Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <30>
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Maurizio Punzo
pagare ai ceti più poveri gli errori di previsione delle precedenti amministra­zioni. I2) Nel maggio 1911 Caldura presentò un vero e proprio programma alter­nativo a quello della Giunta, affermando esplicitamente che era quello di una minoranza che si preparava a diventare maggioranza e sentiva quindi l'esigenza di non limitarsi a formulare delle critiche, ma di avanzare anche delle proposte concrete. u> Il programma socialista ribaltava le scelte di fondo della Giunta, poiché partiva dal principio che non occorresse tanto realizzare delle economie, quanto incrementare le entrate. Per ottenere ciò era ritenuto necessario ripren­dere una coraggiosa politica di municipalizzazioni, a partire da quella del ser­vizio tranviario, e frenare la tendenza, avversata dai socialisti in linea di prin­cipio ma ancor più ritenuta inopportuna in un momento di ristagno economico, a ricorrere in misura crescente alla tassazione indiretta. Il gruppo socialista non era aprioristicamente contrario a nuove imposte, ma era convinto che un diverso uso di quelle già esistenti, come l'imposta di famiglia e quella sui fabbricati, servisse allo stesso tempo a rendere più equa la ripartizione del peso tributario tra le varie classi di contribuenti e ad aumentarne il gettito complessivo. Cai-darà insistette inoltre su un altro punto, che come gli altri non costituiva una novità nella politica ani minsi tra ti va dei socialisti milaonesi, ma acquistava un grande significato nell'ambito di un discorso rivolto a tracciare le linee della futura amministrazione socialista: egli chiese infatti che si tornasse a definire correttamente il rapporto esistente nelle finanze municipali tra il ricorso al debito e quello all'imposta, restituendo a quest'ultima la funzione di sopperire ai biso­gni ordinari del bilancio, anziché usarla per contribuire, come a Milano acca­deva da molti anni, a pagare gli interessi dei debiti. Caldara non escludeva natu­ralmente il ricorso all'indebitamento con gli istituti di credito, ma domandava che servisse unicamente a soddisfare spese effettivamente straordinarie, mentre rimproverava alle amministrazioni moderate di usare l'artificio contabile di far figurare nella parte straordinaria del bilancio spese che erano ormai divenute usuali, facendo così apparire in attivo il bilancio ordinario.
Accanto ad un programma di riforme, che erano quelle proposte da anni dai socialisti, ma che acquistavano concretezza essendo formulate come proposte alternative a quelle della Giunta, figurava dunque una richiesta ed un proposito di buona amministrazione, che dovevano risultare ineccepibili agli stessi asses­sori e consiglieri della maggioranza e graditi a quei vasti settori dell'elettorato cittadino che erano contrari alla politica amministrativa dei moderati e l'avreb­bero dimostrato nelle elezioni politiche del 1913. Il generale aggravamento delle condizioni di vita dei lavoratori milanesi nel corso del 1913, con l'aumento dei prezzi e quello della disoccupazione14) era certamente un altro elemento che
J2) Atti del Comune di Milano, 1910-1911, voi. I, Atti del Consiglio comunale, st­ènta straordinaria del 24 febbraio 1911, pp. 12-13.
'*) Ivi, seduta ordinaria del 12 maggio 1911,, pp. 437-443.
14) Che la disoccupazione nel 1913 costituisse a Milano un fenomeno assai preoccu­pante risulta dalla denuncia continua che no venne fatta da più parti e dalle imponenti manifestazioni rivolte a sollecitare misure efficaci per combatterla, ma non esistono dati precisi sul numero di disoccupati esistenti nel corso dell'anno, È certamente molto indica­tivo il fatto che l'immigrazione netta sia stata nel 1913 di 16.791 unità, contro le 13.245 dell'anno precedente (Bollettino dell'Ufficio del Lavoro, 1 novembre 1913, tabella I; Città di Milano. Bollettino statistico mensile, luglio 1914, a Uno sguardo retrospettivo , tavola I). Si trattava della cifra più alta dell'ultimo quindicennio, che superava anche le 15.741