Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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1982
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Maurizio Punzo
quando cioè eBsi avevano perduto la maggioranza, a Milano come in campo nazionale. Divenuti minoranza al Congresso di Reggio Emilia, i riformisti,5) convinti che dopo l'impresa di Libia bisognasse sviluppare una rigida opposizione al governo Giolitti che l'aveva promossa, erano favorevoli a non contestare momentaneamente la direzione rivoluzionaria del partito, sulla cui omogeneità nutrivano del resto dei dubbi, ma di adoperarsi per imporle le forme ed i contenuti dell'azione socialista nel parlamento e nel paese, sulla base della convinzione che la politica riformista fosse l'unica in grado di assicurare al partito una guida efficace. In vista delle elezioni politiche del 1913 tale politica si concretizzò nella proposta di opporre a Giolitti ed alla guerra di Libia non una protesta negativa, ma fini positivi, determinati, prossimi e chiari , non vaporosi o enciclopedici programmi, a scadenza lontana, ma pochi e solidi punti ,6) quali erano quelli della piattaforma proposta dalla Critica Sociale ed approvata dalla Sezione socialista milanese e quindi dalla stessa direzione del partito.7) In questa difesa senza mezzi termini del riformismo come premessa indispensabile all'accettazione di collaborare con i rivoluzionari Milano rivestiva per i seguaci di Turati e di Treves un ruolo importante, perché era essenziale mantenervi un'intatta capacità di guida politica proprio mentre Mussolini, dal suo posto prestigioso di direttore déSTAvanti! 9 tentava di trasformare il partito socialista secondo un disegno assai più aggressivo del vecchio rivoluzionarismo di Costantino Lazzari.
Accettando di guidare la Sezione socialista milanese insieme con la maggioranza rivoluzionaria, i riformisti non rinunciavano quindi a mantenere la loro direzione sulla politica cittadina ed indirettamente, dato il ruolo del capoluogo lombardo, capitale del movimento operaio e socialista italiano, su quella nazionale. Era una scelta che aveva dato i propri frutti nella primavera del 1913, quando il comitato direttivo della Sezione e la commissione esecutiva della Camera del lavoro si erano opposti alle indicazioni mussoliniane di un maggiore appoggio agli scioperi proclamati dall'Unione sindacale milanese. 8> In occasione delle elezioni politiche di quell'anno inoltre i riformisti erano riusciti dapprima a far adottare dalla Sezione la loro piattaforma , che era poi divenuta il programma del partito, poi a rafforzare la loro posizione con la rielezione a deputati di Turati e di Treves e con la nuova elezione di Ugo Maffioli. Le elezioni del 1913 costituirono anche, per i socialisti milanesi ed in particolare per i riformisti che avevano sempre diretto la politica amministrativa del partito, una tappa decisiva sulla via della conquista del Comune. Tutte le forze politiche milanesi dettero infatti a quelle prime votazioni a suffragio quasi universale un significato cittadino, oltre a quello nazionale riguardante la politica del go-
5) Il termine riformisti viene qui ed in seguito usato, per semplicità espositiva, per indicare quella parte della corrente riformista che restò nel partito socialista dopo il Congresso di Reggio Emilia. Per indicare gli aderenti al partito socialista riformista sorto in seguito all'espulsione di Biascia ti, Bonomi e Cabrini saranno usate altre specficazioni.
6) Critica Sociale, 1-16 marzo 1913, La piattaforma , firmato La Crìtica Sociadc.
7) Critica Sodala, V aprile 1913, Ancora la piattaforma , firmato La Critica Sociale; 16-31 luglio 1913, et Per un'operosa unità , firmato La Critica Sociale; 1-15 ottobre 1913, ce La piattaforma elettorale del socialisti .
8) Mussolini aveva anche presentato all'assemblea della Sezione socialista una mozione di biasimo per l'atteggiamento assunto dal suo comitato direttivo nei confronti dello sciopero generale proclamato dai sindacalisti rivoluzionari, ma era rimasto in minoranza (Avanti! 24 maggio 1913, L'assemblea dei socialisti milanesi ).