Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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1982
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Barbarossa a palazzo Manno
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elettori cattolici negli altri cinque,3,) comportò quindi la presentazione di candidati dell'Unione liberale democratica in tutti i Collegi.32* La reazione da parte di quella stessa stampa, sia liberale sia democratica, che in un primo tempo aveva guardato con un certo favore alla nuova associazione, fu dura, ma il Corriere della Sera, di gran lunga il più diffuso ed il più autorevole dei quotidiani milanesi,33) contrario all'alleanza con i cattolici dopo il patto Gentile ni, che avversò recisamente, invitò i propri lettori a votare al IV Collegio il candidato liberaldemocratico, anziché Cornaggia, cui non concesse il proprio appoggio neppure nel ballottaggio col radicale Gasparotto, che risultò eletto. H mancato appoggio a Cornaggia da parte di così vasti ed importanti settori del partito liberale36' indusse per reazione gli elettori cattolici ad appoggiare molto tiepidamente le candidature liberali, e ciò contribuì senza dubbio al loro insuccesso. I liberali infatti mantennero soltanto il I Collegio, con De Capitani,37) mentre persero il II ed il IV a vantaggio dei radicali ed il III a favore del socialista
3n I cattolici dichiararono però il loro disinteressamento nei confronti del candidato liberale al V Collegio Arturo Vecchini, che era candidato anche dell'Unione liberale democratica (L'Italia, 11 ottobre 1913, oc La campagna elettorale. L'assemblea dei rappresentanti delle Commissioni elettorali cattoliche ).
32) La decisione dell'Unione liberale democratica fa apertamente disapprovata da miei giornali che ne avevano salutato con simpatia la nascita (La Sera, 8 ottobre 1913, ec L'Unione Liberale Democratica ; La Lombardia, 26 settembre 1913, La posizione dell'Unione Liberale Democratica ).
33) Secondo i dati forniti nel 1914 dagli stessi quotidiani in risposta ad un questionario dei Comune, il Corriere della Sera aveva una tiratura di 430.000 copie. Seguivano VAvantil con 60.000, La Sera con 30.000 e La Lombardia con 20.000 copie. Mancavano notizie sulla Perseveranza e sul Secolo, che non avevano risposto, e sull'Italia (Comune di Milano, Annuario Storico-Statistico 1914 cit., p. 437). Il Secolo, però, pur essendo stato superato dal Corriere da un decennio, restava sicuramente il secondo giornale cittadino (MARIO BORSA, Memorie di un redivivo, Milano, 1945, pp. 335-347; FRANCO NASI, 100 anni di quotidiani milaonesì, Milano, 1958, pp. 71-75).
3*) Se nel 1904 e nel 1909 scrive Albertini avevamo messo in luce la gravità e i pericoli di questo intervento cattolico nella vita pubblica, nel 1913 ci sembrò di dover insistere con particolare calore di fronte all'evidenza dei perìcoli e all'imponenza del fenomeno, di cui le linee erano ormai chiare. Cioè, come denunciammo il 6 ottobre, non si trattava più da parte dei cattolici di cooperare allo sforzo dei costituzionali, ma di invertire gradatamente le parti e di piegare a poco a poco il partito liberale alla funzione modesta di callaboratore di un invadente partito clericale. Il 7 e l'8 ottobre cercammo di risvegliare i liberali dormienti: separazione necessaria tra liberali e cattolici, per non avere la subordinazione (LUIGI ALBERTINI, Vent'anni di vita politica, Bologna, 1950-1953, parte I, voL II, pp. 239-240). Negli ultimi giorni della lotta prosegue Albertini il nostro atteggiamento fu più fermo per la sensazione che avemmo del patto Gentilonì. Non esitammo a consigliare i nostri elettori a non votare al 4 Collegio per Cornaggia, sebbene lo portassero le associazioni costituzionali milanesi, ma a dare il loro suffragio all'avv. Ivo Bonzi, il cui nome figurava in una lista dell'unione liberale democratica (Ivi, p. 244).
35) li Corriere difese il proprio atteggiamento in polemica con La Perseveranza, addolcendone a giustificazione la contrarietà al patto Gentiloni (Corriere della Sera, 4 novembre 1913, A battaglia terminata. Il caso del IV Collegio ).
36} Anche il partito economico non appoggiò Cornaggia, rafforzando nei cattolici l'impressione che esistesse in campo costituzionale un ampio fronte di forze contrarie all'intesa tra liberali e cattolici (L'Italia, 3 novembre 1913, 11 risultato dei ballottaggi ).
37) rje Capitani, che successe al compagno di partito Albasmi-Scrosali, battè nel ballottaggio il repubblicano Chiesa, su cui erano confluiti anche i voti dei radicali.