Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1981>   pagina <488>
immagine non disponibile

488
Libri e periodici
il passaggio al terrorismo organizzato dopo il fallimento dei tentativi di propaganda nelle campagne (1874). Quando nel 1876 i populisti si costituirono in partito con la Zemlja i volja, K. fu di nuovo impegnato nella elaborazione teorica cogliendo il nesso tra lotta armata e rivoluzione sociale.
La Molinari, attraverso una vasta bibliografia e numerosi documenti conservati presso gli archivi di Stato di Napoli, Roma e Milano, ricostruisce attentamente l'attività del rivo­luzionario russo in Italia. Dopo il fallimento dell'intervento nei moti dell'Erzegovina (1875) e negli Tirali, K. si stabili in Italia per partecipare all'organizzazione dell'insurrezione nel Matese stringendo sempre più stretti rapporti con la Federazione italiana dell'Associazione internazionale dei lavoratori. L'Italia meridionale, così come l'Erzegovina, era stata scelta come terreno per sperimentare le strategie rivoluzionarie assimilando la condizione dei contadini meridionali a quella dei contadini russi.
Sinigaglia, dopo aver ricostruito il complesso iter della formazione intellettuale e rivoluzionaria di K. e le sue attività in Erzegovina e nel Matese, si dedica particolarmente alle riflessioni ideologiche del rivoluzionario russo nel periodo dell'esilio londinese. A Londra K. conobbe Engels ed esplicò un'intensa attività per creare un vasto fronte anti­zarista. Per raggiungere questo scopo si recò, nel 1890, negli Stati Uniti d'America dove viveva una numerosa comunità di fuorusciti russi e dove esisteva un ambiente dispo­sto a sostenere, anche economicamente, le sue iniziative politiche. Tenne numerose con­ferenze in varie città dell'Est sul significato del nichilismo, del populismo rivoluzionario, sui sistemi repressivi del governo zarista e raccolse fondi con i quali, nel 1891, varò la Society of Friends of Free Russia. Analoga associazione costituì in Gran Bretagna con una sede svizzero-tedesca a Zurigo (1892). Scopo di K. con queste società sottolinea Sini­gaglia non era certo quello di creare centrali terroristiche all'estero quanto piuttosto di sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sulla situazione interna russa e sulle complicità delle potenze europee nei confronti dell'Impero zarista.
ANTONELLO BJAGINI
MAURI2I0 PUNZO, Socialisti e radicali a Milano. Cinque anni di amministrazione demo­cratica 1899-1904 (Biblioteca dell'Istituto socialista di studi storici); Firenze, San­soni, 1979, in 8, pp. XI-380. L. 15.000.
Il volume, il cui titolo ripete quello di un lavoro di Cerrito sulla Sicilia, apparso qualche anno fa, è indubbiamente organico, compatto, denso e palesa un'analisi, con' dotta con riscontri quasi quotidiani sulla stampa locale, e ima base archivistica vastissima. È anche scrìtto con soddisfacente scorrevolezza e buona lucidità. L'argomento appartiene ad uno dei filoni più sfruttati nella storiografia degli ultimi decenni. Come per i cattolici poco manca che si rinvengano sintomi interessanti sulla loro opposizione anche nelle più sperdute canoniche di montagna, così si è scritto, tanto per fornire alcune indicazioni, sul movimento operaio a Trieste, nel carpigiano e nel ternano, in Ciociaria e a Lugo di Romagna e a Fabriano, sullo sviluppo di quello sindacale nel gali ara tese, sul socialismo alla Spezia e in Lunigiana, nel feltrino, a Forlimpopoli, a Mercato Saraceno e nell'Abruzzo chietino.
Il rilievo sulla sovrabbondanza delle ricerche sulla materia non intende censurare l'opera di Punzo, che con il suo taglio e per il suo taglio, merita un posto nella storio­grafia locale lombarda, non defilato e dimesso.
In uno scritto del 1946, recentemente ripubblicato, Carlo Morandi, tra l'altro, notava che ce nel campo del socialismo c'è tutto, o quasi, da fare, a partire dagli studi locali e regionali che devono rappresentare singole tappe d'avvicinamento ad una ricostruzione
i) G. CERRITO, Radicali e socialisti in Sicilia (1860-1882), Messina, 1958.