Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1981
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pagina
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475
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Libri e periodici
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Cario, la cui gestione dei fondi eavouriani è efficacemente descritta nelle frequenti let-tere al conte, non si limitava a tener prosperi i terreni , a intensificare le operazioni agricole nei periodi favorevoli, a ottenere raccolti abbondanti e di buona qualità, a far eseguire accuratamente tutti i lavori necessari (spianamenti, livellazione delle risaie, costruzione di argini ecc.), ma dirigeva con mano ferma il personale salariato e avventizio, dedicava (come il Cavour) particolare cura alle condizioni di vita dei contadini, era infine molto presente sulle terre a lui affidate; se, nel giro di pochi anni di gestione sociale, i lenimenti avevano dato buoni risultati, pur nelle variazioni dei prezzi dei cereali, un certo divario di valutazione circa cambiamenti colturali di rilievo incominciò a precisarsi tra il Cavour e il Cono, per essere: Cavour, imprenditore moderno, incline a forzare la pratica agricola non appena possibile con intense applicazioni di capitale e di intelligenza per ottenere profitti sempre maggiori; Corio, agricoltore abile e intelligente, ma per molti versi tradizionale, attento soprattutto alle ragioni dell'agricoltura e quindi propenso ai miglioramenti in tempi lunghi, senza eccessivi e rischiosi impegni di capitale (pp. LI-L1I). Ma poiché mancano, proprio per il periodo in parola, le lettere del Corio e poco ci aiutano quelle del Cavour sempre più impegnato nell'attività politica, non siamo in grado di valutare fino a che punto si concreta il divario tra Vagronome améliorateur e Vhabile agriculteur, la cui collaborazione aveva evidentemente delle remore: a il primo nell'impegno governativo così intenso da impedire qualsiasi intervento concreto, il secondo nell'incapacità di superare Paltaccaniento tutto vercellese alla coltura risicola a favore di diversi e più redditizi impieghi della terra. Ma se per il conte il limite della sua azione fu solo esterno e contingente, per Corio fu invece ben più radicato e profondo e gli impedì di spiccare il grande balzo da agricoltore a vero e proprio imprenditore agricolo (p. LVI). Accuratissime note, appendici ed indici completano il volume.
RENATO GIUSTI
Die Protokotte des òsterreichischen. Ministerrates (1848-1867), Serie IH, Ministerìum Buol-Scìiauenstein, Voi. I, 14 aprile 1852-13 marzo 1853, a cura di WALTRAUD HEINDL, con una introduzione di FRIEDRICH ENGEL-JANOSI, Wien, dsterreichischer Bundesverlag, 1975, pp. LXXVI-580, e Voi. II, 15 marzo 1853-9 ottobre 1853, a cura di WALTRAUD HEINDL, con una prefazione di GERALD STOURZH, Wien, 1979, pp. LXXXUI-405; Serie V, Die Ministerien Erzherzog Rainer und Mensdorff, Voi. I, 7 febbraio 1861-30 aprile 1861, a cura di HORST BRETTNER-MESSLER, con una introduzione di FRIEDRICH ENGEL-JANOSI, Wien, 1977, pp. LVI-345; Serie VI, Ministerìum Bélcredi, Voi. I, 29 luglio 1865-26 marzo 1866, a cura di HORST BRETTNER-MESSLER, con una prefazione di FRIEDRICH ENGEL-JANOSI, Wien, 1974, pp. LXXXIV-351, Voi. II, 8 aprile 1866-6 febbraio 1867, a cura di HORST BRETTNER-MESSLER, con una prefazione di FRIEDRICH ENGEL-JANOSI, Wien, 1973, pp. LXXXVm-478.
Con queste righe si dà per la prima volta notizia al pubblico italiano, sia pure con grave ritardo, di un'importante iniziativa scientifica austriaca, quale è la edizione dei protocolli del consiglio dei ministri della monarchia asburgica. Questa iniziativa è particolarmente significativa anche perché è SI frutto della collaborazione tra storici appartenenti alle due <c nazioni storiche della dissolta monarchia austro-ungarica, impegnati nell'approfondimento del comune passato: una commissione austriaca sovrintende alla pubblicazione degli atti del consiglio dei ministri austriaco per il periodo 1848-1867; una commissione ungherese cura con la collaborazione del comitato austrìaco, che prowe-derà alla pubblicazione degli atti degli anni tra il 1371 e il 1883 l'edizione dei protocolli del consiglio dei ministri comune della monarchia austro-ungarica per il periodo 1867-1918. ÀI di là delle responsabilità per le singole sezioni tutta l'iniziativa si svolge, però, nello spirito di una stretta collaborazione scientifica tra storici austriaci e ungheresi.
Un ruolo propulsivo nell'impostazione di questa impresa editoriale e nella preparazione dei volumi sinora usciti ha avuto Friedrich Engel-Janosi, il grande storico scomparso nel marzo 1978, che è stato il primo presidente del comitato austriaco per la pubblicazione