Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <59>
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Barbar ossa a palazzo Marino 59
La formulazione di questa mozione, chiaramente e dichiaratamente anti­monarchica, andava certo al di là delle intenzioni dei riformisti, sempre rilttfr tanti a prendere posizioni di questo genere. L'accento delFo.d.g. Mussolini era però posto in realtà più sulla polemica contro il centro politico di Roma che non contro ristituzione monarchica in sé e suonava quindi, soprattutto, come una difesa dell'autonomia comunale in genere e di Milano in particolare dalle ingerenze e dai ritardi dell'amministrazione statale. Lo stesso Mussolini, nel-l'illustrarlo, esaltò questo aspetto e fece appello, come i partiti popolari nel 1899 e come Turati nel proemio del 1910, allo spirito della capitale morale, laboriosa e popolare, ostacolato dalla capitale politica, monarchica ed accentra­trice, allo stato di Milano , desideroso di porsi alla testa del rinnovamento del paese:
Noi socialisti non dobbiamo temere di ostentare specie in una città come Milano il carattere antimonarchico della nostra amministrazione. Se v'è città d'Italia che sia stata ostacolata e fastidiata nel suo sviluppo, dalle istituzioni vigenti, è precisamente Mi­lano [...]. Milano, per ragioni storiche ed etniche e per virtù sue proprie, perché si trova al centro di una valle ubertosa, perché siede al crocicchio di grandi strade, perché sta ai piedi di valichi alpini che mettono in rapida comunicazione coi popoli dell'Europa Cen­trale, non già per la Monarchia che ha detestato sempre Milano e per Milano ha fatto solo una oc legge speciale , lo stato d'assedio del 1898 e la menzione onorevole a Bava Beccaris. Si sappia dunque sin d'ora ed è bene proclamarlo in faccia agli stessi conservatori milanesi che hanno deposto o attenuato quello spirito di fronda che li distingueva in altri tempi, si sappia che, se, ad esempio Sua Maestà Vittorio di Savoia avesse l'idea di venire a Milano troverà il portone di Palazzo Marino solidamente sprangato.
Una minaccia clamorosa, che si fondava più sullo spirito cittadino che su quello di classe e che, implicitamente, faceva propria quella separazione netta tra sfera politica e sfera amministrativa, che tanto spesso i liberali avevano difesa in polemica con i sociadisti. Emilio Caldara del resto, appena eletto Sindaco, nel mitigare le asprezze delFo.d.g. Mussolini e la retorica tribunizia del suo discorso, ne riaffermava in pieno la sostanza di riaffermazione dell'auto* nomia comunale, aggiungendovi considerazioni pratiche, di risparmio di tempo e denaro derivante dal limitare le cerimonie, che non dovevano lasciare indif­ferente l'opposizione liberale, che tanto si era scandalizzata per le affermazioni antimonarchiche.t3) La critica più consistente che i liberali rivolsero al pro­gramma socialista era di avere un carattere classista e di preoccuparsi quindi degli interessi di una parte soltanto, anzi di una minoranza, della popolazione milanese. L'insistere su questa caratteristica, che i socialisti non potevano smen­tire recisamente, data la natura del loro partito, faceva acquistare maggior vigore all'appello a tutti i ceti della borghesia, a tutti gli interessi che sarebbero stati lesi da un'amministrazione di classe, che il senatore Ponti;, presidente dell'Asso­ciazione liberale* lanciò invitando alla concordia tutto il partito liberale dal­l'estrema ala di sinistra , all'estrema ala di destra . 137>
J35> Ibidem.
136) Atti del Comune di Milano, 1913-1914, voi. I, Atti del Consiglio comunale, se­duta straordinaria del 21 luglio 1914, p. 18.
,37> Corriere della Sera, 17 maggio 1914, ce L'inaugurazione della sede dell'Associa­zione liberale ; La Perseveranza, 17 maggio 1914, oc All'associazione liberale. La solenne inaugurazione della nuova sede ; La Sera, 17 maggio 1914, L'Associazione Liberale . Alle parole di Ponti facevano eco quelle del Corriere: oc E la lotta di classe che si vuol far