Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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1982
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Barbarossa a palazzo Marino 65
Il risultato ottenuto dal partito radicale e dai suoi alleati era, infine, piuttosto deludente, poiché esso otteneva la stessa percentuale del 26 ottobre, quando aveva presentato i propri candidati soltanto in quattro Collegi.
Uno dei dati più significativi delle elezioni del 14 giugno era però indubbiamente costituito dall'ordine in cui erano risultati eletti i 64 consiglieri socialisti: al primo posto figurava infatti Luigi Majno, cui seguivano Turati, Bonardi, Caldara, Treves, Mattioli, mentre Mussolini figurava soltanto al cinquantottesimo posto. Si trattava, certo, di uno scarto di poche centinaia di voti,, che dimostrava soprattutto la compattezza dell'elettorato socialista, ma anche il chiaro proposito che fossero i riformisti a reggere l'amministrazione cittadina.
Questa considerazione balzava agli occhi di tutti gli osservatori, compresi gli avversari più accesi dell'amministrazione che stava per nascere, e li induceva ad una valutazione più serena sul futuro della città. La stampa liberale metteva innanzi tutto in risalto il buon esito raggiunto dalla propria lista e ne traeva la convinzione che fosse iniziata l'auspicata riscossa, che li avrebbe riportati a Palazzo Marino.,69) Perché questo avvenisse era però necessario che fosse affrontato il problema dei rapporti con il partito radicale, eluso in quelle elezioni per non turbare i rapporti con i cattolici. La presenza radicale impediva infatti ai due grandi schieramenti cittadini di raggiungere la maggioranza assoluta. L'affermazione del Corriere, secondo cui i socialisti erano in realtà in minoranza rispetto ai voti della borghesia, ,7) era però forzata, poiché non era possibile sommare i voti delle liste liberal-cattolica e radicale in funzione anti-socialista, come non era stato possibile trovare un accordo per presentare alle elezioni un'unica lista costituzionale. Accanto alle accuse contro i radicali, cui veniva imputata la vittoria socialista ed anche il compiacimento, espresso soprattutto dal Secolo,17n per la sconfitta dei liberali, emergeva da parte di questi ultimi anche il proposito di lasciarsi alle spalle le polemiche elettorali e di iniziare verso l'avversario di ieri un approccio più sfumato, volto a far leva sulla comunanza di interessi tra i due partiti, di fronte a quelli espressi dai socialisti.172)
metteva in luce il prefetto, che notava anche come le conquiste più numerose si fossero verificate al primo Circondario e propriamente dei Comuni limitrofi a Milano. Si tratta di Comuni che sono quasi altrettante borgate della metropoli lombarda e in essi hanno sede, e, conseguentemente, l'elettorato, gran numero degli operai che si recano giornalmente a lavorare negli stabilimenti industriali di Milano . Tranquillizzante per il prefetto era anche l'esito delle elezioni provinciali, tenutesi in concomitanza con quelle comunali: i socialisti avevano guadagnato otto seggi, passando da sei a quattordici, ma restavano pur sempre in minoranza di fronte a 46 liberali, ce quasi tutti moderati i (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cart. 522, lettera del prefetto al ministro dell'interno in data 16-8-1914).
160) Corriere della Sere, 16 giugno 1914, Vincitori e vinti ; La Perseveranza, 15 giugno 1914, " Situazione chiara. Per la probità politica elettorale ; La Sera, 15 giugno 1914, Palazzo Marino preda dei sovversivi. I nostri padroni .
np) Corriere della Sera, 16 giugno 1914, Vincitori e vinti , cit. La stessa opinione veniva espressa dal prefetto (Archivio di Stato di Milano, cart. 247, lettera del prefetto al ministro dell'interno in data 18 e 19-6-1914).
ìfi? Compiacendosi della sconfitta clerico-moderata, // Secolo, auspicava anche che i vincitori si convincessero della necessità di procedere per gradi e di mantenersi sul terreno della realtà (Il Secolo, 15 giugno 1914, I socialisti vittoriosi nelle ultime amministrative. Breve esame , Non disstimilc il commento dei riformisti bissolatiani (// Pensiero Riformista, 20 giugno 1914, Dopo la lotta , di a.r. [Arturo Riva]) e, sia pure con maggiore cautela, della Lombardia (La Lombardia, 17 giugno 1914, Dopo la sconfitta e dopo la vittoria ),
i?2) Corriere della Sera, 20 giugno 1914, Il comodo oblio .
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