Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <36>
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Maurizio Punzo
poiché il riformismo milanese era tutto con Turati, Treves, D'Aragona, né poteva sperare di espandersi verso la piccola e media borghesia democratica, che aveva il suo punto tradizionale di riferimento nel partito radicale.
Si trovavano invece in difficolta di fronte ad un elettorato raddoppiato rispetto alle elezioni precedenti i liberali, che nel 1909 avevano conquistato, con l'appoggio cattolico, i quattro Collegi interni, al di qua cioè della cerchia dei bastioni. Il partito liberale milanese, costituito da un ristretto nucleo di associa-zioni, tra cui le più antiche ed illustri erano l'Associazione costituzionale ed il Circolo popolare, trovava una sintesi ed una ripresa di attività soltanto di fronte alle votazioni politiche ed amministrative, costituendo comitati elettorali che poi scomparivano o vivacchiavano e che avevano ben poco dell'organizza­zione di un partito moderno. Esso poteva contare sull'appoggio di varie associa­zioni economiche, di industriali, commercianti e proprietari di case, ma con l'estensione del suffragio non aveva fatto nulla per raggiungere i nuovi elettori, che venivano quindi lasciati alle attenzioni dei tradizionali alleati, i cattolici, che disponevano invece della capillare struttura dei comitati elettorali diocesani. Proprio il problema dei rapporti con i cattolici costituiva per i liberali un altro elemento di incertezza, poiché la vecchia diffidenza di alcuni settori del partito nei confronti dell'alleanza elettorale con i cattolici era riaffiorata ed aveva por­tato alla costituzione, pochi mesi prima delle elezioni, di una nuova associazione, l'Unione liberale democratica, esplicitamente contraria al rinnovo di quell'al­leanza.
La nuova organizzazione era stata costituita dagli oppositori liberali dell'am­ministrazione Greppi, tra cui l'ex-Sindaco Bassano Gabba e il suo principale col­laboratore Cesare Soldini, e, come diceva lo stesso nome, si rivolgeva anche ai radicali, o almeno ad una parte di essi, nel tentativo tutt'altro che nuovo a Mi­lano, anche se sostanzialmente sempre fallito, di costituire un terzo partito liberale democratico che comprendesse tutta la borghesia costituzionale e la­sciasse al di fuori sia i cattolici intransigenti, sia i socialisti.30* La decisione delle associazioni liberali di ripresentare, come nel 1904 e nel 1909, il cattolico moderato marchese Cornaggia al IV Collegio, ottenendo così l'appoggio degli
di ogni competizione operaia, lontano da ogni movimento politico ed economico (Museo del Risorgimento di Milano, Archivio Marconi, cart. 76, plico 227, Notizie sui Collegi Poli-liei di Milano cit.). Lo stesso giornale dei bissolatiani milanesi ammetteva del resto che a Milano la schiera dei socialisti riformisti era esigua assai (TI Pensiero Riformista, 18 ottobre 1913. Per i nostri due candidati ).
30) Di a terzo partito nella storia politica ed amministrativa milanese, si parlo spesso e divergi furono i tentativi di realizzare una coalizione liberal-democratica, che reggesse il Comune senza, se non contro, i cattolici ed i socialisti. Se si esclude però resperimento della Giunta Belinzaghi, eletta nel 1899 e formata appunto da assessori liberali e radicali (vedi su ciò FRANCO NASI, 1860*1899: da Beretta a Vigoni. Quarantanni di amministra­zione comunale, Milano, 1968, pp. 79-82) tutti i tentativi di costituire una coalizione liberal-democratica ebbero scarso successo, anche se indicarono la persistenza di un orientamento in quella direzione da parte di settori non trascurabili della borghesia milanese, dal Cor­riere della Sera nel 1894 (FAUSTO FONZI, Crispi e lo a Stato di Milano , Milano, 1965, pp. 305-333) alla Federazione degli esercenti nel 1904-1905 (MAURIZIO PUNZO, Socialisti e radicali a Milano cit., pp. 335-372), al tentativo più recente, quello del partito economico, costituito nel 1907, ce nato con intenti liberali ed anticlericali, col desiderio di riunire tutta la borghesia produttrice per porre un argine alle continue agitazioni operaie , e poi dive­nuto oc una branca del connubio clerico moderato (Museo del Risorgimento di Milano, Archivio Marcora, cart. 76, plico 227, Notizie sui Collegi politici di Milano cit.).