e bibliografia) s'inserisce in quella che nell'ultimo decennio è stata una letteratura monografica tra le più fitte e significative nella storiografia sull'età moderna in Italia.
Una riflessione sulle sue motivazioni metascientifiche e parapolitiche ci condurrebbe troppo lontano, ma abbiamo il dovere quanto meno di accennarvi, essendo profondamente convinti dell'origine squisitamente pratica, nel senso elevato, filosofico, del termine, s'intende, di siffatte mode culturali, e quindi anche storiografiche, bene al di là della pura e disinteressata meditazione scientifica, come contemplativamente credono, o piuttosto vorrebbero far credere, maestri insigni della ricerca contemporanea, essi stessi tanto più pervasi di politicità quanto più sbandierano il documento irrefragabile, l'archivio, la mite luce onnipotente della ragione, e così via.
La massoneria è di moda perché il marxismo è in crisi ed il cattolicesimo si è fatto ecumenico in un senso assai più vicino alla fraternìté giacobina, se non addirittura al cosmopolitismo illuminista, che non aìYeuntes docete evangelico.
Si va perciò naturalmente, come di consueto, alla ricerca di terze vie, di alternative, d'integrazioni, di ascendenze (ricordate la socialdemocrazia svedese, o quando Giustino Fortunato passava per precursore di Gramsci?).
E la massoneria, con la caratteristica e sintomatica eccezione degli studiosi marxisti, è oggi vezzeggiata e sviscerata un po' da tutti, anche dai giovanissimi che, deposti i panni virginali, annusano gagliardamente Paria che tira, e con passo vigoroso s'avviano là donde proviene il fumo, e soprattutto il profumo, dell'arrosto.
Tra questi giovanissimi e l'ottimo Bramato, che ci fornisce la riproduzione degli editti antimassonici di Carlo e Ferdinando, un lungo ed astruso documento vaticano sul rito scozzese, ed un Colpo d'occhio di Emanuele Palermo, noto per altre e ben più consistenti pubblicazioni erudite, sui precedenti massonici della Corte e dei patrioti del 1799, un documento napoletano, quest'ultimo, che l'A. segue e parafrasa fedelmente nel testo per quanto concerne la montatura poliziesca di Tanucci ed il clamoroso e romanzesco episodio legato a Gennaro Pallante (un napoletano nato casualmente all'Aquila, dove la sua famiglia era immigrata per affari dopo il terremoto del 1703, in società con Tommaso Celentano ed al seguito dei concittadini Lamberti, nella cui casa palazzata, le cui adiacenze serbano ancora il suo cognome, il Pallante si sarebbe ritirato col fratello Giuseppe dopo la se disgrazia sofferta nella capitale).
Giacché, metodologicamente parlando, proprio qui è il punto.
Giordano Gamberini può bene, nella prefazione, definire Tanucci, col suo fido caporuota e fiscale Pallante, a precursore delle polizie dei regimi totalitari di questo secolo, alle quali anzi non lascia più niente da inventare : ma una così formidabile e mai più udita accusa esigerebbe che si scavasse un po' più a fondo in quella pretesa libertà d'associazione che sembrerebbe essere stata l'alfa e l'omega dei buoni massoni, a Napoli come altrove nel mondo.