Rassegna storica del Risorgimento
ASPRONI GIORGIO DIARI
anno
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1982
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Giuseppe Monsagrati
italiana e risenta, ora più che mai, della posizione tutta personale che all'interno della Sinistra egli aveva tenuto negli anni passati, quando si era attestato su di un repubblicanesimo in cui si erano amalgamate ispirazioni mazziniane, garibaldine e cattaneane. Questo confuso orientamento ideologico nel quale, a se* conda delle vicende politiche, ogni elemento poteva occasionalmente prendere il sopravvento sugli altri, aveva avuto, come ho cercato di chiarire recensendo i primi tre volumi del Diario,5) alcuni punti fermi quali l'antipiemontesismo, 1 avversione per il regime monarchico e l'odio implacabile per tutti quegli esponenti della Sinistra palesatisi troppo proclivi a scendere a patti o a transigere con la monarchia. Per il resto, grazie all'autonomia che ha sempre gelosamente conservato, Asproni è, malgrado le apparenze, molto possibilista nelle sue scelte: anche nei quattro anni che ora esaminiamo la situazione non muta e il Sardo, una volta riaffermata l'assoluta necessità della compattezza della Sinistra secondo una liturgia per la quale non c'era democratico italiano che non passasse prima di mettersi per la propria strada, si muove con la massima libertà, svincolato com'è da ogni impegno preciso sia verso Mazzini sia verso Cattaneo e in qualche misura anche verso l'idea che di se stesso ci ha voluto dare in tutto questo tempo. Così, dopo essere stato imo dei pochi democratici italiani a valutare positivamente la Convenzione di settembre, alla vigilia delle elezioni del 1865 può tranquillamente ignorare l'avvertimento che Mazzini aveva formulato quando il 1 luglio aveva scritto a Mosto: Ignoro le intenzioni degli amici Bertani, Nicotera, Asproni ed altri in caso di rielezione. Ma bisognerebbe che sapessero che riaccettando il mandato e giurando alla Monarchia si separerebbero per sempre da noi. Un tempo si poteva fare una prova. Gli ultimi quattro anni l'hanno esaurita. Ora importa moralizzare il paese e importa additare al paese uomini che possano un giorno dirigerlo sopra altre vie. È bene che le elezioni si scelgano come manifestazione; ma è dovere assoluto per essi, repubblicani di convinzioni, ricusare il mandato e dire perché .K Ma certo Asproni non è tenuto a seguire le direttive di Mazzini o a condividerne la strategia; forse sarebbe maggiormente tenuto a portare alle estreme conseguenze quella vena antiparlamentare che abbiamo visto e vedremo ancora serpeggiare nel suo pensiero: e invece non ha la minima remora nell'accettare il mandato e fare il giuramento al Re, salvo più tardi a sconsigliare Cattaneo dall'entrare in Parlamento perché, facendolo, commetterebbe uno sproposito irreparabile e si giocherebbe tutto il prestigio accumulato per diventare uno come gli altri . 7> Nella nuova Camera Asproni finisce dunque per essere proprio uno come gli altri , incurante del fatto che fino a pochi giorni prima ha tuonato contro la Sinistra costituzionale che, a suo dire, non si avvede di essere ridotta a
5; In Rassegna storica del Risorgimento, rispettivamente a. LXIII (1976), pp. 70-73; a. LXV (1978), pp. 232-235; a. LXVII (1980), pp. 458-460.
ÓJ GIUSEPPE MAZZINI, Scritti editi e inediti. Edizione nazionale, Appendice, voi. VI, Imola, Galeati, 1943, p. 323.
7) Diario politico, p. 445. Eppure nel settembre del 1865 Cattaneo aveva dovuto respingere gli insistenti inviti di Asproni ad entrare in Parlamento: il Sardo cercava così una legittimazione del proprio ingresso che temeva potesse essere interpretato come un cedimento (CARLO CATTANEO, Epistolario, a cura di RINALDO CAODEO, voi. IV, Firenze, Barbèra, 1956, pp. 344-345; per il mantenimento di questa posizione da parte di Cattaneo anche nel 1867 BÌ veda la lettera da lui scritta alia moglie il 31 marzo di quell'anno, ivi, p. 462).