Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno
<
1982
>
pagina
<
49
>
Barbarossa a palazzo Marino 49
sato,8 e si compiacque poi della sconfitta dei suoi avversari e denigratori, coi i democratici avevano contribuito con la loro astensione. * Di questa La Lombardia pose invece in evidenza il significato di rottura con i socialisti, che avrebbe anzi preferito venisse accresciuto con la presentazione di una candidatura democratica, che avesse preceduto quella liberale, realizzando la convergenza di tutte le forze costituzionali. 91> La tensione esistente nel partito democratico milanese era indubbiamente accentuata dal clima precongressuale, nel quale i ministeriali favorevoli a mantenere l'appoggio a Ciolitti e sostenuti dalla Lombardia si apponevano agli antiministeriali del Secolo. La vittoria al congresso nazionale di Roma92) dei fautori del passaggio del partito all'opposizione, che non era mal visto dallo stesso Giolitti, non portò automaticamente la pace a Milano. L'atteggiamento da assumere nei confronti dei socialisti restava infatti il principale motivo di divisione, rischiando di portare la Democratica lombarda sull'orlo di una scissione,93) che certo avrebbe avuto delle conseguenze importanti sulle prossime elezioni amministrative.
L'elezione di Cipriani, eletto il 25 gennaio con qualche centinaio di voti in più di quelli ottenuti da Treves il 26 ottobre, dimostrò la sostanziale stabilità elettorale socialista in quel Collegio. **) fl lieve incremento si giustificava in gran parte con l'adesione repubblicana alla candidatura del vecchio garibaldino e forse con quella, implicitamente incoraggiata dal Secolo, di qualche elettore radicale. Il VI Collegio aveva mostrato dunque di essere fedele al partito socialista e di averne seguito le indicazioni, anche se probabilmente in larga misura non le aveva condivise.95* Questa era, spentesi le polemiche elettorali, l'unica considerazione valida, poichté le prese di posizione in favore o contro la Comune, come non avevano influito sul risultato finale, così non lasciarono dietro
89> II Secolo, 24 gennaio 1914, ce Alla vigilia dell'elezione nel VI Collegio. Comunardi e versagliesi . Il corrispondente del Secolo a Parigi svolse un ruolo attivo nel convincere Cipriani ad accettare la candidatura (La Folla, 7 dicembre 1913, Alla ricerca di Amilcare Cipriani, II ).
9) Il Secolo, 26 gennaio 1914, e L'esito dell'elezione al VI Collegio. Amilcare Cipriani eletto con 5000 voti di maggioranza. Vinti e vincitori .
9]) La Lombardia, 20 gennaio 1914, Di fronte alla candidatura Cipriani ; 25 gennaio 1914, L'elezione del VI Collegio. La giornata climaterica .
92J Sul congresso radicale si vedano II Secolo e La Lombardia del 1 2 e 3 febbraio 1914 ed inoltre Alessandro Galante Garrone, / radicali in Italia, Milano, 1978, pp. 391-392.
93) La stessa Lombardia, che sosteneva i oc destri , ma si batteva contro l'ipotesi di una scissione, era esplicita nell'affermare che la vera questione che stava dinnanzi alla Democratica era l'atteggiamento da assumersi nei confronti dei socialisti (La Lombardia, 26 gennaio 1914, a Crisi di partiti. Liberali, democratici, radicali. II ).
9*) Cipriani fu eletto con 10.855 voti, contro i 6.118 di Pressi. Non disprezzabile fu il successo di Pressi, che aveva guadagnato circa mille voti in più rispetto al 26 ottobre. I giornali liberali avrebbero però voluto un minore astensionismo (La Sera, 26 gennaio 1914, a Dopo l'elezione del sesto collegio a Milano. Da Montecitorio a Palazzo Marino ; La Perseveranza, 26 gennaio 1914, a Risultato della elezioni al VI Collegio ). Meno negativo il commento del Corriere (Corriere della Sera, 26 gennaio 1914, oc L'elezione di ieri nel 6" Collegio di Milano. Fatti e valori ). Perché Pressi ottenesse un buon successo si adoperò il prefetto, che chiese anche a Giolitti che gli elettori del VI Collegio fossero convocati alte urne il più tardi possibile, per dar modo ai liberali di organizzarsi (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 509, lettera del prefetto al ministro dell'interno, in
data 12-12-1913).
95) Anche VAvanti!, nel commentare il voto, mise in luce soprattutto la stabilità elettorale del Collegio (Avanti!, 27 gennaio 1914, a Sulla breccia .
4