Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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1982
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Maurizio Punzo
Né la riorganizzazione del proprio partito, né la stipulazione di un accordo elettorale con i cattolici erano però di per sé garanzia sufficiente di vittoria. Per spingere l'elettorato moderato alle urne in misura notevolmente più consistente che in passato era necessario porlo di fronte ad un'alternativa drammatica, alla scelta tra una Milano civile, borghese costituzionale, rappresentata dal blocco liberal-cattolico, ed una rivoluzionaria, demagogica, male amministrata, quale sarebbe stata quella dei socialisti, se fossero riusciti ad impadronirsene. L'insistere nel presentare un partito socialista milanese completamente in mano ad elementi irresponsabili, nel quale i riformisti avevano perso ogni influenza o si erano convertiti, per convinzione o per opportunismo, alle idee della corrente maggioritaria faceva parte quindi in larghissima misura di una compagna di stampa volta a far calare, a svantaggio dei socialisti e dei radicali, il numero delle astensioni, ed è significativo che in essa si distinguesse soprattutto il Corriere della Sera, che non era né il più conservatore dei quotidiani milanesi, né il meno preparato a comprendere la reale situazione del socialismo milanese, ma che era indubbiamente il più deciso sostenitore della possibilità concreta di battere la lista socialista alle prossime elezioni amministrative.7,)
3. Una candidatura contro i riformisti.
Un aiuto insperato ai liberali in quest'opera di radicalizzazione della vita politica milanese venne proprio dall'ala rivoluzionaria del partito socialista, in occasione della chiamata alle urne degli elettori del VI Collegio per eleggere il successore di Claudio Treves. Questi era stato eletto alle ultime votazioni anche al I Collegio di Bologna, e doveva quindi optare per uno dei due. Sarebbe stato logico che scegliesse Milano, di cui era deputato dal giugno 1906, ma l'assemblea della Sezione socialista milanese, cui lo stesso Treves demandò la decisione, si trovò profondamente divisa tra pareri contrastanti, che emersero nel corso di due accese riunioni.72) Già da' tempo era iniziata sulla Folla di Paolo Valerà una campagna volta a far si che Amilcare Cipriani, da molti anni esule a Parigi, venisse eletto deputato al VI Collegio di Milano e potesse quindi rientrare in patria.73) I socialisti romani avevano opposto la candidatura Cipriani a quella di Bissolati nelle elezioni del 26 ottobre, ma si era trattato di una battaglia simbolica, senza speranza di successo. Al VI Collegio invece Cipriani sarebbe stato Senza dubbio eletto, data la compattezza e la fedeltà al partito socialista della grande maggioranza dei suoi elettori.
I riformisti si mostrarono subito contrari all'idea che Treves lasciasse Milano e con loro si schierarono l'intero comitato della Sezione e anche membri
71) Corriere della Sera, 20 maggio 1914, Al 14 giugno .
72) Avanti!, 28 novembre 1913, Vivace discussione alla Sezione socialista ; 2 dicembre 1913, La candidatura del VI Collegio. Amilcare Cipriani designato dai socialisti milanesi 9.
73) Fin dal 28 settembre La Folla chiese ohe a Cipriani venisse assegnato un Collegio sicuro, anziché il 11 di Roma, dove non aveva speranze. Subito dopo le elezioni divenne esplicita la richiesta del VI Collegio di Milano (La Fólla, 9 novembre 1913, ce II giuramento di fedeltà alla monarchia e Vogliamo Amilcare Cipriani al VI Collegio di Milano ), che venne ripetuta fino al voto della Sezione socialista dedicando interi numeri della rivista a Cipriani (La Folla, 16, 23, 30 novembre 1913).