Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1981>   pagina <474>
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Libri e periodici
mortalità, la mobilità, la miseria dei contadini, i capitoli seguenti riguardano l'attaccamento al villaggio e lo spirito di campanile, l'istruzione pubblica, la percentuale dei matrimoni (entro e fuori del villaggio), remigrazione nei vari paesi di Europa e d'America nei diversi periodi, le prospettive per il futuro ecc.
RENATO GIUSTI
ALFONSO BOGCE, Lettere di Giacinto Corìo a Camillo Cavour (1843-1855) (Studi e docu­menti, IX); Santena, Fondazione Camillo Cavour , 1980, in 8, pp. LVT-475. S.p.
Nell'ambito di una prestigiosa collana di studi cavouriani, diretta prima dal com­pianto Walter Maturi ed ora da Carlo Piscliedda, il presente volume di lettere del Corio al Cavour merita considerazione non solo per l'insieme dei documenti (nonostante il rile­vante numero delle lettere disperse) che riguardano una ventennale collaborazione, ma anche per la migliore caratterizzazione di un personaggio, il Corio, del quale vengono deli­neate, con acume e precisione, le esperienze e le molteplici attività unitamente alle varie fasi della sua collaborazione con il Conte, dal 1843 in avanti. Del grande affittuario vercel­lese il Bogge parla ampiamente nell'in traduzione, in cui mette a fuoco idee politiche e tendenze economiche, consistenza patrimoniale e investimenti, attività politico-amministra­tiva, scritti e studi di agricoltura pratica: .. le sue concezioni politiche erano limitate a pochi temi, che si riassumevano da un lato nel fervido appoggio al liberalismo cavou-riano e alla politica governativa in cui si traduceva, e dall'altro nella irriducibile ostilità per gli schieramenti avversari. Nessuna stima egli manifestava infatti per i democratici, sia per quelli meno accesi che * baiano ma che non mordono per vero timore di far male *, sia per quelli più radicali, il cui predominio gli appariva come * il regno degli imbroglioni *. Ancor più marcata era l'avversione per il cattolicesimo politico e le sue punte clericali (p. XX). Ma al di là di tali idee politiche e della sua adesione alla politica cavouriana, a noi interessano la sua collaborazione con il conte nella gestione di Leri, le sue concezioni agricole e le resistenze a qualche proposta d'innovazione; se la prima collaborazione si può far risalire al novembre del '43 e all'incarico d'ispezionare i tenimenti di Leri, è da dire che essa divenne sempre più stretta e regolare negli anni seguenti, allorché il Corio (nel '46) venne definitivamente introdotto nella direzione dei tenimenti di Leri.
Così, ad es., gli scriveva il Cavour nel giugno del '47, manifestando la sua fiducia al corrispondente: Creda che le sue lunghe pagine mi fanno gran piacere. L'agricoltura è per me vera passione. Il parlare con una persona perita come lei è vera soddisfazione per me. Le molte mie faccende non mi lasciano il tempo di scriverle quanto vorrei, ma posso assicurarle che le sue lettere son sempre quelle ch'io leggo con maggiore avidità (pp. XIX-XX). Un momento particolare di tale interesse per l'agricoltura è rappresentato dal contratto del '49 per l'affitto di Leri, Torrone e Montarucco, con il sistema della gestione societaria in cui (con l'affittuario Corio) era cointeressata la proprietà; tale con­tratto, se da un Iato significava il superamento della tradizionale preminenza del proprie­tario sul fittavolo, dall'altro manteneva il rapporto tra le parti su un piano eminentemente economico, salvaguardava automaticamente l'azienda dalle oscillazioni delle fortune per­sonali e la metteva al sicuro da operazioni scarsamente remunerative, da impoverimenti del terreno per eccessivo sfruttamento e da operazioni immobiliari riduttive della sua esten­sione (p. XXXV). In realtà il Corio, per la lontananza del conte Camillo ed il disinteresse del fratello Gustavo, si trovava ad agire spesso da padrone (e non solo come esecutore di ordini) ed applicava i principi pratici che consentivano di portare al massimo livello produttivo i terreni a lui affidati; tale esperienza agricola era fondata da un lato sul miglioramento del sistema vigente a ciclo chiuso fino al massimo raggiungibile, e dall'altro sulla preparazione delle condizioni per avviare un assetto più progredito ed economica­mente più avanzato della pratica agricola (p. XLI). Tanto gli scritti teorici del Corio che nascevano da una quotidiana esperienza, quanto la razionalizzazione organizzativa del­l'azienda di Leri (cfr. l'introduzione, ad opera del Cavour, del guano come concime) costituiscono un esempio dei tentativi di avviare l'agricoltura, in Piemonte, verso il supe­ramento di pratiche e tecniche tradizionali in vista di una vera rivoluzione agraria. H