Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <56>
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Maurizio Punzo
mettere ordine nel settore dell'assistenza, ispirandosi al criterio del passaggio dalla pratica della beneficenza esercitata da una miriade di Opere pie al prin­cipio moderno di un'assistenza intesa come servizio pubblico e coordinata da un unico ente municipale. Poiché la competenza del Comune in materia igie­nica e sanitaria consentiva interventi in settori assai ampi, veniva proposta la revisione dei regolamenti municipali e in ispecie del Regolamento d'igiene in relazione alle condizioni degli opifici industriali, alle ispezioni periodiche alle abitazioni e a una più intensa lotta contro la tubercolosi, il tifo e l'alcolismo , l' assistenza, anche igienica e profilattica, alla prima infanzia . Non mancava la proposta di municipalizzare gli asili infantili, vecchio caposaldo del programma amministrativo dei socialisti milanesi.
Veniva anche affrontato il problema del riassetto degli uffici comunali, pro­ponendo riorganizzazione razionale e decentramento degli uffici e servizi comu­nali, in guisa da eliminare le spese inutili, migliorare le condizioni del perso­nale e aumentarne l'efficacia, ridurre al minimo possibile il lavoro straordinario e avvicinare ai cittadini l'azione quotidiana del Comune . Erano questi propositi indubbiamente ambiziosi, per affrontare uno degli aspetti più delicati che ramministrazione socialista si sarebbe trovata dinnanzi. Si trattava infatti di rendere più efficiente la macchina municipale e di renderla più rispondente alle necessità dei cittadini. Emergeva però anche il vecchio sogno, derivante dal socialismo fabiano, di dimostrare la possibilità di amministrare la cosa pubblica con i criteri di una grande azienda e di fare del Municipio un model em-ployer , capace di incidere, con la forza del proprio esempio, sulle condi­zioni retributive e di lavoro di tutta la mano d'opera cittadina.
Questa politica avrebbe avuto, come prima conseguenza, un aumento dei costi del personale, che si sarebbe potuto contenere soltanto a patto di procedere ad una profonda razionalizzazione dell'intera macchina comunale, con un sostan­ziale miglioramento del suo funzionamento. Una riorganizzazione della com­plessa struttura degli uffici municipali milanesi era però certamente un problema di grande impegno, che rischiava di non incontrare il favore di tutti i dipen­denti del Comune, incidendo negativamente sul funzionamento dell'intera am­ministrazione, proprio nel momento nel quale si dovevano avviare importanti riforme. D'altra parte la realizzazione di queste richiedeva espressamente l'asse­gnazione di nuovi compiti agli uffici già esistenti ed anche la creazione di nuove strutture. Questo problema si intersecava con quello dei rapporti tra il perso­nale municipale, in buona parte aderente alla Sezione socialista o alla Camera del lavoro, e la Giunta socialista, e venne sfruttato ampiamente dalla propaganda avversaria per accusare i socialisti di ambire alla creazione di una dittatura di partito* Esso non mancava però di una sua consistenza e preoccupò seriamente i futuri amministratori.
Avanzando i loro sospetti i liberali ed i loro alleati sembravano volersi precosti tu ire gli elementi per lanciare poi sull'amministrazione socialista l'ac­cusa, che infatti non mancò, di aver fatto del personale del Comune un feudo
123) Si veda a questo proposito la relazione di Bonoini al Congresso di Roma del 1900 (Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano (Roma, 8-9-10 settembre 1900), Sulla asiane del Partito nelle amministrazioni locali. Relazione del dott, Ivanoe Bonomia Modena, 1900) e Critica Sociale, 1 gennaio 1900, a II Municipio nuovo ; 16 gennaio, a II Municipio fattore di trasformazione economica , entrambi firmati R* B. [Riccardo Bachi]).