Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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Maurizio Punzo
mettere ordine nel settore dell'assistenza, ispirandosi al criterio del passaggio dalla pratica della beneficenza esercitata da una miriade di Opere pie al principio moderno di un'assistenza intesa come servizio pubblico e coordinata da un unico ente municipale. Poiché la competenza del Comune in materia igienica e sanitaria consentiva interventi in settori assai ampi, veniva proposta la revisione dei regolamenti municipali e in ispecie del Regolamento d'igiene in relazione alle condizioni degli opifici industriali, alle ispezioni periodiche alle abitazioni e a una più intensa lotta contro la tubercolosi, il tifo e l'alcolismo , l' assistenza, anche igienica e profilattica, alla prima infanzia . Non mancava la proposta di municipalizzare gli asili infantili, vecchio caposaldo del programma amministrativo dei socialisti milanesi.
Veniva anche affrontato il problema del riassetto degli uffici comunali, proponendo riorganizzazione razionale e decentramento degli uffici e servizi comunali, in guisa da eliminare le spese inutili, migliorare le condizioni del personale e aumentarne l'efficacia, ridurre al minimo possibile il lavoro straordinario e avvicinare ai cittadini l'azione quotidiana del Comune . Erano questi propositi indubbiamente ambiziosi, per affrontare uno degli aspetti più delicati che ramministrazione socialista si sarebbe trovata dinnanzi. Si trattava infatti di rendere più efficiente la macchina municipale e di renderla più rispondente alle necessità dei cittadini. Emergeva però anche il vecchio sogno, derivante dal socialismo fabiano, di dimostrare la possibilità di amministrare la cosa pubblica con i criteri di una grande azienda e di fare del Municipio un model em-ployer , capace di incidere, con la forza del proprio esempio, sulle condizioni retributive e di lavoro di tutta la mano d'opera cittadina.
Questa politica avrebbe avuto, come prima conseguenza, un aumento dei costi del personale, che si sarebbe potuto contenere soltanto a patto di procedere ad una profonda razionalizzazione dell'intera macchina comunale, con un sostanziale miglioramento del suo funzionamento. Una riorganizzazione della complessa struttura degli uffici municipali milanesi era però certamente un problema di grande impegno, che rischiava di non incontrare il favore di tutti i dipendenti del Comune, incidendo negativamente sul funzionamento dell'intera amministrazione, proprio nel momento nel quale si dovevano avviare importanti riforme. D'altra parte la realizzazione di queste richiedeva espressamente l'assegnazione di nuovi compiti agli uffici già esistenti ed anche la creazione di nuove strutture. Questo problema si intersecava con quello dei rapporti tra il personale municipale, in buona parte aderente alla Sezione socialista o alla Camera del lavoro, e la Giunta socialista, e venne sfruttato ampiamente dalla propaganda avversaria per accusare i socialisti di ambire alla creazione di una dittatura di partito* Esso non mancava però di una sua consistenza e preoccupò seriamente i futuri amministratori.
Avanzando i loro sospetti i liberali ed i loro alleati sembravano volersi precosti tu ire gli elementi per lanciare poi sull'amministrazione socialista l'accusa, che infatti non mancò, di aver fatto del personale del Comune un feudo
123) Si veda a questo proposito la relazione di Bonoini al Congresso di Roma del 1900 (Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano (Roma, 8-9-10 settembre 1900), Sulla asiane del Partito nelle amministrazioni locali. Relazione del dott, Ivanoe Bonomia Modena, 1900) e Critica Sociale, 1 gennaio 1900, a II Municipio nuovo ; 16 gennaio, a II Municipio fattore di trasformazione economica , entrambi firmati R* B. [Riccardo Bachi]).