Rassegna storica del Risorgimento
ASPRONI GIORGIO DIARI
anno
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1982
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pagina
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17
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Sul Diario politico di Giorgio Asproni 17
legalizzare con la sua presenza tutte le deliberazioni liberticide 8) e ha indicato nell'Assemblea uno strumento di servitù 9) senza pari, una grande camorra i che sarebbe compito della rivoluzione spazzare via. Non fa in tempo ad entrarci che si accorge che la Camera sa anche essere giusta e severa sia pure per condiscendere alle esigenze della libertà e della giustizia ; n> ed ha relazioni con Ricasoli (nel fargli giudicare il quale influisce negativamente l'opinione di Guerrazzi), 12> si incontra con i vari ministri, e più oltre, nel 1867, riallaccia con Rattazzi (un amico del cuore )13) rapporti molto stretti, ben al di là di quanto lascerebbe prevedere la considerazione che ne ha come di un minor male 14) rispetto a Ricasoli, tanto da arrivare a proporlo in una riunione della Sinistra all'indomani di Mentana al posto di Presidente della Camera che sarà poi, con grande suo disappunto, di Lanza. In effetti, ad onta di qualche retorica tirata sovversiva e di qualche colpo di piccone verbale, Asproni crede, soprattutto dopo essere stato rieletto, in una funzione del Parlamento nell'Italia che si va edificando e non tralascia di dare il proprio contributo perorando con passione la causa della Sardegna o lavorando alla preparazione della legge per la liquidazione dell'Asse ecclesiastico e per la soppressione delle corporazioni religiose, una questione in merito alla quale vale la pena di ricordare la sua proposta peraltro inascoltata di abbandono dei beni ai Comuni con l'obbligo di venderli a piccoli lotti con prezzo pagabile a rate in venti, e trenta anni . Come membro della Commissione istituita all'uopo, Asproni dovrà poi recarsi con De Luca a Cassino per decidere quale trattamento riservare all'Abbazia e vedrà padre Luigi Tosti che gli sembrerà dotto e versatissimo nelle lettere ma frate ben fino ed accortissimo .16) E Tosti sarà tanto fino che per tenerselo buono gli userà le più squisite cortesie 2-17) e gli farà omaggio dell'edizione di un codice dantesco che vale 60 lire a prezzo di catalogo ,18) ma dopo tanti sorrisi non nasconderà le proprie preoccupazioni a Gabrio Casati che gli dipingerà Asproni come una testa vivace, accesa, determinata nei suoi propositi, prete spretato, ed il proverbio dice: peggio i rinnegati dei turchi . J9>
*> Diario politico, p. 139. Ivi, p. 149.. " Ivi, p. 160. ) Ivi, p. 205.
12) Il quale, tra l'altro, non risparmia neanche l'anima mite di Giuseppe Giusti che descrive ad Asproni come d'indole aristocratica, epicureo, elegante, pauroso e vigliac-cone e che, sbagliando, dice morto ce di estrema paura perché oc morsicato da un cane che sospettò idrofobo (tra, pp. 249-250). Ora che Giusti fosse tormentato da questo timore è certo; su ancora più certo è che ad ucciderlo fu la tisi, un male che non era di fantasia. Una difesa di Giusti dai giudìzi spietati di Guerrazzi è nella introduzione di Nunzio SABATUCCI alle Poesie, Milano, Universale Feltrinelli, 1962, voi. I, p. XXXII.
13) Diario politico, p. 200. W Ivi, p. 490.
tt> Ivi, p. 213. Ivi, p. 291. J7> Ivi, p. 297. i Ivi, p. 298.
i9) Lettera del 27 agosto 1866, in FERRUCCIO QUINTAVALLB, La conciliazione fra l'Italia ed il Papato nelle lettere del p. Luigi Tosti e del seti. Gabrio Casati..., Milano,
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