Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <38>
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Maurizio Punzo
Maffioli, che nel ballottaggio batté il radicale Manfredini grazie anche all'ap­poggio cattolico.385
Notevole fu quindi il successo dei radicali, che furono i maggiormente favo­riti dalle urne. L'Associazione democratica lombarda aveva concentrato i propri sforzi sui quattro Collegi interni,391 sia per non disperdere le proprie forze cimen­tandosi in quelli esterni, indiscutibilmente socialisti, sia per non contrapporsi a Turati e a Treves, forse con la speranza di ottenere un appoggio socialista nei ballottaggi. I candidati democratici, con l'eccezione di Manfredini, furono scelti nell'ala più temperata del partito, tanto che // Secolo non nascose, per il I Col­legio, la propria preferenza per il candidato repubblicano Eugenio Chiesa. * I due nuovi deputati, Armando Agnelli e Luigi Casparotto, erano considerati dei costituzionali convinti anche dai prefetto, che non nascose la propria soddisfa­zione per l'esito complessivo delle elezioni a Milano,411 pur non avendo fatto
381 La stessa Italia riferì dell'intenzione di alcuni cattolici del III Collegio di votare per il socialista Maffioli per battere il radicale Manfredini. Il giornale cattolico afferma di capirne le ragioni, ma di disapprovare quella decisione (L'Italia, 2 novembre 1913, ce Una mossa discutibile ). Il prefetto Panizzardi, scrivendo a Salandra qualche settimana prima delle elezioni amministrative e riepilogandogli i risultati delle precedenti politiche, affermava a proposito dell'elezione di Maffioli: è notorio che la sua vittoria in un Col­legio che fu sempre nella grande maggioranza monarchico è dovuta E cause transitorie, d'indole personale relative agli altri candidati che si presentarono nello stesso Collegio, le quali nulla hanno a che fare col socialismo, e che non indicherò ora, perché forse già conosciute da V.E. A quelle cause è dovuto il risultato che fu una sorpresa per tutti, e specialmente per gli stessi socialisti che erano ben lontani dallo sperare una vittoria (Archivio di Stato di Milano, fondo c.it., cart. 522, lettera del prefetto al ministro del­l'interno, in data 27-4-1914).
3?) Alla Società democratica lombarda si erano delineate tre correnti. L'ima era favo­revole a proclamare proprie candidature nei 4 Collegi interni, la seconda in tutti e 6, la terza chiedeva che al I Collegio si appoggiasse fin dal primo scrutinio il repubblicano Chiesa (Il Secolo, 18 settembre 1913, Alla Democratica Lombarda ). Era alla fine prevalsa l'idea di presentarsi con propri uomini soltanto nei primi 4 Collegi (Il Secolo, 24 settembre 1913, I candidati democratici proclamati nei quattro Collegi interni ; La Lombardia, 24 settembre 1913, La proclamazione dei candidati alla Democrazia Lombarda ). Nel V e VI Collegio gli elettori radicali si sarebbero dovuti astenere. Il Secolo incoraggiò però i propri lettori a votare per Turati e Treves (Il Secolo, 25 ottobre 1913, La lotta eletto­rale arrivava al suo epilogo. Agli elettori popolari ), mentre La Lombardia appoggiò al VI Collegio Luigi Baroni, presidente della Federazione degli esercenti e candidato del­l'Unione liberale democratica (La Lombardia, 21 ottobre 1913, Nei Collegi di Milano. Elettori democratici di Milano! ), pur disapprovando la decisione della Federazione degli esercenti di appoggiare tutti, e sei i candidati liberaldemocra tici (La Lombarda, 5 ottobre 1913, Dalla Federazione degli Esercenti all'Unione Liberale Democratica .).
*0) Il Secolo raccomandò di votare, nel I Collegio, sia il candidato ufficiale del partito, Jarach. sia Eugenio Chiesa, augurandosi che nel ballottaggio inevitabile le forze della democrazia si concentrassero sui candidato che fosse stato preferito dagli elettori (Il Se-colo, 25 ottobre 1913, oc La lotta elettorale arrivata al suo epilogo. Agli elettori popolari ). Nel ballottaggio Chiesa ricevette l'appoggio ufficiale del comitato direttivo della Democra­tica lombarda (Il Secolo, 28 ottobre 1913, L'appoggio democratico alla candidatura Chie­sa ). I repubblicani, che presentarono soltanto la candidatura di Chiesa, la sostennero anche con un quotidiano, La Battaglia Repubblicana, che uscì dal 7 ottobre al 1 novembre.
41 > Scrivendo a Gioiitti il 7 novembre il prefetto affermava che i nuovi deputati del II e IV Collegio erano assolutamente costituzionali e conosciuti da tutti come persone serie, miti e amiche di un governo liberale appoggiato da moderati e cattolici e traeva da questo giudizio uno dei principali motivi di dissenso dalla decisione della Giunta e della mag-