Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
anno <1982>   pagina <64>
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Maurizio Punzo
l'ordine pubblico, come dimostrava il fatto stesso che non venne presa in consi­derazione l'idea di rinviare le elezioni.l65ì I liberali ed i cattolici, che solo negli ultimi giorni resero nota la loro lista ed il proprio programma, che sostanziai mente consisteva in una difesa dell'attività della Giunta Greppi e nella promessa di continuare la sua politica, 166> non riuscirono quindi a rovesciare le previsioni della vigilia sulla base di un'ondata di paura e di sdegno causati dallo sciopero generale.
Il 14 giugno quindi la lista socialista vinse con un risultato oscillante tra i 34.596 del primo eletto ed i 34.129 dell'ultimo, distanziando di circa duemila voti la lista liberal-cattolica, che conquistò i 16 seggi spettanti alla minoranza, mentre il blocco radi cai-ri formi sta restò fuori dal Consiglio comunale, al pari del partito repubblicano.167ì Rispetto alle elezioni dell'anno precedente l'elet­torato era aumentato di ventimila unità (da 121.855 a 141.949) ed era leggermente diminuita la percentuale delle astensioni. H numero dei votanti era infatti salito da 62.345 (51,16 ) a 77.584 (54,6 ), segno evidente che, sia pure di poco, le elezioni amministrative avevano risvegliato maggiormente l'interesse degli elet­tori. Era questo dell'incremento dei votanti uno degli elementi su cui i liberali avevano puntato per realizzare la propria riscossa, che vi era stata e costituiva il dato più rilevante del 14 giugno, anche se non sufficiente a strappare la vit­toria ai socialisti. Il blocco liberal-cattolico ottenne infatti il 41,39 dei voti, contro il 36,33 raccolto il 26 ottobre dai candidati liberali, cattolici e liberal-democratici.
I socialisti al contrario, pur aumentando anch'essi il numero dei suffragi ottenuti rispetto alle elezioni politiche, scendevano dal 45,32 al 41,39 . Questo calo poteva essere giustificato in parte dalla mancanza, il 26 ottobre, di candidati radicali, riformisti bissolatiani e repubblicani nei Collegi esterni, ma anche da una minor presa, rispetto a liberali e cattolici, su quella frazione di elettorato che non si era recato alle urne per il voto politico, ma lo aveva fatto per quello amministrativo.i6S)
tó9 L'11 giugno il prefetto, telegrafando al direttore generale del Ministero dell'in­terno, prospettava l'eventualità di spostare le elezioni al massimo di una settimana (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 522, telegramma del prefetto al direttore generale del ministero degl'interni, in data 11-6-1914), ma le misure prese nei giorni successivi, prima, durante e subito dopo le elezioni erano assolutamente normali e giustificavano in pieno la decisione di mantenere la data prestabilita (Ivi, elezioni amministrative. Richiesta di truppe). La data del 14 giugno era stata concordata dal prefetto con il senatore Ponti, in modo che la concomitanza con le elezioni in altre grandi città costringesse i socialisti a disperdere le proprie forze (/vi, cart. 247, lettera del prefetto al ministro delll'interno in data 15-5-1914).
W Corriere della Sera, 6 giugno 1914, a II programma dell'Associazione liberale per l'imminente lotta elettorale amministrativa . Il programma fu pubblicato, lo stesso giorno, anche dagli altri quotidiani milanesi. Faceva spicco, nella lista liberal-cattolica, la man­canza del nome di Ponti, che pure era stato sollecitato anche dal prefetto (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 522, lettera del prefetto al sen. Ponti, s.d.). Il presidente del­l'Associazione liberale riteneva evidentemente che la sua esperienza di amministratore si fosse conclusa nel maggio 1909.
167) li primo degli eletti liberali ebbe 32.117 voti. Della nuova minoranza fecero parte 15 liberali ed un solo cattolico. Fu clamorosa e significativa l'esclusione dal Consiglio eletto il 14 giugno di Emanuele Greppi. I democratici ottennero 8.736 voti ed i repubbli­cani, che avevano presentato una loro lista, 2.077.
168) II successo socialista era del resto assai ridimensionato se si guardava a tutta la Lombardia, dorè i socialisti passavano da 24 a 29 amministrazioni da essi controllate. Lo