Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <51>
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Barbarossa a palazzo Marino
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stesso non nascose affatto la sconfitta,101* la quale dimostrava quanta capacità di mobilitazione e di presa sugli operai milanesi avesse perso in pochi mesi l'Unione sindacale.
La vertenza della Miani e Silvestri, come quella concomitante dei tranvieri, anch'essa guidata dai sindacalisti rivoluzionari e anch'essa conclusasi con una sconfitta, mostrò anche quanto il direttore àelVAvanti!, che Tanno precedente non aveva fatto mancare il proprio appoggio, sia pur critico, all'Unione sinda­cale, avesse mutato il proprio atteggiamento, divenuto apertamente polemico, tanto da provocare una dura risposta da parte di Corridoni.102* La Camera del lavoro inoltre, divisa al suo vertice tra la politica oscillante del suo segretario e quella dei critici, suoi e di ogni accordo con i sindacalisti, restò del tutto estranea alla vertenza della Miani e Silvestri, non nascondendo alla fine la propria soddi­sfazione per la débàcle sindacalista.103)
La visione, evocata dal Corriere agli inizi della vertenza,104) di una classe operaia portata ad esasperare ogni conflitto e di un partito socialista e di una Camera del lavoro che si facevano imporre le direttive dai sindacalisti rivolu­zionari non rispondeva dunque alla realtà della situazione milanese agli inizi del 1914. Albertini colse però ben presto la novità rappresentata dalla vertenza della Miani e Silvestri rispetto agli scioperi del 1913, l'iniziativa padronale che portò alla sconfitta dei sindacalisti, e la pose in relazione con la volontà di riscossa del partito liberale, che si traduceva in quelle settimane nella fondazione della nuova Associazione, cui lo stesso direttore del Corriere collaborava atti* vamente.10w Da ciò egli trasse la convinzione che la sconfitta elettorale della borghesia milanese non fosse inevitabile e che fosse quindi possibile battere i socialisti.
Si trattava di una valutazione destinata ad essere smentita, poiché riposava sull'errata convinzione che i legami tra sindacalismo rivoluzionario e rivoluzio-narismo socialista fossero assai più stretti di quanto erano e che quindi una scon­fitta dei primi significasse anche quella dei secondi. A ciò si aggiungeva la sotto­valutazione del ruolo esercitato dai riformisti specie per quanto riguardava la conduzione della battaglia amministrativa ed il loro persistente legame con la base elettorale socialista. Per Albertini infatti vigeva ormai tra i socialisti mila­nesi la dittatura incontrastata di Mussolini, cui si doveva il programma di enorme intransigenza formulato per le elezioni, al quale parteciparono e portarono contributi di intransigenza anche gli amici di Turati che dovevano costituire Vintelligenza della nuova amministrazione .,06) Il direttore del Cor-
101 ) Avanti!, 26 febbraio 1914, a Dopo lo sciopero alle Miani e Silvestri. Una lettera dell'Unione Sindacale .
102} Già il 2 febbraio VAvanti! prese le distanze dai sindacalisti rivoluzionari (Avanti!, 2 febbraio 1914, a La serrata alle Officine Miani e Silvestri. H comizio di ieri ). A fine sciopero Mussolini ne criticò apertamente la conduzione (Avanti!, 25 febbraio 1914, ce Gli scioperanti delle Officine Miani e Silvestri si ripresentarono al lavoro ), provocando una dura reazione di Corridoni, cui lo stesso Mussolini rispose con pari durezza (Avanti!, 26 febbraio 1914, Dopo lo sciopero alle Miani e Silvestri. Una lettera dell'Unione Sindacale .
cit.).
KB) U Proletariato, 28 febbraio 1914 La débàcle sindacalista .
104) Corriere della Sera, 30 gennaio 1914, et Le responsabilità .
105) LUIGI ALBERTINI, op. cit., parte I, voi. II, p. 273. *) Ivi, p. 302.