Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1981>   pagina <480>
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Libri e periodici
tendo in evidenza l'amicizia col Romagnoli, l'arvicinamento agli uomini del Concilia' tore, i processi seguiti in Lombardia ai moti del '20-21, e la nascita in Cattaneo di un sentimento nazionale anti-austriaco.
Il criterio di indagine della Frabotta appare già dalle prime pagine ove, analizzando il contenuto delle opere giovanili del nostro scrittore, l'A. pone in rilievo la pretesa ambi­valenza culturale di Cattaneo, diviso tra giovanile sentimento romantico e desiderio di continuare quella cultura del '700, che rimarrebbe quale segno dell'astrattismo illumi­nista in gran parte delle opere del milanese (p. 68).
E evidente che l'illuminismo è filosofia poco amata dall'A., che pur da un punto di vista assai radicale, fa proprio quello stesso giudizio che i conservatori hanno sempre espresso verso gli aspetti rivoluzionari della filosofia dei lumi quando hanno voluto farne apparire irrealizzabili, astratti appunto, i più avanzati principii politici. L'analisi degli scritti letterari tende pertanto ad allontanare Cattaneo dall'illuminismo e, ove questa ope­razione non è possibile, a farlo apparire, come nel caso della sua formazione intellettuale, una figura cresciuta in una koiné illuministica, classica e romantica insieme (p. 336), mentre la visione cattaneana dell'arte sarebbe tutta pregna di un gusto classico-roman­tico (p. 345), <c illuministico-romantico (p. 352).
La visione che la Frabotta ha dei grandi movimenti culturali si ripercuote notevol­mente nella valutazione di uno scrittore che si presta, per la sua complessità e varietà di atteggiamenti, a diverse considerazioni; l'inserimento di Cattaneo nell'ambito della scuola romagnosiana, generalmente presente nei critici più importanti e costituente, comunque, la via maestra per la critica, avrebbe forse potuto dare maggiori elementi di chiarezza. L'interesse del milanese per i temi della storia più marcati che non in Romagnoli e tuttavia sbocciati sulla linea di opere come Dell'indole dell'incivilimento del piacentino e il suo avvicinamento a Vico, con le conseguenze che ne derivano nella visione della cultura e dell'arte, non rinnegano, infatti, i principii razionalistici della formazione catta­neana; lungi dal costituire uno dei punti estremi verso cui oscillerebbe un Cattaneo indeciso tra illuminismo e romanticismo, questi aspetti del pensiero dello scrittore mila­nese nascono e si sviluppano dal tronco della scuola romagnosiana e lo stesso Vico, che arieggia nell'eroe delle cinque giornate anche quando non è espressamente rivelato, asso­miglia più alla figura interpretata in senso evolutivo verso la fine del '700 che al poeta-filosofo caro ai romantici.
Cosi, anche il rapporto natura-storia, assai complesso ed inserito in una visione vela­tamente naturalistica, che è apparso incongruo allo stesso Bobbio dalla Frabotta seguito in questo punto , rivéla la sua fecondità per lo sviluppo del pensiero del milanese solo se si prescinde dalle due posizioni che sembrano alla A. le uniche possibili per la cultura moderna e contemporanea: quella romantica che interiorizza la natura e quella che ha dato luogo, nei tempi più vicini a noi, alla creazione delle due culture. Per Cattaneo, invece, natura e storia non sono che due termini indissolubilmente legati in una unica realtà che li comprende nella loro pur viva dialettica, ed in questo senso egli, che ha fondato sulla loro unione la possibilità della evoluzione armonica della vita degli uomini, è il continuatore di Romagnosi e dell'illuminismo.
II saggio scritto come recensione al Kosmos di Humboldt, che è apparso alla Frabotta il segno più evidente di un illuminismo che pretende di ridurre ad unico, forzato sistema due elementi eterogenei della realtà, è forse l'aspetto più caratteristico di una cultura tutta tesa ad armonizzare il destino dell'uomo e quelle leggi naturali dalle quali non può prescindere l'ordine della storia. Ora se la preoccupazione di questa armonia costituisce un problema particolarmente acuto nella nostra epoca, nella quale la conoscenza si è divisa in mille rivoli, tanto meno critici si può essere verso quell'umanesimo cattaneano così attento a presentare ima visione unitaria del sapere.
Ci pare, perciò, difficile condividere la tesi di una filosofia della storia in senso deterministico in Cattaneo, che la Frabotta ascrive al retaggio romagnosiano, e rivela a mar­gine dei primi saggi economici dello scrittore milanese (p. 99). A prescindere dalla posi­zione critica mantenuta sempre dal piacentino verso qualsiasi filosofia della storia, ci sembra che Cattaneo escluda questa radicale interpretazione degli avvenimenti per il riconosci mento che dà alla volontà umana e alla conoscenza quale strumento di creazione di civiltà