Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <62>
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Maurizio Punzo
Con la pubblicazione del proprio programma il partito radicale cercava il consenso di una vasta fascia elettorale, non rinunciando al progetto di costituire intorno a sé un blocco di forze più vasto. A questo proposito esistevano però delle divergenze profonde tra le due ali del partito. La Lombardia infatti si rivolse non soltanto all'Unione liberale democratica, al partito economico, alla Federazioine degli esercenti ed al partito socialista riformista per realizzare un'intesa tra forze politiche affini,149* ma anche all'Associazione liberale del marchese Ponti, proponendo la costituzione di una lista liberal-demo cratica che escludesse, ai due estremi, i socialisti ed i clericali.150i La Lombardia cercava quindi, nel riproporre la vecchia idea del terzo partito , di porre l'accento sulle differenze esistenti tra i programmi radicale e socialista e sulle affinità che si potevano al contrario riscontrare tra quelli dell'area liberal-democratica.1S1) Il discorso con cui Ponti inaugurò la sede della nuova Associazione liberale ed il commento fattone dal Corriere15I) fecero però intendere che i liberali non prendevano neppure in considerazione un'ipotesi del genere. Sia La Lombardia, anche se con rammarico,1S3) sia II Secolo, che non aveva invece mai creduto alla possibilità di un accordo tra liberali e radicali, esclusero quindi di poter aderire al blocco clerico-moderato che si stava delineando e ventilarono un ac­cordo più ristretto, cercando di contendere ai liberali l'alleanza delle forze inter­medie. L'Unione liberale democratica ed il partito economico confermarono però il loro rientro completo nell'ambito liberale, già delineatosi con l'elezione del VI Collegio,5155 mentre la Federazione degli esercenti, al pari del partito riformista bissolatiano, aderì al blocco con i radicali.156)
Il blocchetto , come lo definirono i suoi avversari, costituiva in definitiva l'ago della bilancia delle prossime elezioni, poiché la sua capacita di attrarre voti alle due liste maggiori, o almeno di non farsene sottrarre in misura rile-
clie nel programma è rivolto nell'interesse specifico dei proletari, rimbalza, quasi per intero, a favore dei consumatori, di tutte le classi si veda ciò che scrive Turati, nel già citato proemio del 1910.
149) In realtà l'affinità tra il programma radicale e quello dell'Unione liberale demo­cratica, che fu lodato infatti da tutta la stampa liberale, era assai relativo. I liberaldeinocra-tìci erano, ad esempio, assai cauti in fatto di municipalizzazioni. La Lombardia cercò di sorvolare sulle evidenti differenze, nel tentativo di dimostrare una concordia sul piano programmatico tra tutte le forze liberali e democratiche {La Lombardia, 16 maggio 1914, Preludi elettorali amministrativi, II ). Nel senso di favorire un'intesa tra ce tutte le forze elettorali sinceramente liberali e democratiche si mosse anche la Federazione degli esercenti {La Perseveranza, 15 maggio 1914, ce La Fderazione degli Esercenti per la fusione delle forze liberali e democratiche ). Fallito questo tentativo, la Federazione si schierò, ma non senza contrasti, a fianco del partito radicale.
150) La Lombardia, 16 maggio 1914, oc Preludi elettorali amministrativi. III .
151) La Lombardia, 18 maggio 1914, e Preludi elettorali amministrativi. Ai poli op­posti, IV .
152j Corriere della Sera, 20 maggio 1914, ce Al 14 giugno , cit.
153) La Lombardia, 18 maggio 1914, ce Proludi elettorali amministrativi , cit.; 21 maggio 1914, Attesa generale .
15*) Il Secolo, 20 maggio 1914, ce Avvisaglie .
155) A favore della coalizione liberal-cattolica si espressero anche i nazionalisti mila­nesi (La Perseveranza, 29 maggio 1914, ce I propositi dei nazionalisti per le elezioni ammi­nistrative ).
156) I riformisti bisso-la liani non nascondevano però una certa perplessità di fronte alla necessità di abbandonare l'intransigenza, cui la maggioranza di loro si sentiva ancora fedele (Il Pensiero Riformista, 23 maggio 1914, Le ragioni di un atteggiamento ).