Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <34>
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Maurizio Punzo
lavoro non rinunciavano a porsi in una posizione di concorrenza con i sinda­calisti2* e continuavano quindi a perseguire una politica sostanzialmente am­bigua, che godeva dell'appoggio del direttore dell'ovanti/. > Come gli eventi successivi avrebbero confermato, in realtà Mussolini era assai più interessato in quel momento a rafforzare le posizioni dei rivoluzionari nella C.G.dX. che non a mantenere un rapporto preferenziale con l'U.S.1.,26' mentre Marchetti si stava effettivamente avvicinando alle posizioni di Corridoni.27*
denti dello stesso giornale sono riportate le relazioni congressuali. Fu nella relazione di Bitelli sul movimento agrìcolo che si parlò espressamente di sàbotage come arma di lotta; ne!To.d.g. Guatelli-Masotti il sabotaggio venne indicato come risposta alle provo­cazioni agrarie. Sembrava al questore di Milano che e sabottare rientrasse nell'art. 246 C.P. (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 1043, lettera del questore al prefetto in data 20-12-1914). Sul Congresso sindacalista il questore trasmise al prefetto un lungo rap­porto, estremamente dettagliato, di un informatore (Ivi, cart. 1043, Intorno al Congresso sindacalista. Cosa si prefigge il sindacalismo rivoluzionario. I suoi uomini - le sue forze. Copia di fiduciaria relazione).
24) La concorrenzialità tra le due organizzazioni, resa evidente dalla scelta del luogo e del periodo per i rispettivi congressi, veniva colta anche dal questore, che nel dare notizia al prefetto deU'imminente inizio del Congresso sindacalista, affermava che i sindacalisti stavano compiendo ogni sforzo per far affluire a Milano i loro seguaci, ce per inscenare movimenti chiassosi di piazza onde dimostrare quale e quanto seguito l'Unione Sindacale abbia in antitesi ed in opposizione alla Confederazione Generale del Lavoro . A sua volta proseguiva più in là il questore la Camera del Lavoro di Milano in contrap­posto al congresso predetto ha indetto anche qui pel 7 ed 8 pure di dicembre un Con­vegno fra Camere del Lavoro del Regno per la trattazione di due argomenti atti a trascinare facilmente le pubbliche intemperanze (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 1043, telegramma urgentissimo del questore al prefetto in data 29-11-1913).
25) UAvantU, come nota anche De Felice (RENZO DE FELICE, Mussolini il rivolu­zionario, Torino, 1965, p. 179) dette scarso spazio al Congresso deITU.S.I. e ce si limitò ad un commento conclusivo abbastanza anodino , che ne metteva in luce il ce carattere meno astiosamente antisocialista del precedente , ma insieme il suo avere affossato l'unità operaia (Avanti! 8 dicembre 1913, a II congresso sindacale italiano ). Molto maggiore lo spazio dedicato al Congresso sull'unità operaia convocato dalla Camera del lavoro di Mi­lano (Avanti! 15 e 16 dicembre 1913) ed alla sua preparazione, ospitando anche un arti­colo di Marchetti (Avanti!, 25 novembre 1913, Convegno per l'unità proletaria. Il pen­siero della Camera del Lavoro di Milano , di Adelino Marchetti. A questo proposito vedi anche RENZO DE FELICE, op. cit., p. 174). Mussolini aveva inoltre presentato il 1 set­tembre 1913 all'assemblea della Sezione socialista un o.d.g., firmato anche da Marchetti, nel quale veniva dichiarata ce in linea di principio incompatibile la duplice contemporanea permanenza nel partito e nell'TJ.S.1., i cui scopi e procedimenti sono in antitesi con quelli propugnati dal P.S. (Avanti!, 10 settembre 1913 a L'assemblea della Sezione Socialista milanese).
26) L'interesse principale di Mussolini in quel periodo era in realtà rivolto al con­gresso del partito, che avrebbe preceduto di qualche settimana quello della Confederazione. Come scrive De Felice, e dal novembre 1913 all'iprile 1914 tutta l'azione di Mussolini fu in funzione del congresso nazionale socialista di Ancona e le sue prese di posizione, compresa or la ripresa della polemica con i sindacalisti rivoluzionari , vanno collocate in quella prospettiva (RENZO DE FELICE, op. eh., p. 177).
27) L'ostilità a Marchetti, per la sua direzione della politica della Camera del lavoro, da parte di un numero sempre crescente di leghe, dello quali si fece portavoce il vice­segretario della stessa Camera del lavoro, Bulloni, portò ad uno scontro diretto tra Io stesso Bellotti e Marchetti, il quale minacciò le dimissioni, nel caso in cui il suo principale oppo­sitore non fosse stato rimosso dalla sua carica (Archivio di Stato di Milano, fondo eh., cart. 1045. lettera del questore al prefetto in data 7 giugno 1914). Marchetti dovette effet-